La società del North Carolina prova a prendersi lo scettro del mercato Linux enterprise, con nuovi progetti, nuovi clienti e conti in piena salute.
22 dicembre 2003
Cominciamo con i conti. Buoni. Red Hat ha chiuso il terzo trimestre fiscale dell’anno 2004 con un aumento del 36% fatturato, che si è stagliato oltre i 33 milioni di dollari, superando così abbondantemente le stime di analisti come Merrill Lynch, che non vedevano possibilità oltre i 31 milioni di dollari.
Straordinaria la performance degli utili, che sono passati da 214mila dollari dell’anno precedente ai 4,1 milioni di dollari attuali (due centesimi per azione).
Motivi della crescita sono le oltre 33mila sottoscrizioni del software Red Hat occorse nel trimestre, 7mila in più rispetto al quarter precedente, 2.500 delle quali si riferiscono a nuovi clienti tout-court e 3mila a utenti che hanno aggiornato Rhel (Red Hat Enterprise Linux), e che portano il montante annuale a 125mila sottoscrizioni.
Passiamo alle acquisizioni. In particolare a quella di Sistina Software, che si completerà entro il prossimo gennaio. L’integrazione dei programmatori e delle tecnologie di Sistina aiuterà Red Hat a sviluppare l’offerta business sul versante storage.
Sistina, infatti, è portatrice di volume manager (al pari, per esemplificare, di Veritas) in campo opensource. Il che allinea la strategia di sviluppo della società del North Carolina a Linux in sé, dato che la prossima versione 2.6 del kernel punta proprio a migliorare la gestione dei volumi.
Novità ce ne sono anche sul fronte dei progetti in corso d’opera, in particolare sull’application server e su Fedora.
Il primo è arrivato finalmente alla fase beta, confermando così il probabile rilascio per la prima metà del 2004.
L’application server, con il supporto a J2Ee, è destinato ad animare la Open Source Architecture di Red Hat, insieme a software di clustering e strumenti di programmazione che fanno capo al progetto Eclipse, e utilizza Jonas, un software Java realizzato da ObjectWeb.
Il progetto Fedora, ovvero ciò in cui si è trasformata la vecchia distribuzione, è entrato nella fase due del core, ed è atteso sul mercato per aprile con una versione aderente ai principi del kernel Linux 2.6.
Il primo test ufficiale di Fedora 2 sarà completato entro la fine di gennaio. Dopodiché i mantainer lavoreranno per rilasciare ai primi di aprile il prodotto, che costituirà, tra l’altro, la base di riferimento per le future versioni di Rhel.
Inclusi negli step del progetto ci sono i supporti di Gnome 2.6 e Kde 3.2 come desktop, di progetti Java come Tomcat, Jakarta ed Eclipse, e di architetture processore non-Intel, come Amd64 (sicuro) e Sun Sparc (probabile).