L’hardware scende del 15,7% e i servizi del 7,3%. In calo anche le Tlc fisse. La crisi impatta il settore, ma ci sono anche motivi strutturali, indipendenti dalla congiuntura
«Il mercato dell’Ict è ora più che mai condizionato dagli andamenti economici». Così esordisce l’amministratore delegato di NetConsulting, Giancarlo Capitani, dettagliando i dati relativi al primo semestre 2009 rilasciati da Assinform.
Tutti i settori economici in Italia hanno un andamento negativo, specie l’industria. E l’Ict è davvero sofferente: -4,5%. «Ma se nell’It il dato è condizionato dall’andamento congiunturale – precisa l’amministratore delegato di NetConsulting, Giancarlo Capitani – nelle Tlc la crisi ha motivi strutturali ed è indipendente dalla congiuntura».
In ogni caso l’It sta piangendo con il -9% di cui il -15,7% sull’hardware.
«In questo comparto, diminuito a causa del blocco degli investimenti da parte delle aziende clienti, i netbook hanno trainato il settore, ma sono un prodotto che non crea valore, dato il basso prezzo. E si stima che questa tendenza continuerà – sostiene Capitani – con gli smartphone sempre più evoluti». Con il -7,3% sono, però, i servizi che hanno lasciato l’amaro in bocca agli analisti. Ciò è dovuto a una combinazione di fattori negativi. «Si è assistito a una riduzione degli investimenti in nuovi progetti – spiega Capitani – e la spesa degli utenti finali è diminuita ed è orientata alla manutenzione dell’esistente più che all’innovazione. La domanda di outsourcing sia di tipo struttuale che applicativo è aumentata, ma questo non riesce a impattare sulla crescita nel suo complesso».
Sul fronte telecomunicazioni, poi, scese del 2,5%, pesa molto il -4,4% delle fisse accompagnato al calo delle mobili (-0,7%).
«Cala fortemente la componente degli apparati – commenta Capitani -. Il mercato è saturo, ci sono pochi nuovi utenti. Ma calano anche gli investimenti infrastrutturali».
Per quanto riguarda il mercato dei servizi di Tlc, la voce tende a decrescere sia sul fisso che sul mobile. La fonia su rete mobile scende dell’1,2% e i Vas su rete fissa decrescono del 6,2%, così come i servizi su rete fissa (-4%) comprensivi non solo di voce, ma anche di accessi a Internet. Solo i Vas mobili, che comprendono Sms, Mms e altri servizi dati e Internet su rete mobile, registrano una crescita del 6,5%.
Ma ciò che penalizza l’Italia è l’arretratezza sulla diffusione degli accessi a banda larga rispetto agli altri Paesi, nonostante siano significativamente aumentati del 12,2% rispetto al primo semestre del 2008.
Risultati che spiegano le difficoltà in cui versano le imprese del settore, un campione delle quali ha risposto a un indagine Assinform sull’andamento del fatturato tra febbraio 2009 e luglio 2009, in cui il 49 dei rispondenti prevedeva un peggioramento del fatturato e un 53% un peggioramento degli ordinativi.
«Gli effetti più importanti della crisi riguardano la marginalità. La riduzione di fatturato e la permanenza dei costi, uniti alla richiesta persistente di riduzione delle tariffe professionali e ai ritardi nei pagamenti, hanno un pesante impatto sulla tenuta finanziaria delle imprese».
Un altro elemento che non contribuisce a migliorare tale deprimente andamento, oltre al già citato calo della spesa e degli investimenti «ma – puntualizza Capitani – sappiano le aziende che i risparmi di breve periodo non producono risparmi di lungo periodo» e al fatto che occorre fermare il downpricing, riguarda le grandi imprese dell’It che tendono ad avvalersi del lavoro di aziende più piccole sub-fornitrici, che a causa della crisi saranno meno coinvolte nei progetti delle grandi. Assistiamo, infine, a un riassetto del settore a livello mondiale che va in una fase di concentrazione (un esempio per tutti Oracle che acquista Sun) e alla necessità delle società italiane di internazionalizzazione. «Occorre avere la capacità di andare all’estero per sfruttare i vantaggi sui mercati europei più maturi dove le tariffe professionali sono più alte in media del 35%».