Riduzione dei costi e maggiore produttività

Sempre più aziende utilizzano il telelavoro. L’esperienza in Cisco

Aumentano le aziende che utilizzano il telelavoro come modalità
organizzativa che consente un risparmio in termini economici, nonché
vantaggi anche di tipo sociale e ambientale. Secondo l’istituto di ricerca
“Avanzi – Idee, ricerche e progetti per la sostenibilità”
che ha svolto uno studio a livello internazionale, coinvolgendo università
e centri di ricerca, sono emersi i seguenti dati:
– Telecom Italia ha ormai applicato il telelavoro a una buona fetta di
dipendenti del suo "servizio 12" e ha conseguito un risparmio
significativo sui costi di gestione dei centri (scesi da 105 a 73) accompagnato
da un grado di soddisfazione dei clienti che è arrivato al 97,4%;
– Bmw (Germania) con il progetto telelavoro ha coinvolto 1.800 addetti
e ha permesso un miglioramento della performance e di responsabilizzazione.
Ogni telelavoratore risparmia oltre 50 euro in viaggi e 700 km alla settimana;
– British Telecom (Regno Unito) ha circa 5.000 persone che praticano il
telelavoro domiciliare o mobile. Il telelavoro part time ha permesso di
ridurre lo spazio necessario per gli uffici di 14mq a dipendente e complessivamente
250 milioni di euro all’anno. Ha consentito un aumento della produttività
tra il 15 e il 30%;
– East Midlands Electricity (Regno Unito) conta 150 telelavoratori con
risultati significativi in termini di efficienza, riduzione dell’assenteismo
e degli spazi per ufficio;
– Bankdata (Danimarca) ha 310 telelavoratori (tutti tranne i manager).
La società è riuscita a ridurre drasticamente il turnover
per quei lavoratori che vivono distanti dall’ufficio. Morale e motivazione
sono aumentati significativamente.

In Italia abbiamo sentito l’esperienza di Cisco, dove il telelavoro
«è piuttosto importante e pervasivo» come
ci racconta Roberto Mircoli, business development manager security and
wireless Cisco Systems Italy. «L’infrastruttura tecnologica
di cui Cisco ha dotato i suoi dipendenti li abilita a lavorare da casa,
come da qualsiasi luogo al di fuori dell’ufficio
– spiega Mircoli
-. I fattori che hanno spinto l’azienda a sfruttare questa modalità
sono criteri di massimizzazione di produttività, poiché
si è data la possibilità ai dipendenti di poter lavorare
da qualsiasi luogo si trovino, ma anche di riduzione di costi operativi
potendo oggi fruire di meccanismi flessibili e sicuri su Internet. C’è
poi un terzo fattore che ha spinto Cisco in questa direzione ed è
la cosiddetta resilienza – precisa Microli – ovvero la capacità
di un’azienda di adattarsi a imprevisti, quando per esempio si verificano
situazioni (dalle epidemie, al black out) in cui diventa impossibile usufruire
delle sedi tradizionali»
.
Secondo il manager, il telelavoro è una soluzione privilegiata
quando un’organizzazione ha impostato i suoi processi e schemi organizzativi
su quello che in Cisco chiamano la networked virtual organization, cioè
su processi e applicazioni basate sulla rete, interconnesse, dove le stesse
applicazioni sono pensate per essere condivise in rete.
In Cisco lavorano circa 30mila dipendenti e oltre 25mila sono abilitati
al telelavoro e dotati di strumenti per farlo. Restando in ambito italiano,
tutti i dipendenti di Cisco Italia hanno un notebook e presso la propria
abitazione hanno una connessione a larga banda (Adsl) fornita dall’azienda.
Nei centri urbani dove è disponibile una connettività a
banda maggiore (fibra ottica) è fornita una connettività
superiore.

Il modo in cui questi strumenti vengono utilizzati sono quelli di una Vpn su cui è possibile
stabilire un traffico sicuro, cioè riservato, non alterabile o
intercettabile. In questa modalità è possibile accedere
alla posta elettronica, ai file, alle applicazioni utilizzate abitualmente
in ufficio.
Venditori, ma anche chi lavora nei centri di ricerca, e quindi sviluppatori,
progettisti, ingegneri hanno la facoltà di lavorare da casa, oltre
che dal centro di sviluppo. Anche chi è responsabile di funzioni
amministrative è abilitato al telelavoro.
«Dal punto di vista della qualità del lavoro svolto dai
dipendenti
– commenta Mircoli – la nostra esperienza dimostra
che la possibilità del telelavoro si basa sulla massima responsabilizzazione
dei dipendenti a tutti i livelli e si inserisce in un quadro di strategie
delle risorse umane che è basato sull’incentivazione del
raggiungimento di obiettivi, sulle motivazioni che accompagnano il lavoro
del dipendente, migliorando complessivamente l’ambiente professionale
a tutti i livelli»
.

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