Home Digitale Recovery plan, OVHcloud: è iniziata una nuova era IT

Recovery plan, OVHcloud: è iniziata una nuova era IT

Intervista a John Gazal, VP Southern Europe & Brazil di OVHcloud.

Abbiamo realizzato un ciclo di interviste con le principali società ICT e digitali sul 2021, alla luce del tema del Recovery plan, il piano per la ripresa, economica e sociale, delle nazioni europee.

Il governo italiano lo ha chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Europa ha varato la formula Next Generation EU. A noi, nella sede che ci compete, quella tecnologica, piace declinarlo come Next Generation IT: IT inteso, sia come Information technology, sia come Italia.

Otto domande, le cui risposte ci consentono di portare a evidenza la posizione della società e a costruire un quadro complessivo di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.

Il contesto di partenza, dunque, è quello del Recovery Plan. Dei 196 miliardi di euro che potrà investire il nostro paese, quasi 49 miliardi saranno destinati alla trasformazione digitale della società italiana. Ma il digitale entrerà anche negli altri settori: la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e la transizione verso la sostenibilità energetica e ambientale. In tutti questi ambiti il ruolo dell’ICT sarà centrale nel 2021.

Li affrontiamo sulla base di sette argomenti più uno: tecnologie per il recovery plan, smart working, data driven, cloud, cybersecurity, intelligenza artificiale, 5G. L’ottavo elemento è quello “celato” nel DNA della società e connota in modo inequivocabile e distinguibile la cifra tecnologica, il contributo che darà allo sviluppo digitale nazionale.

Intervista a John Gazal, VP Southern Europe & Brazil di OVHcloud, e quindi responsabile anche del mercato italiano.

Nel contesto del Recovery plan – Next generation IT, quali sono le leve tecnologiche che andranno mosse per prime, per ottenere quali obiettivi?

La rivoluzione digitale ha promosso i dati come una nuova risorsa strategica per aziende e istituzioni. La crescita esponenziale del loro volume alimenta il successo di un ecosistema di specialisti. Questo fenomeno apre ampiamente lo spettro delle opportunità, con il cloud computing che si sta evolvendo in un fattore chiave di sviluppo strategico per le aziende, le istituzioni e la società. Negli ultimi mesi la società e le imprese sono state guidate da una forza tecnologica attraverso un viaggio digitale accelerato. In questo scenario quest’anno l’utilizzo dell’IT ha segnato l’inizio di una nuova era in cui le aziende intendono avere un ruolo più concreto nel cloud, per poter sempre sfruttare al massimo i propri dati.

Lo smart working diventerà strutturale: con quali impatti tecnologici e organizzativi, in termini di workflow?

Una recente indagine promossa da Aidp, Associazione italiana dei responsabili delle risorse umane, evidenzia che più del 68% degli intervistati ha dichiarato che avrebbe esteso lo smart working una volta che saremo tornati a una nuova normalità. Da ciò si evince che in un certo senso viene già considerato strutturale. Anche i settori e le aziende più tradizionalmente conservatori hanno dovuto accettarlo. Questo ha portato a un cambiamento culturale in tutte le organizzazioni, con un ripensamento dei ruoli e delle responsabilità, una ridefinizione del tempo e degli obiettivi e un aumento della fiducia e della collaborazione tra team e individui. Questa trasformazione ha certamente coinvolto le funzioni HR, ma anche i dipartimenti IT, a causa della necessaria installazione di tecnologie che consentono il lavoro a distanza. In questo scenario spesso non c’era tempo per pianificare prima delle pandemie e le aziende hanno dovuto affrontare questioni chiave come la disponibilità di dispositivi personali rispetto a quelli aziendali, il numero di licenze VPN, gli strumenti cloud utilizzati dai dipendenti, la possibilità di un accesso sicuro a sistemi e dati sensibili. La questione della sicurezza era ed è ancora cruciale, non solo dal punto di vista tecnologico ma anche in termini di istruzione sulle regole di base della cybersecurity. Allo stesso tempo, gli operatori IT hanno dovuto dimostrare la loro capacità di reagire in tempo reale alle nuove esigenze del mercato.

John Gazal OVHcloud
John Gazal, VP Southern Europe & Brazil di OVHcloud

Nel 2021 il cloud sarà per tutto e per tutti: il multicloud diventa la nuova pista di decollo?

Credo valga la pena soffermarsi per fare un po’ di chiarezza sulla terminologia, spesso confusa: il cloud ibrido è una combinazione di ambienti cloud che vanno da cloud locali a cloud privati ospitati e servizi cloud pubblici, ciascuno dedicato a casi di uso diversi; il multicloud è una combinazione di due o più provider cloud interconnessi.
Mentre le aziende italiane intraprendono il loro viaggio digitale, assistiamo a un consolidamento di entrambe le tendenze: multicloud ma anche ibrida.

Dato che attualmente nessun cloud può offrire in modo competitivo tutte le soluzioni, le aziende più mature trovano in più cloud la promessa di eccellenza: selezionare le soluzioni migliori dall’intero cloud disponibile per creare un unico ambiente applicativo, in cui tutti i componenti sono interdipendenti.

Un’azienda può scegliere anche un solo provider per ospitare un database, rivolgersi a un altro provider per le sue esigenze di calcolo, archiviare i dati in un’altra posizione e coordinare tutto in un’architettura multicloud. Poiché le applicazioni diventano sempre meno monolitiche e i loro componenti comunicano in modo sempre più standardizzato, è sicuro che multicloud avrà un futuro luminoso davanti a sé. Un altro driver di questa forza è il vendor lock-in: gli utenti italiani del cloud stanno scoprendo che lavorare con un unico provider cloud può portare ad alcune prime economie di scala, ma crea una dipendenza, soprattutto quando i fornitori non utilizzano sistemi standard e interoperabili.

Al pari della salute, la sicurezza è sempre più un tema da regia nazionale. Per quella digitale l’Italia è chiamata a fare un passo avanti. Cosa servirà per compierlo?

La cybersecurity, ma anche la protezione dei dati, sono due temi chiave per tutti i paesi dell’Ue: le notizie che circolano quasi quotidianamente sulla sicurezza informatica; e l’Ue ha una sfida crescente sulla protezione dei dati, a causa del fatto che gli Stati Uniti e la Cina hanno leggi extraterritoriali legate ai dati (Cloud Act e China Internet Security Law), e gli attori”cloud che dominano il mercato globale provengono proprio da queste aree.

In quanto cloud provider europeo, accomunato dagli stessi valori europei, OVHcloud ritiene che tali leggi rappresentino una minaccia per la sicurezza dei dati europei.
Gaia-X, un’iniziativa europea aperta e collaborativa, sta prestando crescente attenzione a questi due aspetti. Il settore pubblico, il settore privato e i settori della R&S hanno unito le loro forze sulla base di valori comuni europei quali la trasparenza, la reversibilità, la sicurezza e la protezione dei dati. Per quanto riguarda la sicurezza informatica, Gaia-X si avvarrà del lavoro svolto dall’Agenzia europea per la sicurezza informatica (Enisa); e per la protezione dei dati, il codice di condotta per la protezione dei dati da parte del Cispe (l’associazione dei fornitori europei di infrastrutture cloud). Siamo molto lieti di constatare che gli attori italiani pubblici e privati sono tra i più impegnati in Europa e che Confindustria guiderà l’hub italiano di Gaia-X.

Sdoganata dalle applicazioni consumer, l’intelligenza artificiale non sembra più essere un “nemico” della società. In che modo la vedremo messa a frutto per la crescita del Paese?

L’intelligenza artificiale, insieme al cloud e al 5G, potrebbe essere un fattore chiave per la crescita futura dell’Italia. Riteniamo che le principali opportunità offerte dall’intelligenza artificiale rappresenti una leva per la produttività e la competitività del settore privato, nonché per la modernizzazione dell’amministrazione pubblica, in un quadro di sviluppo sostenibile.

Il 5G è alle porte. Come si potrà partire contestualizzandolo nei settori del recovery plan?

Lo sviluppo delle infrastrutture 5G è una delle sei missioni relative alla digitalizzazione e all’innovazione indicate nelle linee guida del governo italiano per il piano di ripresa. I fondi stanziati rappresentano un’opportunità cruciale per rilanciare la competitività sia delle grandi che delle piccole imprese e per migliorare la loro trasformazione digitale. Settori come l’industria 4.0, la sicurezza pubblica, l’assistenza sanitaria e i trasporti/logistica possono beneficiare di questi fondi 5G, un modo per colmare il divario in termini di connettività con le altre economie europee avanzate.

Cosa caratterizzerà l’agire di OVHcloud nel 2021?

Nel 2021, OVHcloud ha tre priorità precise in Italia. Continuare a concentrarsi sull’ecosistema italiano delle start up e dei partner. Abbiamo visto una grande attrazione da quando abbiamo rilanciato i programmi Start up e Partner nel 2020. Recentemente abbiamo lanciato le prime sessioni di formazione Partner Academy, la Directory italiana sarà disponibile a breve, e stiamo lavorando anche ad altre novità. Proseguiremo nella stretta collaborazione con i nostri partner tecnologici come VMware, Intel ed Equinix.
Creare soluzioni scalabili per aziende italiane di medie e grandi dimensioni: grazie alla continua innovazione dei prodotti, collaborando strettamente con i partner commerciali e tecnici locali.
Sovranità dei dati: come uno dei 22 membri fondatori di Gaia-X, convinto dell’importanza di un cloud europeo sovrano, reversibile e trasparente, continueremo a impegnarci con attori pubblici e privati per un’ulteriore evangelizzazione su questo argomento chiave.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php