Di sicuro Apple non sarebbe esistita senza il grande interesse verso l’informatica personale che si diffuse all’inizio degli anni Ottanta e probabilmente il boom di prodotti storici come Apple II e il primo Mac non sarebbe stato possibile senza il successo, prima, di quelli che venivano definiti genericamente home computer. Oggi che i sistemi operativi che vanno per la maggiore si contano sulle dita di una mano sembra strano pensare che allora potessero convivere una decina di piattaforme diverse tra Commodore, ZX Spectrum, Atari, Texas Instruments e compagnia. Eppure.
È divertente, a decenni di distanza, riprendere in mano (virtualmente) qualche home computer per capire come gli utenti di allora potevano trarre il massimo da sistemi le cui caratteristiche oggi ci sembrerebbero ridicole anche per uno smartphone da pochi euro. La grande differenza rispetto a oggi è che gli utenti erano assolutamente incoraggiati a fare da soli, dando loro in mano gli strumenti per programmare (con pazienza) piccole applicazioni.
Esistono vari modi per emulare su Mac gli home computer, ne esamineremo alcuni partendo da un grande classico degli anni Ottanta: lo ZX Spectrum.
Emulare lo ZX Spectrum: Fuse
Il vantaggio dello ZX Spectrum, dal punto di vista dell’emulazione, è duplice. Innanzitutto esiste un emulatore di riferimento – Fuse – che è una scelta praticamente obbligata e ha un porting specifico per macOS. Un altro vantaggio è legato al funzionamento dei vecchi home computer: non avendo storage integrato se non la memoria di sistema, i programmi erano commercializzati sotto forma o di cartucce hardware o di cassette audio.
Senza questi supporti – genericamente chiamati ROM – un emulatore rischia di fare poco. Per lo ZX Spectrum non è difficile rintracciare ROM virtuali su Internet, sempre tenendo presente che la loro distribuzione è teoricamente una violazione del copyright. Ma molte delle software house che hanno in origine prodotto quelle ROM nemmeno esistono più, quindi…
Scaricato Fuse lo si salva sul Mac e lo si esegue la prima volta con il comando Apri dal menu contestuale, altrimenti Gatekeeper lo blocca. Parte il nostro ZX Spectrum emulato e la prima cosa che ci conviene fare è dare il comando View > Zoom 3x per non vedere lo schermo alla sua risoluzione nativa di 256 x 192 pixel, oggi praticamente un francobollo.
Tra ROM e ROM
Le ROM sono file di poche decine di kilobyte, si caricano “nello” Spectrum con il comando File > Open e si eseguono automaticamente. Altri menu utili sono Machine, dove troviamo comandi per il debug dei programmi e per resettare lo ZX Spectrum se qualcosa non funziona (e con le ROM virtuali prima o poi accade), e Media, per emulare i vari tipi di supporti di storage che l’home computer ha previsto nel tempo.
Senza ROM possiamo usare il sistema operativo standard dello ZX Spectrum, o meglio la sua interfaccia testuale che era – nella logica del “fai da te” di quegli anni – un interprete BASIC con cui si potevano scrivere programmi. Non è semplicissimo da usare perché l’home computer originale integrava una tastiera particolare in cui ogni tasto aveva associati diversi comandi BASIC selezionabili con modificatori. Usare il BASIC con una tastiera normale senza vedere i comando che si digitano non è banale.