L’annuncio è arrivato dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, secondo il quale l’Italia è andata oltre quanto richiesto dalla direttiva.
Per il Sistri, il contestato sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi, è in arrivo l’ennesima retromarcia del suo tormentato tragitto. Il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha dichiarato che il Governo sta per eliminare l’obbligo di tracciabilità per la generalità dei rifiuti, mantenendolo soltanto per quelli considerati pericolosi. Un notizia che cambia completamente le carte in tavola: appena lo scorso marzo l’ex ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, aveva firmato un decreto che prevedeva l’attivazione del sistema già dal primo ottobre 2013 per i produttori di rifiuti pericolosi con più di dieci dipendenti e per gli enti e le imprese che gestiscono rifiuti pericolosi, mentre per tutte le altre aziende l’avvio era stato fissato al 3 marzo 2014.
Una decisione che aveva provocato le ire delle associazioni degli artigiani e degli imprenditori, che hanno sempre lamentato la farraginosità e i costi eccessivi del Sistri che, in linea teorica, sarebbe dovuto entrare definitivamente in funzione nel 2011 con il nobile intento di sconfiggere le ecomafie. L’annuncio di Zanonato, però, sembra destinato a rimettere in discussione il funzionamento del meccanismo: «Ci sono 300.000 mezzi che ogni giorno si muovono per smaltire rifiuti in Italia – ha spiegato Zanonato – e questa revisione permetterà un miliardo di euro di risparmio all’anno: sulla direttiva europea che ha introdotto il Sistri ci siamo comportati con una procedura che in gergo viene chiamata di ‘Gold Plating’, estendendo l’obbligo a tutti i rifiuti e non solo a quelli pericolosi, andando quindi oltre alle indicazioni della stessa direttiva».