Quelli dei furgoni

Sono quelli dei furgoni. Così vengono scherzosamente classificati dagli operatori It. Sono gli installatori di impianti di telecomunicazioni, hanno un regolare albo professionale, leggi di riferimento (che richiedono, appunto, un furgone per gli …

Sono quelli dei furgoni. Così vengono scherzosamente classificati dagli
operatori It. Sono gli installatori di impianti di telecomunicazioni, hanno
un regolare albo professionale, leggi di riferimento (che richiedono, appunto,
un furgone per gli interventi di assistenza) e non hanno alcuna intenzione di
lasciarsi soffiare l’opportunità legate al VoIp dagli operatori di informatica.
Parlano per loro le due massime autorità dell’Assotel (Associazione operatori
di telefonia e telematica), il presidente Gaetano Montingelli
e, anche nella veste di responsabile del system integrator specializzato in
telecomunicazioni Ete Net, il vice presidente Eros Prosperi.
«Ci sono due normative di riferimento: la legge 109 dei 1991 e il
decreto ministeriale 314 del 1992 che regola e dispone in base alla legge precedente

– esordisce Montingelli -, che sono il nostro fondamentale punto di partenza.
Ogni installatore di impianti di telecomunicazione deve agire in base alla normativa
che prevede punizioni sia per lui che per l’azienda cliente»
. Norme
precise, dunque. Si pensi che già nel 1991 il legislatore parlava di
voce e dati, distinzione che potrebbe rappresentare un fattore determinante
nella delicata convergenza dei mercati telco e informatico. «L’azienda
cliente, ma anche il privato cittadino
– prosegue Montingelli – hanno
tutto il diritto di chiedere la certificazione di un impianto telefonico a norma.
Inoltre, e noi come Assotel collaboriamo per questo con il ministero delle Comunicazioni
(ma non con quello per l’Innovazione e le tecnologie… – ndr), perché
le aziende possano accedere agli sgravi fiscali relativi alle installazioni
telco, soltanto se il loro impianto è a norma»
.
«La precedente posizione monopolista di Telecom Italia ha permesso
questa regolamentazione, non veniva installato nessun impianto telefonico senza
gli adeguati controlli e le certificazioni
– gli fa eco Prosperi -, gli
installatori di telecomunicazioni devono fornire delle garanzie precise in termini
di persone certificate, di apparecchi e di strutture (il famoso furgone, per
esempio). Ed è questa la nostra arma in più rispetto agli operatori
di informatica. Oggi l’installatore di telefonia ha la possibilità di
mettere mano a tutto il sistema di comunicazione dati dell’azienda, una responsabilità
enorme»
.

I vantaggi del telefonista
Prosperi è, evidentemente, di parte, ma non ha tutti i torti. «Nel
momento in cui decide di approcciare il mercato VoIp, il telefonista è
avvantaggiato. In qualsiasi situazione di emergenza, la prima cosa che un’azienda
vuole riattivare è la fonia. Gli apparati telefonici rimarranno ancora
per molti anni il servizio principale di una azienda. Ben venga il VoIp, ma
la rete telefonica tradizionale è ben lontana da essere soppressa dalla
Lan»
. La diffusione del VoIp, secondo Prosperi come responsabile
di Ete Net, è reale soprattutto a livello di carrier, sono emblematici
i casi di Telecom che sta adeguando le sue linee e di Fastweb che, avendo una
rete totalmente nuova, viaggia solo su Ip. A livello di aziende clienti, secondo
Prosperi esistono delle nicchie interessanti, in particolare le numerosissime
medie aziende con sedi sparse in Italia e nel mondo. Ma la loro intenzione non
è quella di convertire totalmente la rete telefonica in una rete Ip,
ma semplicemente fare in modo che anche la voce viaggi all’interno della Lan
aziendale, evitando il ricorso alla rete telefonica tradizionale e tagliando
così i costi. «Teniamo conto che quasi tutti i sistemi telefonici
di oggi sono già facilmente integrabili in una Lan
– afferma Prosperi
-, le centraline hanno già la possibilità di interfacciarsi
alla rete in modo tale da vedere un telefono tradizionale come sua parte integrante»
.
Ma come la vedono i 400 associati Assotel o i 1.350 iscritti all’albo degli
installatori di impianti e sistemi di telecomunicazioni? Secondo Prosperi non
c’è scelta. «Se si vuole rimanere in un certo mercato evitando
di farsi la guerra tra poveri
– sostiene Prosperi -, bisogna convergere
necessariamente. Noi come Assotel sensibilizziamo gli associati a investire
in risorse e formazione in questa direzione. Inoltre, la rete telefonica su
Ip, che richiede cavi professionali, rappresenta un modo per riappropriarci
del mercato del cablaggio, forse un po’ impropriamente passato in mano agli
elettricisti»
.

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