Dove i chatbot dimostrano la loro utilità è soprattutto nella capacità di eseguire operazioni manuali ripetitive su scala.
Ecco perché l’automazione è diventata un caso d’uso chiave per i chatbot. Inoltre, possono farlo con un’efficienza molto più elevata rispetto a quella degli esseri umani. Per questo il loro utilizzo potrebbe allargarsi al settore delle risorse umane e del recruiting del personale.
Pensiamo al lavoro manuale dei professionisti delle risorse umane che devono raccogliere informazioni dai candidati, come il loro curriculum vitae e le informazioni di contatto, fare domande di screening sull’esperienza, le conoscenze e le competenze dei candidati, classificare i candidati in base a metriche quali qualifiche, assunzione o attività recenti, rispondere alle domande frequenti sul lavoro e sul processo di candidatura e pianificare un colloquio con un reclutatore umano.
Un chatbot HR potrebbe fare tutto questo lavoro, e inviare solo i profili più rilevanti per l’Hr. Questo è tutto tempo risparmiato che vita un lavoro ripetitivo, tempo che le risorse umane possono spendere per altre attività importanti, come la preparazione delle interviste che devono andare in profondità per definire la personalità e le capacità del candidato.
Inoltre, dal momento che le chat HR sono essenzialmente software che funzionano su macchine, potrebbero essere codificate per fare più lavoro ripetitivo in meno tempo, rispetto a un Hr umano.
Il chatbot deve capire le metriche
Nel corso del tempo, il componente di apprendimento automatico del recruiting chatbot inizierà a capire quali metriche dovrebbe monitorare nei candidati. Tutte queste informazioni possono essere raccolte in tempo reale e simultaneamente su centinaia o migliaia di candidati e inserite in un Ats (Application tracking system) o seguite direttamente da un reclutatore umano. Un esempio interessante di questo è Mya.
L’Hr bot dialoga e aggrega i dati per effettuare uno screening preliminare dei richiedenti. Mya risponde anche a domande sull’azienda e la sua cultura. Poi presenta a un selezionatore un gruppo di candidati classificati in base a diverse metriche.
Mya è una chatbot Hr che si basa sull’apprendimento automatico e l’elaborazione del linguaggio naturale e si evolve con la pratica, quindi è un esempio di come un chatbot di questo tipo può imparare e migliorare nel tempo.
Utilizzare le capacità di un chatbot di parlare con più candidati alla volta e analizzare migliaia di curriculum ridurrebbe i tempi di assunzione. Inoltre, i chatbot Hr potrebbero potenzialmente aiutare i selezionatori a selezionare il candidato più qualificato con maggiore precisione, riducendo le possibilità di perdere tempo e denaro per la selezione sbagliata.
Stella è un chatbot che aiuta le aziende a trovare i dipendenti e le persone in cerca di lavoro. L’azienda dice che può aiutare le aziende a ridurre il tempo necessario per trovare un nuovo dipendente dell’80%, da circa due mesi a due settimane.
Il chatbot utilizza l’intelligenza artificiale per verificare le qualifiche di un potenziale candidato e assicurarsi che ci sia una buona corrispondenza con l’azienda prima di selezionarlo. Stella gestisce anche le candidature dei candidati per aiutarli a migliorare le loro possibilità di trovare un lavoro.
Altro aspetto interessante è che tramite il chatbot è possibile evitare quel buco nero dove si infilano i curriculum vitae inviati dai potenziali dipendenti ai quali non viene mai data risposta.
Anche qui i chatbot possono essere d’aiuto perché possono rimanere in contatto costante con i candidati quando i selezionatori non lo possono fare, tenendoli informati su dove sono nel processo e inviando notifiche una volta che una posizione è stata occupata.
Questo è un grosso carico di lavoro che pesa sulle spalle dei reclutatori e potrebbe contribuire a una diminuzione del numero di candidati che non aderiranno a causa di una mancata di risposta. Le chatbot Hr più avanzate possono raccogliere dati dalle conversazioni con i candidati e utilizzarli per determinare quale candidato è più qualificato per la posizione.
Xor è un bot intelligente per il reclutamento che aiuta le aziende a coinvolgere, selezionare e interagire con ogni candidato. Il bot deve essere integrato con le offerte di lavoro in modo da poter guidare i candidati attraverso il processo di assunzione.
Il successo di Vera
Altro esempio di successo è Vera che è già stato utilizzato da grandi aziende come Pepsi, Auchan, Ikea e L’Oreal. Secondo gli sviluppatori permette alle aziende di ridurre di un terzo tempi e costi della ricerca delle figure professionali più diverse.
Lanciato da Stafory, una startup di San Pietroburgo ha la capacità di selezionare da cinque siti internet gli annunci di lavoro idonei alla posizione richiesta dal cliente, contatta i candidati e spiega in cosa consiste il lavoro. Il passo successivo consiste nella intervista alle persone che appaiono più indicate.
È in grado di chiamare in voce o in video centinaia di persone nello stesso minuto e di ridurre i pretendenti al posto di lavoro al 10% che ritiene più adatto. Per darle anche una sembianza umana Vera appare come una donna dagli occhi chiari e i capelli castani con una camicia a quadri e gli sviluppatori sono al lavoro per farle avvertire anche sentimenti come rabbia, soddisfazione e delusione.
Lanciata nel 2016 è stata utilizzata in Medio Oriente e in progetti pilota in Europa e Stati Uniti. In particolare per la Pepsi ha svolto un lavoro mostruoso effettuando oltre 40mila chiamate e inviando 37mila mail. Alla fine però l’ultima parola per l’assunzione non tocca a lei. Almeno per il momento.