La tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) non è nuova. Solida e affidabile, esiste da decine di anni, impiegata per tracciare processi e prodotti in molti settori industriali, dall’automotive al farmaceutico.
Ora sta tornando sotto i riflettori da protagonista dell’Internet of Things (IoT) per i negozi di tutte le dimensioni, e gli analisti del settore la proclamano “killer app” dell’ecosistema IoT in ambito retail.
I grandi vantaggi dell’RFID sono noti da tempo, ma il costo relativamente alto dei tag RFID attivi e dei lettori, unito all’incapacità di molte aziende di estrarre dati utili, hanno impedito a questa tecnologia di raggiungere il suo vero potenziale nel settore retail.
Tutto questo sta per cambiare con l’avvento dell’IoT e ne parliamo con Gianluca Salvaneschi, Head of Strategic Business Development & IoT Southern & Central Europe di Orange Business Services.
Il produttore inglese di camicie di lusso Thomas Pink ha lanciato un progetto IoT pilota nel suo negozio di New York, che impiega tecnologia RFID a ultrasuoni (UHF) per monitorare il movimento dei prodotti in tempo reale, aumentando l’efficienza e portando l’inventario quasi al 100% di accuratezza.
I tag RFID attivi hanno un trasmettitore e una fonte di alimentazione, in genere una batteria, e trasmettono automaticamente il loro segnale. I tag passivi non hanno una fonte di alimentazione: trasmettono un segnale soltanto quando ricevono l’energia a radiofrequenza inviata da un lettore vicino al tag.
Per Salvaneschi i tag RFID attivi, utilizzati per identificare e individuare le merci in vendita e fornire dati in tempo reale a livello globale, hanno ora un punto di prezzo abbastanza basso per essere adottati in massa nei negozi, e il bello è che possono integrarsi facilmente nei sistemi e nelle analytics IoT
Oltre a identificare in modo univoco gli oggetti, i tag RFID attivi gli consentono di comunicare dati in modalità wireless. Al livello base forniscono dati su cosa sia la “cosa” scansita. Insieme a sensori e GPS, possono fornire informazioni dettagliate sulla “cosa”, consentendo di monitorarne il ciclo di vita completo.
La catena europea di alimentari Eurocash utilizza una soluzione di RFID attivo per gestire la temperatura dei suoi frighi nei negozi e nei magazzini in Polonia. La tecnologia monitora la temperatura di tutti i prodotti secchi, freschi e surgelati mentre passano attraverso la supply chain fino ai negozi per garantire il livello di qualità del prodotto quando raggiunge il cliente.
Le principali aree di crescita per l’RFID includono la gestione dell’inventario, il monitoraggio del comportamento dei clienti, la prevenzione delle perdite e la vendita al dettaglio omnichannel. Un elenco crescente di catene statunitensi, tra cui Macy’s, Walmart e Target, ha introdotto ambiziosi programmi RFID. Oltre a consentire di monitorare meglio l’inventario e di mantenere i negozi sempre forniti, Target crede che i tag RFID permetteranno di sbrigare gli ordini online per il ritiro in negozio.
Da RFID una spinta all’omnichannel
Alcuni early adopter stanno già utilizzando l’RFID per ottimizzare la loro strategia omnichannel, offrendo un’eccellente esperienza al cliente indipendentemente da come si effettui il loro acquisto finale.
La vendita di etichette RFID UHF passive supererà i 10 miliardi nel 2017, spinta dall’elevato ritorno sull’investimento che i retailer stanno ottenendo da questa tecnologia, secondo gli analisti nel settore della supply chain ChainLink Research.
Nel negozio di scarpe Store of the Future a Firenze, i clienti possono visualizzare automaticamente informazioni sulle scarpe e gli accessori mentre provano i capi nel negozio, consentendo di individuare ciò che non è disponibile in negozio e di acquistarlo online. Il negozio utilizza un sistema di ultrasuoni basato su RFID che comprende camerini intelligenti e gestione dell’inventario. I clienti possono visualizzare informazioni sulle scarpe che stanno provando tramite tablet. Possono anche richiedere assistenza e acquistare online le scarpe che stanno provando dai loro device personali. I commessi del negozio possono accedere a una visualizzazione in tempo reale dell’inventario.
I consumatori si attenderanno sempre più che i retailer forniscano servizi e offerte personalizzati, sulla base delle informazioni personali fornite, che la tecnologia RFID aiuterà ad alimentare. I dati RFID combinati con altre informazioni – come il conteggio del traffico e lo storico degli acquisti – consentiranno ai negozi di conoscere i propri clienti e le loro abitudini di acquisto, così da personalizzare e migliorare l’esperienza del cliente.
Il tempo dell’RFID nel settore retail è giunto: la sua capacità di identificare quel che succede a un determinato oggetto in un momento e in un luogo specifico lo rende un ingranaggio essenziale dell’ecosistema IoT.
Articolo molto interessante. In effetti già i tags RFID passivi, quelli per intenderci meno costosi, hanno raggiunto un livello di diffusione notevole, e sono presenti con funzioni di identificazione, automazione e anti-contraffazione in molte realtà dell’industria e della distribuzione. Forse manca una coscienza “diffusa” delle potenzialità di questo strumento.