Quattro utility gratuite per ottimizzare Windows

Ecco come gestire il registro di sistema e cancellare file inutili. E con SVS, potete provare tutti i software che volete, senza rischiare di compromettere il funzionamento del PC

Agosto 2006 “Ottimizzazione di Windows” è un’espressione
piuttosto generica con la quale di solito si indica quell’insieme di metodologie
che consentono di trarre il massimo beneficio dall’utilizzo del sistema
operativo. Nelle pagine che seguono, presentiamo quattro utility che vi aiuteranno
a sistemare numerosi aspetti di Windows: Free Registry Cleaner, per esempio,
è un ottimo software che assiste l’utente nelle operazioni di pulizia
e manutenzione di un componente vitale come il registro di Windows. E’ difficile
al giorno d’oggi identificare efficienti software gratuiti che siano in
grado di analizzare il registro di sistema trovando informazioni incorrette
o obsolete e proponendone l’eliminazione.

Abbiamo avuto occasione di illustrare, nei precedenti numeri di PC Open, l’utilizzo
del software RegSupreme, sviluppato da Macecraft, e dei suoi
“antenati”: RegCleaner, prima; jv16 Powertools,
poi. Sebbene RegSupreme resti sempre il tool da battere, soprattutto dal punto
di vista delle performance velocistiche garantite, Free Registry Cleaner si
propone come un degno avversario considerato anche il fatto che quest’ultimo
viene distribuito a titolo non oneroso.

Dopo il “pulitore” per il registro di sistema, vi presentiamo Free Internet Washer, programma altrettanto gratuito che, a dispetto del nome con
cui è stato battezzato, non si limita ad effettuare una mera pulizia
dei file temporanei memorizzati sul disco fisso dal browser ma mette a disposizione
tutta una schiera di funzioni per l’eliminazione di file non più
necessari che sprecano inutilmente spazio su disco o che potrebbero essere utilizzati
da parte di malintenzionati per carpire informazioni sull’utente (preferenze
personali, dati per l’accesso a siti web protetti con username e password,
dati sensibili e così via).

Novità assoluta è invece Registry
Tweaker
: ad oggi non si conoscono software similari. Il programma può far
felice una duplice fetta d’utenza: in primo luogo si rivolge agli amministratori
di sistemi Windows 2000, XP e Server 2003 strizzando comunque l’occhio anche
al vasto popolo degli “smanettoni”. Tutti sanno che in Rete è possibile imbattersi
in centinaia di “trucchi” (tips and tricks) che si propongono di migliorare
le prestazioni velocistiche del sistema operativo, di disabilitarne funzionalità
che non si ritengono utili, di avvicinare quanto più possibile interfaccia e
comportamento di Windows alle proprie esigenze.Va però precisato come i reali
benefici ottenibili applicando alcuni di essi siano piuttosto scarsi mentre
l’adozione di altre modifiche porti davvero a reali vantaggi.

Registry Tweaker si propone di metter ordine nel mondo dei “trucchi” reperibili
on line: il software è dotato di un archivio che ospita una vasta raccolta degli
interventi più interessanti che possono essere eventualmente apportati su sistemi
Windows 2000, XP, Server 2003, sul software Microsoft Exchange 2003 Server e
sul pacchetto Office (nelle versioni 2000, XP e 2003).

Abbiamo scelto di presentarvi Registry Tweaker però proprio perché non si tratta
solo una sterile raccolta di migliorie ma perché, in primo luogo, ciascuna di
esse è adeguatamente descritta e commentata e poiché il software prende per
mano l’utente ogniqualvolta egli si accinga ad effettuare degli interventi sul
suo sistema. Registry Tweaker si rivela poi particolarmente utile in ambienti
aziendali: si possono creare dei profili di configurazione per l’applicazione
rapida di un insieme di modifiche su un vasto numero di sistemi. Appare evidente
come un software del genere debba essere utilizzato solo ed esclusivamente da
parte di utenti esperti oppure che conoscano i rudimenti del funzionamento del
registro di Windows.

Cos’è la virtualizzazione
La vera e propria “ciliegina sulla torta” è rappresentata da Altiris
Software Virtualization Solution 2.0 Personal
. Più conosciuto in ambito
business, si tratta di un’applicazione liberamente utilizzabile, per scopi personali
e nella versione che vi proponiamo, senza alcun tipo di limitazione (né in termini
di tempo né per quanto riguarda le funzionalità messe a disposizione). Software
Virtualization Solution (abbreviato, “SVS”) è considerabile come una delle migliori
soluzioni per ottimizzare l’uso del sistema operativo evitando incompatibilità
tra applicazioni e problemi legati all’installazione di nuovi programmi che,
talvolta, soprattutto quando si ha a che fare con software ancora in versione
“beta”, possono minare la stabilità di Windows.

Il termine “virtualizzazione” è sempre più di moda
negli ultimi periodi: in informatica è infatti utilizzato per riferirsi
a quella pratica che consente di creare, su un’unica macchina “fisica”,
uno o più ambienti di lavoro “virtuali”. All’interno
di ciascuno di essi, è possibile installare un nuovo sistema operativo
e tutte le applicazioni che si desiderano: lo strumento software che sovrintende
il processo di virtualizzazione, crea infatti una vera e propria “macchina
virtuale”. Quest’ultima, pur poggiando sulle risorse hardware del
sistema in uso, è vista dal software installato all’interno del
suo ambiente di lavoro come un sistema a sé stante: gran parte dei componenti
hardware vengono infatti “emulati” via software.

Sopra un sistema operativo “ospite” è quindi possibile creare
una o più “macchine virtuali” all’interno si possono
andare ad installare i sistemi operativi più disparati (una qualsiasi
delle versioni di Windows, qualunque distribuzione Linux e così via).
I vantaggi di questo tipo di soluzione sono enormi, soprattutto in ambito aziendale.
Alcuni tra i prodotti più famosi che consentono di gestire macchine virtuali
con questo approccio sono VMware e Microsoft Virtual PC.

Altiris SVS 2.0 Personal utilizza una soluzione differente: non viene più virtualizzato
un intero sistema operativo bensì le procedure d’installazione di ciascuna singola
applicazione. Tutte le modifiche che il setup di un programma avrebbe apportato
in modo permanente al sistema (aggiunta o sostituzione di file – in particolare
librerie DLL – ed interventi sulla struttura del registro di Windows), vengono
registrate all’interno di un pacchetto compresso detto “layer”.

Dal punto di vista dell’utente e del sistema operativo, le applicazioni virtualizzate
con SVS risultano indistinguibili da quelle installate nei modi convenzionali.
Attraverso una semplice interfaccia grafica, è possibile decidere se e quando
attivare o disattivare un’applicazione virtualizzata sotto forma di layer: quando
un layer non è attivo, SVS utilizza tecniche identiche per nasconderne il contenuto
sia all’utente che al sistema operativo.

I vantaggi sono evidenti: grazie ad SVS si possono provare applicazioni senza
la paura che queste possano causare problemi al sistema operativo costringendo
ad un ripristino o ad una nuova installazione dello stesso; si può pensare di
eseguire più versioni di una medesima applicazione (in questo modo il processo
di migrazione da una versione all’altra si semplifica notevolmente: è cosa adesso
fattibile provare, per esempio, l’ultimo Office senza disinstallare la copia
precedente); i conflitti tra programmi diventano un ricordo (SVS fa in modo
che ogni applicazione virtualizzata usi le sue librerie DLL, file che spesso
risultano condivisi da parte di diversi programmi sullo stesso sistema, ponendo
fine al cosiddetto “DLL hell”).

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