Intervista a Pierfrancesco Angeleri, managing director Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia.
Abbiamo realizzato un ciclo di interviste con le principali società ICT e digitali sul 2021, alla luce del tema del Recovery plan, il piano per la ripresa, economica e sociale, delle nazioni europee.
Il governo italiano lo ha chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Europa ha varato la formula Next Generation EU. A noi, nella sede che ci compete, quella tecnologica, piace declinarlo come Next Generation IT: IT inteso, sia come Information technology, sia come Italia.
Otto domande, le cui risposte ci consentono di portare a evidenza la posizione della società e a costruire un quadro complessivo di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
Il contesto di partenza, dunque, è quello del Recovery Plan. Dei 196 miliardi di euro che potrà investire il nostro paese, quasi 49 miliardi saranno destinati alla trasformazione digitale della società italiana. Ma il digitale entrerà anche negli altri settori: la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e la transizione verso la sostenibilità energetica e ambientale. In tutti questi ambiti il ruolo dell’ICT sarà centrale nel 2021.
Li affrontiamo sulla base di sette argomenti più uno: tecnologie per il recovery plan, smart working, data driven, cloud, cybersecurity, intelligenza artificiale, 5G. L’ottavo elemento è quello “celato” nel DNA della società e connota in modo inequivocabile e distinguibile la cifra tecnologica, il contributo che darà allo sviluppo digitale nazionale.
Intervista a Pierfrancesco Angeleri, managing director Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia.
Nel contesto del Recovery plan – Next generation IT, quali sono le leve tecnologiche che andranno mosse per prime, per ottenere quali obiettivi?
Come Sistema Paese abbiamo un enorme gap da recuperare. Il rapporto Desi 2020 (Digital Economy and Society Index) ci posiziona quart’ultimi davanti a Romania, Grecia e Bulgaria. 25esimi su 28 non è un granché. Considerando che il rapporto prende in esame connettività, competenze digitali, uso di internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali, anche se in qualcuno dei settori siamo meglio del 25° posto, non possiamo affatto essere soddisfatti. Abbiamo sicuramente messo a segno ottimi risultati, uno su tutti la fatturazione elettronica tra privati, ma in altri settori le carenze sono evidenti. Gli sforzi del Pubblico nei servizi digitali sono encomiabili, ma sicuramente bisogna fare di più. È difficile fare una categorizzazione delle priorità. Spesso si deve procedere su tutto il fronte per poter migliorare soprattutto l’efficienza. Il privato e il pubblico devono dialogare per operare insieme e trovare la quadra di uno sviluppo digitale il più omogeneo possibile. Lo squilibrio industriale nord-sud e il digital divide sono palesi, ma gli sforzi per ovviare al meglio e il più rapidamente possibile sono davvero chiari. Faccio l’esempio che ci tocca più da vicino come azienda, esiste un tavolo permanente di discussione tecnologica tra Agenzia delle Entrate ed Assosoftware. L’obiettivo è lo sviluppo digitale per agevolare sia l’Agenzia sia il mondo dei commercialisti e professionisti nell’essere più efficaci e maggiormente consulenziali per lo sviluppo delle imprese italiane, soprattutto le Pmi.
Lo smart working diventerà strutturale: con quali impatti tecnologici e organizzativi, in termini di workflow?
Non so se lo smart working diventerà strutturale, sicuramente verrà utilizzato con maggiore frequenza anche dopo questo disgraziato periodo pandemico. Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia aveva già da un anno e mezzo prima dell’irruzione del Covid-19 avviato lo smart working. Il management è passato da un controllo visivo della produttività ad un approccio più moderno con maggiori deleghe e un’ampia responsabilizzazione dei collaboratori. La crisi Covid-19 ha di colpo accelerato e massimizzato le nostre esperienze in fatto di smart working e di colpo tutta l’azienda si è ritrovata a lavorare da remoto. L’esperienza accumulata nei diciotto mesi precedenti ci ha dato modo di mantenere la produttività, lo spirito di collaborazione, il morale. I collaboratori hanno toccato con mano quanto importanti sono per l’azienda, perché la loro salvaguardia ci ha spinto a un lock-down prima di quello ufficiale. Certo, quando vedremo la fine dell’emergenza sanitaria in qualche modo dovremo riprendere la tematica e trovare un bilanciamento tra presenza fisica in ufficio e lo smart working. Perché se lo smart working favorisce l’equilibrio tra vita professionale e personale, l’incontro fisico stimola la discussione, lo scambio più fluido di idee e concetti e la creatività in generale. Restando sul tecnologico bisognerà fare più affidamento sulle connessioni, la loro stabilità e in generale ad una dotazione sufficientemente adeguata del singolo collaboratore da remoto.
Stiamo costruendo una società che deve imparare a coltivare i dati sin da quando nascono. Cosa servirà fare, soprattutto sul fronte delle Pmi?
I dati sono il petrolio del terzo millennio. Tutti i comparti produttivi ne devono imparare la raccolta e l’interpretazione. Vi sono dei settori industriali dove l’utilizzo dei dati è più evidente e palese. Industry 4.0 è l’esempio più evidente. Con i dati e per i dati nascono tecnologie quali l’Iot, l’IioT, la manutenzione predittiva, i digital self e via elencando. Ma anche per un comparto come il nostro, il Tax & Accounting, i dati sono oggi indispensabili. Il commercialista deve raccoglierli, attraverso le soluzioni digitali che gli mettiamo a disposizione, deve analizzarli, li deve presentare ed illustrare al suo cliente, tipicamente il management o la proprietà di una piccola media impresa, un professionista, un commerciante e dai dati deve trarre le soluzioni strategiche e gestionali per politiche amministrative e fiscali che puntino allo sviluppo delle imprese e delle attività.
Nel 2021 il cloud sarà per tutto e per tutti: il multicloud diventa la nuova pista di decollo?
Il multicloud è un ambiente costituito da più servizi cloud, pubblici o privati, offerti da diversi fornitori. È sicuramente una pista di decollo, ma teniamo presente che non tutti i comparti produttivi viaggiano alla stessa velocità. C’è chi ha già una enorme dimestichezza con i servizi sul cloud e chi invece deve ancora acquisirla. Torniamo al rapporto Desi 2020 secondo il quale tra le piccole e medie imprese, le percentuali di ricorso alle tecnologie digitali avanzate sono decisamente basse: il 17% utilizza servizi cloud e solo il 12 % l’analisi dei Big Data. Nel settore del Tax & Accounting abbiamo una situazione in via di grande sviluppo. Abbiamo molti utenti di applicativi e soluzioni in cloud ma abbiamo anche ancora soluzioni SaaS e in molti casi ancora on premise. Tenderei a dire che il digital divide è un argomento molto intenso in tema di cloud. E non intendo soltanto il digital divide come squilibrio di accesso e connessione, ma anche quello culturale e mentale. Le nuove tecnologie necessitano di una formazione ed un approccio adeguato. Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia lavora molto sull’affiancamento alla clientela in tema di formazione e servizi.
Al pari della salute, la sicurezza è sempre più un tema da regia nazionale. Per quella digitale l’Italia è chiamata a fare un passo avanti. Cosa servirà per compierlo?
Strutture, coordinamento, regole. Sono tanti gli attori della trasformazione digitale, dunque è necessario un unisono che punti ad uno sviluppo corale. Portare in digitale processi produttivi in ogni tipo di settore necessita di un supporto molto robusto in termini di sicurezza. Una cabina di regia nazionale che determini standard e regole mi sembra l’approccio più solido. Poi resta inteso che i livelli di security che i singoli produttori e utilizzatori vogliano aggiungere ed implementare alle loro attività e strutture digitali possano logicamente variare da settore a settore.
Sdoganata dalle applicazioni consumer, l’intelligenza artificiale non sembra più essere un “nemico” della società. In che modo la vedremo messa a frutto per la crescita del Paese?
Ma è certo che l’intelligenza artificiale non è più un nemico. Sono lontani i tempi di HAL di 2001 Odissea nello spazio. L’intelligenza artificiale è un importante vantaggio per tantissimi settori, anche la nostra azienda ha sviluppato applicativi che ne fanno uso. Genya Revisya, ad esempio, lanciata nel 2020, è un’innovativa soluzione digitale che si rivolge al Revisore Legale, un professionista esterno all’impresa e incaricato dalla stessa di controllare la regolare tenuta della contabilità e dei bilanci. La nostra innovativa soluzione si adatta alle esigenze di revisori singoli, collegi sindacali e società di revisione e con essa il revisore si avvantaggerà di un processo guidato che gli eviterà errori e imprecisioni e otterrà analisi precise. La nuova soluzione digitale consentirà più agevolmente l’elaborazione di una strategia di revisione efficiente grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale che consentiranno tra l’altro di minimizzare il volume di controlli da effettuare a parità di rischio.
Il 5G è alle porte. Come si potrà partire contestualizzandolo nei settori del recovery plan?
Abbiamo già accennato alla connettività e alla necessità italiana di operare sul digital divide. Il 5G è un’occasione da non perdere. In Europa solo 17 Stati membri hanno già assegnato lo spettro all’interno delle bande pioniere 5G, primi tra tutti, Finlandia, Germania, Ungheria e Italia. Siamo tra i precursori di questa tecnologia di connessione e dobbiamo cercare di sviluppare una rete 5G la più efficiente possibile. La connessione stabile e ultraveloce è un fattore di competizione importantissimo. Non possiamo limitarci a parlare di guida autonoma o di gaming. Per esempio abbiamo la possibilità di sviluppare la telemedicina, e perché no, ne abbiamo parlato anche prima, anche lo smart working. Per non parlare dei vantaggi che si possono ottenere anche per la didattica a distanza. In questo caso non mi fermo alle necessità scolastiche nate con la pandemia, ma penso a quelle tante realtà disagiate nella nostra penisola. Siamo un Paese lungo e stretto con tante montagne e molti paesi che spesso, soprattutto d’inverno, restano isolati. Certo proprio la conformazione morfologica del nostro paese fa da freno ad un piano di sviluppo del 5G omogeneo. È però una tecnologia che può davvero incidere tanto sulle possibilità di sviluppo del nostro Paese.
Cosa caratterizzerà l’agire di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia nel 2021?
Il nostro mercato è essenzialmente composto da studi professionali, commercialisti e piccola e media impresa. A loro è dedicata la nostra massima attenzione e affiancamento nella trasformazione digitale. Nuove soluzioni, formazione e servizi caratterizzano il nostro rapporto con la clientela sempre più composta da partner che credono nella nostra ricerca e sviluppo e nella nostra dimensione societaria multinazionale ma dedicata localmente per quanto attiene la capacità chirurgica di servizi, assistenza e interpretazione delle necessità locali. La trasformazione digitale nel Tax & Accounting è un processo avviato che giorno dopo giorno si sviluppa e include nuovi attori e nuove soluzioni. Siamo orgogliosamente leader di questo mercato e l’impegno è costante per il mantenimento della nostra preminenza. Sono i nostri clienti che certificano la riuscita dei nostri progetti ed il raggiungimento dei nostri obiettivi.