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Recovery plan, Dassault Systèmes: un mondo nuovo con i gemelli virtuali

Intervista a Guido Porro, Managing Director Euromed e Chiara Bogo, Marketing Director Euromed, di Dassault Systèmes.

Abbiamo realizzato un ciclo di interviste con le principali società ICT e digitali sul 2021, alla luce del tema del Recovery plan, il piano per la ripresa, economica e sociale, delle nazioni europee.

Il governo italiano lo ha chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Europa ha varato la formula Next Generation EU. A noi, nella sede che ci compete, quella tecnologica, piace declinarlo come Next Generation IT: IT inteso, sia come Information technology, sia come Italia.

Otto domande, le cui risposte ci consentono di portare a evidenza la posizione della società e a costruire un quadro complessivo di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.

Il contesto di partenza, dunque, è quello del Recovery Plan. Dei 196 miliardi di euro che potrà investire il nostro paese, quasi 49 miliardi saranno destinati alla trasformazione digitale della società italiana. Ma il digitale entrerà anche negli altri settori: la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e la transizione verso la sostenibilità energetica e ambientale. In tutti questi ambiti il ruolo dell’ICT sarà centrale nel 2021.

Li affrontiamo sulla base di sette argomenti più uno: tecnologie per il recovery plan, smart working, data driven, cloud, cybersecurity, intelligenza artificiale, 5G. L’ottavo elemento è quello “celato” nel DNA della società e connota in modo inequivocabile e distinguibile la cifra tecnologica, il contributo che darà allo sviluppo digitale nazionale.


Intervista a Guido Porro, Managing Director Euromed e Chiara Bogo, Marketing Director Euromed, Dassault Systèmes.

Nel contesto del Recovery plan – Next generation IT, quali sono le leve tecnologiche che andranno mosse per prime, per ottenere quali obiettivi?

Guido Porro: È necessario andare oltre alle pure ambizioni di digitalizzazione: bisogna virtualizzare la realtà creando gemelli virtuali che estendano e migliorino il mondo reale in quanto spazi in cui possiamo rappresentare e sperimentare con la nostra immaginazione. Virtuale riguarda ciò che è possibile, la potenzialità, mentre la sola digitalizzazione dei processi riproduce dalla carta su uno schermo i processi esistenti, con l’ambizione massima di migliorarne al margine l’efficienza. Nella vita reale è difficile fare molte prove. Con i gemelli virtuali possiamo simulare e valutare gli impatti prima di produrre il prodotto stesso. I mondi virtuali aiutano le persone a immaginare in modo diverso. Con questo intendiamo ispirare e aiutare i clienti a creare e costruire un mondo più sostenibile: città per le persone, gestione delle risorse e dell’energia con un’ottica di lungo termine, strumenti personalizzati per la salute, fornire il meglio della tecnologica per istruzione e ricerca.

Lo smart working diventerà strutturale: con quali impatti tecnologici e organizzativi, in termini di workflow?

Chiara Bogo: La tecnologia è pronta da tempo per lo smart working. Le aziende hanno a disposizione soluzioni software, come la 3DExperience platform di Dassault Systèmes, in grado di supportare lo smart working anche in caso di workflow complessi: ne sono un esempio le industrie manifatturiere e i processi legati alle fasi di design, progettazione, simulazione, produzione, marketing e commerciale, fino al post-vendita. La stessa cosa vale anche per i settori Infrastrutture, Farmaceutico e Sanità, supportati da soluzioni software verticali per i loro processi specifici. La sfida per le aziende è più di tipo culturale, si tratta di superare le tradizionali perplessità organizzative e infrastrutturali. In concreto, l’adozione di una piattaforma su cloud come la 3DExperience platform, in grado di integrare le diverse funzioni aziendali, porta benefici tangibili in termini di collaborazione non solo all’interno dell’azienda, ma includendo anche clienti, fornitori e l’intera supply chain.

Stiamo costruendo una società che deve imparare a coltivare i dati sin da quando nascono. Cosa servirà fare, soprattutto sul fronte delle Pmi?

Guido Porro: Le nostre migliori tecnologie possono essere utilizzate dalle piccole e medie imprese e non più solo dalle grandi organizzazioni che dispongono di importanti centri di sviluppo. La maturità dei prodotti in cloud e la disponibilità di neolaureati con esperienza sulle nostre tecnologie, offre alle realtà meno strutturate la possibilità di godere sin da subito di straordinari vantaggi.

Per esempio, per le aziende di medie e piccole dimensioni che operano nel mondo meccanico e meccatronico, partendo dal tipico dato 3D sviluppato con i CAD tipici (Catia e Solidworks), è possibile presentare il prodotto a migliaia di chilometri di distanza con tecniche di virtual reality del prodotto stesso, sia esso una linea produttiva o un singolo componente a listino, proponendo le caratteristiche al cliente, configurando ed infine migliorando la customer experience

Anche la piccola e media azienda ha la possibilità di avere a disposizione un’unica piattaforma, la 3DExperience, per gestire tutto il processo in modo lean: dal dato meccanico integrato nell’analisi agli elementi finiti, fino al digital manufacturing in termini di process planning o MES.

Nel 2021 il cloud sarà per tutto e per tutti: il multicloud diventa la nuova pista di decollo?

Chiara Bogo: Già da tempo, Dassault Systèmes ha messo a disposizione dei suoi clienti la piattaforma 3DExperience in cloud, con soluzioni software verticali specifiche per ogni settore industriale. La piattaforma permette di integrare le esigenze e i workflow delle diverse funzioni aziendali, inclusi i processi e la collaborazione cross-funzionale, come ad esempio il processo di sviluppo di nuovi prodotti, nella 3DExperience platform in cloud, senza la necessità di dover adottare modelli multicloud, offrendo il vantaggio dell’integrazione su un’unica piattaforma. Questo tipo di soluzione è compatibile anche nel caso in cui si adotti un approccio multicloud.

Al pari della salute, la sicurezza è sempre più un tema da regia nazionale. Per quella digitale l’Italia è chiamata a fare un passo avanti. Cosa servirà per compierlo?

Guido Porro: Il crescente interesse per il Software as a Service ha reso necessario un nuovo paradigma per i requisiti di sicurezza. Poiché le informazioni sui clienti vengono trasferite, elaborate e archiviate al di fuori dell’ambiente abituale dei clienti, è necessario porre l’accento sulla sicurezza del cloud per i dati di progettazione sulla piattaforma 3DExperience. Avendo sviluppato, negli ultimi anni, protocolli di sicurezza per l’industria Aerospaziale particolarmente robusti, siamo in grado di mettere questa tecnologia a disposizione di tutti i clienti, soprattutto in questo momento in cui un numero record di lavoratori da remoto accede a soluzioni cloud e un’enorme quantità di dati viene ora trasferita, elaborata e archiviata su piattaforme cloud.

Il livello di applicazione della soluzione online deve essere sottoposto a un processo di progettazione e revisione della sicurezza molto rigoroso. Il codice deve essere allineato con le migliori pratiche e raccomandazioni del settore. In particolare, un esercizio di test di penetrazione ciclico deve essere eseguito sull’ecosistema dell’applicazione per aggiungere un controllo di protezione aggiuntivo che integra il paradigma di codifica sicura. Tutte le aziende devono verificare che questi principi vengano pienamente adottati dai fornitori di tecnologia.

Sdoganata dalle applicazioni consumer, l’intelligenza artificiale non sembra più essere un “nemico” della società. In che modo la vedremo messa a frutto per la crescita del Paese?

Chiara Bogo: Dobbiamo anzitutto considerare il contesto in cui le aziende operano in Italia oggigiorno. Una delle sfide nella gestione ottimale dei processi decisionali riguarda l’enorme mole di dati a disposizione in real-time, provenienti da fonti diverse: su internet, ad esempio, dati sul comportamento online e sul sentiment dei clienti oppure dati raccolti sul campo dai sensori che monitorano il funzionamento di una macchina, di un robot o di un altro prodotto in uso. Si può mettere a frutto l’intelligenza artificiale per gestire, elaborare ed interpretare questi dati: l’intelligenza artificiale è in grado di identificare la soluzione/decisione ottimale valutando tutti i potenziali scenari e le diverse alternative. In questo caso l’intelligenza artificiale permette alle aziende di estrarre valore dai dati e di guidare le decisioni sia a livello di sviluppo prodotto, sia per quanto riguarda l’ingegnerizzazione, la produzione o la commercializzazione.

Per abilitare tutto ciò è necessario che alla base ci sia una piattaforma che permetta la condivisione di dati e delle informazioni, abbatta i silos, e svolga la funzione di repository centrale e singola fonte di dati ed informazioni sempre aggiornati, al fine di evitare disallineamenti, imprecisioni ed input obsoleti. Questo è un aspetto fondamentale affinché il management e le persone dell’azienda possano avere fiducia negli output delle applicazioni di intelligenza artificiale.

Il 5G è alle porte. Come si potrà partire contestualizzandolo nei settori del recovery plan?

Guido Porro: Il 5G, lo standard della rete cellulare di quinta generazione, promette comunicazioni ultra veloci, collegamenti ultra affidabili a bassa latenza per comunicazioni e interazioni in tempo reale e il supporto di un numero enorme di dispositivi connessi in piccole aree. Oltre a fornire l’accesso veloce a Internet a un maggior numero di utenti, il 5G abiliterà nuove tecnologie e nuove modalità di business in tutti i settori, dalla produzione intelligente ottimizzata alla guida autonoma sicura e alla chirurgia remota. I nuovi prodotti e servizi dovranno diventare 5G-ready. Una simulazione accurata, in tutti gli ambiti della fisica e in tutte le fasi del processo di progettazione, dall’esplorazione iniziale del concept ai collaudi virtuali per la conformità, è essenziale. La 3DExperience di Dassault Systèmes offre un ampio portfolio di tecnologie di simulazione, che include analisi meccaniche, strutturali e di sollecitazione, simulazione elettromagnetica e altri strumenti per la simulazione termica, della fatica e dei sistemi. Insieme ai vantaggi della piattaforma 3DExperience, queste tecnologie consentono di introdurre sul mercato prodotti competitivi rispettando tempi e budget, nonostante le sfide più complesse poste dalla progettazione del 5G.

L’ottavo elemento: cosa caratterizzerà l’agire di Dassault Systèmes nel 2021?

Guido Porro: Dassault Systemes vuole fare leva sulla fantastica presenza dei suoi applicativi Catia, Solidworks e Delmia nel tessuto industriale italiano per proporre una prospettiva di integrazione dei processi aziendali tramite una logica di piattaforma, con 3DExperience, nei settori industriali automotive, industrial equipment, aerospace, energy e AEC. In tutti questi settori lavoriamo già con i big player, ma anche con attori agili e più piccoli di innovazione sostenibile.

A titolo di esempio, sappiamo che il futuro della mobilità risiede nella progettazione e nello sviluppo di veicoli nuovi, più efficienti dal punto di vista energetico e rispettosi dell’ambiente. Per decenni, le persone hanno visto le auto come un modo per aggiungere un tocco di glamour, libertà e chic alla loro vita quotidiana. Oggi, invece, molti associano l’automobile a inquinamento da particolato, emissioni di gas serra, congestione del traffico e rumore. Uno per uno, i produttori di auto si stanno impegnando ad eliminare completamente la produzione di veicoli alimentati da combustibili fossili nei prossimi anni. L’industria automobilistica ha bisogno di reinventarsi. Il futuro apparterrà a una mobilità più verde, auto ibride ed elettriche alimentate da tecnologie intelligenti e che forniscono servizi connessi. In questa fase di importanti trasformazioni, noi siamo al fianco dei grandi player italiani, ma anche dei piccoli e medi fornitori.

 

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