La percezione degli executive IT su come gli utenti usino l’informatica è spesso fuorviante. Soprattutto quando si parla di social network, tablet e smartphone. I consigli di IDC per affrontare la questione.
Che ci sia un certo gap fra la struttura IT dell’impresa e i dipendenti/collaboratori è cosa nota.
Ma – a guardare i dati della ricerca IDC/Unisys 2011 Consumerization of IT Study: Closing the “Consumerization Gap” (effettuata su 564 manager IT di aziende sopra i 500 dipendenti e su 2.659 utenti) – questo divario di percezione è lungi dall’essere colmato.
Soprattutto quando si parla di IT consumerization.
Qualche dato? La direzione IT ritiene che solo il 34% dei propri information worker usi lo smartphone per scopi business (6% nel caso dei tablet).
E gli utenti invece cosa dicono? Il 69% usa lo smartphone personale per scopi lavorativi (13% nel caso dei tablet).
Insomma, la percezione di come vengano usati questi strumenti in azienda è profondamente diversa, a seconda che si usino gli occhi dell’IT o degli utenti.
Percentuale di dipendenti che usano dispositivi mobili per usi business rispetto a quanto ipotizza la direzione IT
Per gli information worker non è fuori dal mondo rispondere alle email aziendali a letto (lo fa il 29% degli intervistati), in vacanza (60%), in macchina (il 47% quando è un passeggero, il 20% mentre sta guidando…).
La distinzione fra tempo libero e tempo lavorativo è sempre più sfumata, ma l’IT sembra non rendersene conto. O meglio, se ne rende conto (l’83% è convinto che tablet e smartphone saranno parte integrante di come verranno i servizi IT nel futuro), ma alla consapevolezza non fa seguito un’azione: ben il 76% non ha nessun piano nei prossimi 12 mesi per sviluppare o modificare le proprie applicazioni business affinché possano essere usate anche da dispositivi mobili.
Piani di sviluppo o modifica delle proprie applicazioni business perché possano essere usati anche da dispositivi mobili
E perché l’IT non accelera in questa direzione? I problemi sono i soliti: sicurezza e necessità di cambiare le policy per far fronte a questi dispositivi esterni.
Ma la strada è ormai tracciata e non percorrerla è una scelta miope. Basta guardare la figura sotto per capire quanto sia la distanza fra le policy di acquisto dell’IT e l’uso effettivo che gli information worker fanno di smartphone e tablet.
Il punto è che le aziende sono convinte di avere il controllo dei dispositivi mobili, ma la realtà è ben diversa.
Policy d’acquisto definita dall’IT in rapporto agli acquisti reali degli utenti
Visto che l’IT consumerization è un processo ormai inevitabile, cosa deve fare la direzione IT per far fronte a queste nuove esigenze? IDC invita a riflettere sui seguenti temi:
- Il mercato (e gli utenti) si muovono più velocemente di quanto faccia l’IT. L’uso di smartphone e tablet cresce esponenzialmente. Applicazioni Web e social network sono sempre più utilizzati nelle relazioni con i clienti.
- E’ importante che i CIO abbiano una maggiore visibilità sull’adozione dei nuovi trend IT in azienda. Lo studio testimonia come la direzione IT sottostimi l’uso che se ne fa nell’organizzazione.
- Bisogna mettere mano alle policy. L’IT consumerization è un processo in atto, che i CIO lo vogliano o meno. E mettersi di traverso e dire “no” semplicemente non funziona. Bisogna passare da un’ottica del “non si può fare” a policy più sofisticate che consentono agli information worker di avvantaggiarsi delle nuove tecnologie, senza mettere a repentaglio la sicurezza dei dati.
- E’ opportuno investire in soluzioni e servizi che consentano di mettere in sicurezza i dispositivi che non sono sotto il proprio controllo. Un esempio in questo senso potrebbe essere la client virtualization.
- Riconsiderare l’approccio del “make or buy”. Si può ad esempio pensare di dare in outsourcing la gestione e il supporto dei dispositivi mobili.
- Coinvolgere in questo processo gli executive. Il supporto del top managemnet in questo cammino è fondamentale.