Cosa muove un fornitore di tecnologia abilitante l’innovazione open come Red Hat a entrare nel campo dell’Internet of Things, posto che i confini di questo terreno mutano ogni giorno, si ampliano, modificano il loro tracciato? E in che modo lo fa?
Ne abbiamo parlato con Giovanni Pirola, Regional Services Manager Italy
Con quali asset tecnologici Red Hat indirizza le tematiche Internet of Things?
Nello scenario complesso dell’Internet of Things Red Hat è attore protagonista attraverso i prodotti di integrazione. Ci proponiamo nello strato di interfacciamento ai device di campo, attraverso il prodotto JBoss A-MQ che supporta pienamente il protocollo MQTT. I dati possono essere filtrati e lavorati con JBoss Business Rules Management System, per essere poi salvati attraverso soluzioni supportate da Red Hat Storage e trasferiti ai sistemi aziendali attraverso le suite di integrazione Red Hat (JBoss Fuse, JBoss Data Virtualization, JBoss Fuse ServiceWorks).
Che soluzioni propone e a quali aziende?
Ci proponiamo come fornitore tecnologico per tutte le tipologie di aziende e, grazie alla partnership con attori quali Eurotech, Red Hat è in grado di proporre soluzioni verticali anche nei settori smart city e smart energy.
Qual è il ruolo di Linux e dell’opensource in genere nell’attuale scenario Internet of Things?
Lo scenario è estremamente diversificato in termini di device e di tipologie di carichi di lavoro. Open Source e Linux in particolare sono la risposta più appropriata per ampliare lo spettro dei possibili attori in questo mercato. Linux è significativo nell’architettura dei gateway, concentratori dei rilevamenti effettuati sul campo che possono essere dotati di notevole capacità di calcolo. Lato enterprise, le attuali soluzioni di virtualizzazione basate su OpenStack forniscono le funzionalità di scalabilità orizzontale e software defined storage chiave per definire un business model IoT che possa essere incrementale e non richiedere ingenti investimenti fin dal primo giorno
Quali benefici si prospettano per le aziende, per Red Hat stessa e per il mercato IT nazionale?
Internet of Things promette vari benefici, è difficile elencarli tutti. Per le aziende, la possibilità di avere una analisi puntuale della qualità dei propri servizi, in real time, o near real time, e con la granularità del singolo apparato. Ciò significa ad esempio un miglior controllo dei costi e dunque un risparmio: si pensi ad esempio ad un sistema che regoli la manutenzione non in base alle ore di lavoro ma sulla base dell’effettivo consumo di una risorsa. Oppure la possibilità di analizzare puntualmente i comportamenti del pubblico e offrire servizi mirati. Per Red Hat l’opportunità di ampliare il proprio livello di coinvolgimento con le aziende, fornendo uno spettro di prodotti ampio ed affidabile. Per il mercato si tratta di una tecnologia emergente nella quale investire per cercare di guadagnare quote di mercato non solo in Italia.
Internet of Things e mobility come si intersecano?
I device IoT possono essere mobili: un’automobile non è forse un grande device? Difatti il mercato assicurativo ha già abbondantemente percepito l’opportunità attraverso le scatole nere e le polizze personalizzate sui comportamenti di viaggio. Esiste poi tutto il settore di presentazione delle rilevazioni effettuate dai device sui dispositivi mobili di ogni tipo, per fornire funzioni di controllo agli operatori o ai cittadini.
Internet of Things è fonte di Big Data. Come si deve attrezzare chi vuole innovare?
Il supporto a un progetto Internet of Things deve avvenire attraverso un insieme di attori specializzati negli specifici sotto settori che il progetto IoT coinvolge. Per quanto riguarda i Big Data, le soluzioni più adatte alla tipologia di dati generati da un sistema IoT si trovano nella categoria dei Database NoSQL. A queste soluzioni devono essere poi accoppiate soluzioni adeguate per effettuare l’analisi di questa mole di dati. In questo ambito, Red Hat è in grado di supportare i propri clienti attraverso partnership con società di primo piano.