L’intervista a Bruno Paneghini, di Reti Spa.
A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.
Per Reti Spa ci ha risposto il Presidente e AD, Bruno Paneghini.
Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?
Reti, quale società di consulenza in ambito IT, è fin dalla sua nascita al fianco delle imprese che costituiscono il tessuto economico del Paese, per accompagnarle alla scoperta e alla conquista di nuove opportunità di business attraverso il digitale. Il PNRR rappresenta una grande opportunità per alimentare la crescita delle aziende attraverso le nuove tecnologie digitali, e su questo fronte Reti è in prima linea con un’offerta che si fonda su tre pilastri:
- Il primo riguarda le soluzioni IT e comprende la creazione di soluzioni applicative per la gestione dei processi aziendali, la condivisione delle informazioni e la facilitazione dei processi collaborativi, unendo la conoscenza del business allo sviluppo di soluzioni tecnologiche; inoltre comprende lo sviluppo di piattaforme e infrastrutture IT adeguate alle esigenze di innovazione, networking e digitalizzazione dei clienti.
- Il secondo pilastro ci vede attori in qualità di managed service provider, offriamo ai nostri clienti un servizio di gestione e assistenza su infrastrutture e applicazioni, che fa leva su un monitoraggio costante dei sistemi informativi del cliente e un’operatività proattiva per prevenire l’insorgere di problemi.
- Infine, il terzo elemento su cui si basa la nostra proposta è la consulenza di business, che si concretizza attraverso la comprensione delle esigenze e delle opportunità all’interno del contesto aziendale del cliente, raccomandando soluzioni che consentano all’organizzazione di raggiungere i propri obiettivi strategici.
Gli ambiti tecnologici su cui Reti opera sono trasversali all’intera infrastruttura informatica, e attingono a tutti i punti toccati dal PNRR. In particolare, riguardano il supporto alle strutture di governance dei clienti tramite soluzioni di project management e business analysis; consulenza strategica, di business e tecnica in ambito ERP; esecuzione di progetti di migrazione e sviluppo su Cloud; realizzazione di progetti di integrazione e monitoraggio di soluzioni in ambito IoT; implementazione di soluzioni di business and artificial intelligence per la trasformazione ad azienda «data driven»; cybersecurity per la protezione dei sistemi e dei processi critici delle aziende, assicurando disponibilità, integrità e riservatezza.
Inoltre, in qualità di soci fondatori di due importanti realtà formative come Fondazione TTF (Fondazione Tech Talent Factory di Milano) e Fondazione ITSINCOM di Busto Arsizio, Reti Investe nella formazione dei giovani affinché acquisiscano le competenze necessarie per supportare i clienti nel loro percorso di trasformazione digitale.
Un altro importante progetto per Reti è quello a favore delle persone fragili attraverso un corso biennale di preparazione e specializzazione sulle tematiche ICT.
Ispirati dalla nostra grande passione per la tecnologia, grazie a rapporti di partnerrship con i principali operatori del mondo IT, ma soprattutto guidati dal desiderio di costruire un futuro migliore, ci posizioniamo come partner esperti, innovativi e affidabili per aiutare le organizzazioni a cogliere le opportunità offerte dal PNRR.
Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?
La cybersecurity in azienda è tra i temi che la pandemia ha riportato al centro dell’attenzione. Secondo il rapporto Clusit 2021, che rendiconta gli eventi più significativi di cybercrime occorsi in Italia nel corso del 2020, si sono registrati numeri preoccupanti per quanto riguarda gli attacchi informatici subiti dalle aziende: nell’arco dei 12 mesi, sono stati rilevati 1.871 attacchi gravi di dominio pubblico su un fronte molto ampio, che ha coinvolto non soltanto l’ambito aziendale ma anche pubblico e sociale. A fronte di 945 miliardi di dollari di danni generati dal solo cybercrime nel 2020, nello stesso anno la spesa globale in ICT security è stata di 145 miliardi di dollari (di cui 1,5 miliardi in Italia). Ciò significa che per ogni dollaro investito in sicurezza sono stati causati 7 dollari di perdite.
Tale incremento è conseguente alla situazione contingente: le aziende si sono strutturate e organizzate per gestire la sicurezza delle proprie risorse, ma l’emergere del fenomeno del lavoro da remoto ha portato a galla una serie di ripercussioni sul piano della sicurezza informatica che si sono trascinati anche nel 2021. I collegamenti da casa dei dipendenti, spesso equipaggiati con notebook non del tutto adeguati a fornire una protezione sicura alle risorse aziendali, collegati attraverso connessioni pubbliche e condivise con computer facilmente attaccabili sulla stessa rete casalinga, hanno aperto nuove opportunità per il cybercrime.
Con l’emergere dello smart working, il perimetro naturale dell’azienda si è esteso e con esso i confini della sicurezza si sono allargati: per quanto le reti VPN (Virtual Private Network) possano consentire un accesso da remoto alle reti aziendali, è necessario porre costantemente attenzione alle nuove vulnerabilità dei software utilizzati e soprattutto alla sicurezza degli endpoint, per non favorire attacchi da remoto, diventando vittime o complici inconsapevoli di questa tipologia di attacchi.
A livello globale, si stima che la spesa delle aziende per proteggersi supererà i mille miliardi di dollari nel 2021: cifra importante, ma ancora insufficiente per tenere al sicuro i dati degli utenti, gli impianti industriali e le proprietà intellettuali in genere. La cosa più importante, infatti, quando si parla di sicurezza informatica è l’intelligence, cioè riuscire a restare informati su quello che succede in modo da strutturare le difese informatiche nel modo migliore, al passo con il ritmo imposto dai criminali informatici.
Per il 2022, Reti si pone come sempre l’obiettivo di essere un partner affidabile, in grado di fornire ai propri clienti competenze specialistiche e strumenti all’avanguardia, per gestire e monitorare tecnologie e processi, affinché si possano evidenziare potenziali violazioni informatiche e coordinare le risposte necessarie a mantenere in sicurezza gli asset e il capitale digitale dell’azienda. Un esempio di tale impegno è dato dal nostro servizio SOC (Security Operations Center) con cui proteggiamo gli asset e i processi critici dei sistemi IT dei clienti, assicurando disponibilità, integrità e riservatezza. Reti, in particolare, assiste le aziende con un focus costante su cinque aspetti chiave della cybersecurity, messi in evidenza anche dall’Unione Europea: la corretta gestione delle identità e degli accessi; la definizione puntuale delle misure di sicurezza del dato; l’attivazione di difese perimetrali e di rete; l’implementazione di procedure collaudate e di una corretta formazione del personale; un’attività di sensibilizzazione dei dipendenti sui rischi con corsi ad hoc; monitoraggio, misurazione e miglioramento costante dell’attività di sicurezza informatica rispetto agli incidenti che si possono verificare, all’avanzamento delle nuove tecnologie e dell’evoluzione del business.
Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?
Nell’ultimo anno c’è stato un drastico cambiamento nelle esigenze di business dovute alla nuova modalità lavorativa e alla necessità di poter collaborare in sicurezza: il cloud ibrido si è quindi stabilito come architettura IT dominante. I risultati forniti da uno studio globale di IBM sulla trasformazione del cloud, indicano che il mercato del cloud è entrato nell’era ibrida e multi-cloud e che le preoccupazioni intorno al vendor lock-in, alla sicurezza, alla conformità e all’interoperabilità rimangono fondamentali.
Anche lo scenario italiano segue questo trend. Ad esempio, dall’inizio della pandemia di Covid-19, l’uso di un singolo cloud pubblico o privato è passato dal 32% all’1%, prediligendo una soluzione ibrida. Se 2 aziende su 3 ritengono di aver quasi completato il loro percorso di adozione del cloud, quasi il 79% degli intervistati ritiene che il vendor lock-in ostacoli il miglioramento delle performance aziendali. La mancanza di interoperabilità tra i cloud frena l’adozione del cloud, la velocità, la migrazione e le opportunità di risparmio sui costi. Si profila quindi sempre più necessario un partner IT competente e in grado di far esprimere tutto il potenziale del cloud. In questo scenario, la nostra esperienza e la formazione continua sono a supporto di quelle aziende che vogliono ottenere i massimi benefici dal cloud, offrendo soluzioni sia in ambito tecnico che manageriale, per rivedere i processi aziendali, favorire nuove modalità di lavoro e apportare miglioramenti a singoli progetti.
Reti si pone quindi come un partner affidabile grazie alle forti competenze tecnologiche ed esperienze di adoption dei servizi Cloud in ambienti enterprise, supportando i clienti nell’adozione dei servizi Cloud mantenendo una visione d’insieme nel rispetto dei processi di business.
Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?
La creazione di valore per gli Stakeholder, secondo un modello di business sostenibile, è un driver strategico di Reti. L’azienda, con il fine di rafforzare il proprio ruolo di ponte tra la realtà del lavoro e il territorio, è impegnata per generare un impatto sociale e culturale positivo, mettendo a disposizione il proprio Campus per eventi formativi e culturali, sostenendo un modello di impresa interdipendente, aperta allo scambio e alla contaminazione con tutti i propri Stakeholder.
L’impegno di Reti è anche quello di rafforzare le relazioni con i clienti per la creazione di prodotti e servizi innovativi che possano contribuire a realizzare obiettivi ambientali e sociali, facendo leva su progettualità imprenditoriali aperte in termini di scambio di idee e competenze. Inoltre, puntiamo sull’adozione di politiche e modelli operativi che possano ottimizzare l’utilizzo di risorse energetiche, contribuendo all’affermazione di modelli di “Green IT”.
La strategia di Reti ha l’obiettivo di consolidare la posizione dell’azienda nel mercato IT, facendo leva sulle linee guida che storicamente ne hanno caratterizzato la crescita, ovvero attraverso il continuo sviluppo di competenze che possano consentire di ampliare e diversificare il portafoglio clienti e le soluzioni offerte. Gli obiettivi di Reti sono coerenti con i principi di un modello di sviluppo sostenibile, rispetto al quale il settore IT viene riconosciuto come strategico. Essi riguardano: la trasformazione digitale quale motore di sviluppo, l’innovazione che punti su ricerca e sviluppo applicate e favorisca le idee a sostegno delle filiere produttive;,lo sviluppo sostenibile e inclusivo, dove l’innovazione è al servizio delle persone, delle comunità e dei territori, nel rispetto della sostenibilità ambientale.
Per il raggiungimento di tali obiettivi è necessario effettuare investimenti per lo sviluppo e la realizzazione di infrastrutture che garantiscano l’affidabilità dei servizi IT ed il continuo sviluppo di competenze tecnologiche adeguate. In questo contesto, il «Campus» Engineering Solutions & Technologies, concepito secondo criteri di building automation, è l’asset strategico della società, un Centro di Innovazione dove vengono pensati e sviluppati i nostri progetti. Nella nostra visione, il Campus ha il ruolo di creare spazi che promuovano, in pieno stile contemporaneo, la creatività e l’innovazione proprio attraverso la “contaminazione”.
A conferma della bontà della strategia dell’azienda in ambito ESG, nel corso del 2020 Reti ha avviato il processo di trasformazione in Società Benefit, una forma di società a scopo di lucro, ma caratterizzata da un livello più alto di trasparenza e accountability, che ne rafforza l’assunzione dell’impegno per il perseguimento dei propri obiettivi di business in modo responsabile. Inoltre, a febbraio 2021, Reti ha ottenuto anche la certificazione BCorp, diventando la prima emittente italiana quotata a ottenere questo prestigioso risultato, con un punteggio di 82.4, a conferma della volontà della società di proseguire con impegno nella costruzione di una cultura aziendale sempre più orientata al beneficio comune attraverso lo sviluppo di processi di digitalizzazione e d’innovazione sostenibile.
L’idea ICT del 2022
Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?
Il lavoro ibrido sta diventando la nuova modalità lavorativa per eccellenza. Le aziende devono quindi trovare soluzioni più smart che consentano ai dipendenti di essere produttivi dove vogliono e quando vogliono. Per farlo in tempi rapidi e in maniera efficiente è necessario affidarsi ad un System Integrator in grado non solo di consigliare la tecnologia migliore da utilizzare ma anche di valutare gli impatti sui processi aziendali e l’integrazione con le procedure già in essere fornendo la resilienza e la scalabilità di cui hanno bisogno per continuare a essere competitivi in un mondo in rapida evoluzione.
Questo approccio si traduce in una strategia efficace per creare uno spazio di lavoro ibrido. Oltre a fornire gli strumenti giusti ai team con gli hardware e le infrastrutture di cui hanno bisogno per lavorare da qualsiasi luogo, è necessario connettere le persone con il software giusto per consentire una collaborazione efficace. La gestione documentale e gli strumenti di comunicazione sono fondamentali in questa fase.
Infine, è necessario ottimizzare i processi per utilizzare la nuova tecnologia e i servizi al massimo delle loro potenzialità. L’ottimizzazione consente al vostro staff di operare in modo fluido ed efficiente grazie alla formazione, di snellire i processi e di automatizzare le attività. Ma affinché si possa parlare di Hybrid Working è fondamentale anche prendersi cura degli spazi fisici rendendoli fluidi, accoglienti, semplici e sicuri. Dai sistemi di prenotazione dei desk e delle sale ai digital signage, tante sono le soluzioni per supportare le relazioni tra chi lavora da remoto e chi lavora in presenza.