Nuove sperimentazioni condotte in Australia dimostrerebbero la vulnerabilità dei tag Rfid ad attacchi di tipo Denial of Service.
Di nuovo problemi di sicurezza legati alle implementazioni di soluzioni
Rfid.
Secondo i risultati di uno studio condotto
dalla Edith Cowan universisty di Perth, in Australia anche i tag di nuova
generazione presentano una serie di vulnerabilità tali da renderne
sconsigliabile l’utilizzo in soluzioni mission critical o in implementazioni
dalle quali può dipendere la sicurezza se non la vita umana.
Nei loro test, i ricercatori australiani hanno provato a saturare le frequenze alle quali lavorano i tag, simulando attacchi di tipo DoS.
Attacchi che risulterebbero andati a buon fine , dal
momento che sarebbero riusciti a interrompere le comunicazioni tra lettori e
tag, non più in grado di effettuare il salto di frequenza per il quale sarebbero
stati progettati.