Il rischio di credito costituisce un pericolo, ma la sua copertura ha un costo non irrilevante. È veramente indispensabile una copertura estesa di questo rischio, ed è necessaria in tutte le operazioni con l’estero? Come impostare una politica coerente di gestione di questo rischio?
Negli scorsi interventi abbiamo affrontato un problema
fondamentale nelle operazioni con l’estero, il rischio di
credito (rischio paese e rischio commerciale), che racchiude in
sé gran parte degli altri pericoli che una nostra impresa
affronta quando opera con l’estero, e abbiamo visto come
valutare il rischio paese e il rischio commerciale quando si effettuano
delle esportazioni o degli Ide. Prima di affrontare il tema di quali
strumenti finanziari ed assicurativi usare per coprirsi da questi
rischi, ci dobbiamo chiedere: come comportarci di fronte a rischi
diversi, per intensità (rischio alto, medio, basso), importo
e durata? In altri termini è veramente indispensabile una
copertura estesa di questo rischio, ed è necessaria in tutte
le operazioni con l’estero? Quali vantaggi possono avere le
aziende nel coprire i propri rischi con l’estero? E infine,
come impostare una politica coerente di gestione di questo rischio?
Perché coprire il rischio di credito
Due fra le esigenze fondamentali di qualsiasi impresa esportatrice sono
quelle di:
- finanziare la fornitura. Ogni
fornitura, in qualsiasi settore merceologico, ha un “lag
time” (intervallo di tempo) fra quando si generano
i costi e quando si realizzano i ricavi. In questo periodo
l’azienda sostiene ulteriori costi per il finanziamento del
capitale circolante, e dunque ha bisogno di finanziamenti,
particolarmente dopo l’emissione della fattura; - coprire il rischio di credito,
se questo viene valutato negativamente.
Queste esigenze vengono soddisfatte con strumenti di tipo
finanziario e assicurativo, o con una combinazione di entrambi.
Certamente questi strumenti (operazioni bancarie e polizze
assicurative) costano, e in un periodo in cui tutte le spese vengono
considerate con il bilancino, molte imprese si chiedono se valga la
pena di sostenere questi costi. Probabilmente, per mancanza di
conoscenza o per mancanza di volontà, molte imprese italiane
danno a questa domanda una risposta negativa, e preferiscono non
coprire i rischi politici e commerciali delle operazioni con
l’estero. Infatti la copertura dei rischi del credito in
Italia riguarda una percentuale delle esportazioni tre volte inferiore
di quelle di Germania e Francia.
Tutto costa, anche il “non fare”. Quante spese
subiscono le imprese italiane per le insolvenze, per le azioni di
recupero, per gli oneri finanziari che ne derivano? Riferendosi alla
Libia, la Sace rilevava recentemente che su 2,4 miliardi di euro di
esportazioni annue italiane verso quel paese, a fine 2010 solo 13
milioni erano stati assicurati. E questo caso – fra tanti
simili – è sintomatico di quali pericoli si
corrono nell’operare con l’estero.
Cerchiamo quindi di evidenziare quali sono i vantaggi della copertura
del rischio di credito:
- diminuzione del working capital e
maggiore accessibilità al credito. Le
operazioni finanziarie pro soluto di copertura del credito lo eliminano
dal bilancio liquidandolo a pronti, e costituiscono un mezzo per
“pulire” l’attivo e diminuire gli
utilizzi delle linee di credito. Le garanzie assicurative sul rischio
di credito aumentano la possibilità di accesso
dell’impresa che le ottiene a finanziamenti bancari; - maggiore informazione.
Chiedendo ad un assicurazione un parere preliminare o una copertura,
l’azienda esportatrice aggiunge alle proprie esperienze
quella dell’assicuratore. Il network di molte compagnie di
assicurazioni di questo ramo ha un’estensione mondiale, e
tutti gli eventi negativi diventano subito noti. La percezione del
pericolo e del rischio da parte delle assicurazioni è
massima; - maggiore pressione sul debitore.
Quando si realizza una copertura assicurativa su un credito fornitore,
viene effettuata una comunicazione in tal senso al debitore ceduto.
Quest’ultimo quindi sa che, se non pagherà il
proprio debito, avrà un accesso futuro a finanziamenti e
possibilità di importazioni estremamente difficile, in
quanto l’esperienza negativa di un’assicurazione
diviene subito conoscenza comune del mercato. L’intervento di
Sace sul rischio politico ha poi una cassa di risonanza internazionale,
il Club di Parigi, dove vengono concordati i riscadenziamenti dei
crediti insoluti assicurati dalle varie Eca (Export credit agencies)
dei paesi aderenti. L’esperienza degli ultimi anni ci insegna
che molti di questi rifinanziamenti sono stati pagati in anticipo (la
Russia rimborsò a Sace 3,6 miliardi di euro nel 2006, ma
anche paesi “difficili” come Angola, Libano ed
altri hanno rimborsato in anticipo i loro debiti). Inoltre è
statisticamente dimostrato che i crediti assicurati presentano una
percentuale notevolmente minore di incidenti di pagamento (insolvenze e
pesanti ritardi); - maggiore capacità di recupero.
Tutte le imprese sanno quanto sia difficile il recupero crediti in
certi paesi, in termini di costi e di tempi. Avere al fianco dei legali
d’impresa anche tutto il network legale e professionale di
un’assicurazione (che magari ha già esperienze
analoghe in loco) aumenta notevolmente le capacità di
recupero dei crediti insoluti - maggiore possibilità di
differenziazione nelle condizioni di pagamento.
Concedere all’acquirente migliori condizioni di pagamento
vuol dire non solo aumentare i costi finanziari, ma anche i rischi di
un’operazione di esportazione. Ma se l’operazione
è coperta dal rischio di credito, il problema di una
diversificazione di queste condizioni (ad esempio, pagamento a 120,
180, 360 giorni con copertura al 90%) è solo quello della
valutazione dei costi delle varie alternative.
In conclusione, la copertura del rischio è un
costo, ma può essere interpretata anche come
un’arma competitiva nei confronti dei mercati esteri.
La gestione del rischio di credito
Come va impostata una politica aziendale di gestione del rischio di
credito?
Il Credit risk management (Crm) internazionale
consiste nella gestione operativa del
rischio di credito, cioè nella sua
valutazione, controllo e risoluzione attraverso operazioni assicurative
e finanziarie. Il rischio viene gestito in alcune fasi successive, che
vanno definite e seguite in ogni impresa che operi con
l’estero, e che possono essere così riepilogate:
|
La prima copertura del rischio di credito avviene proprio
nella fase iniziale della negoziazione fornitore – cliente. Condizioni
e termini di pagamento, se adeguati, possono a volte eliminare quasi
totalmente il rischio, se inadeguati, renderlo un problema
irresolubile. Si tenga presente che per ogni tipologia di
«trade finance» o «export
finance» è necessaria una formulazione apposita
del contratto commerciale e che la fase della contrattualistica
è una delle fasi fondamentali dello stesso Crm. Nella
maggior parte dei casi, tuttavia, rimarrà comunque una quota
di rischio di credito a carico del fornitore. Ci si dovrà,
pertanto, porre il quesito di come eliminarne la maggior percentuale
possibile. Eliminare il rischio di credito vuol dire in molti casi
innanzitutto cercare di trasferirlo, se necessario, su una
contropartita il cui rischio sia «copribile» con
una garanzia assicurativa o sia «vendibile» sul
mercato finanziario. Successivamente, se una banca è
disponibile ad acquistare il credito (ad esempio con
un’operazione di forfaiting) o a concederlo direttamente (con
la conferma di un credito documentario nel breve periodo, o con un
credito acquirente nel medio termine) entrambi i problemi vengono
risolti con una sola operazione. Se questo non è possibile
(perché comunque il debitore, o il suo garante, sono
ritenuti troppo rischiosi per un’operazione di finanziamento
bancario), si deve tentare di coprire il rischio
sull’acquirente o sul garante con una polizza assicurativa,
cercando in seguito di smobilizzare tale credito in quanto coperto da
un’assicurazione che ne migliora il profilo di rischio.
Per realizzare l’obiettivo di una corretta gestione del
rischio credito occorre, in primo luogo, definire in via preventiva il
livello di rischio relativo a ciascuna operazione con
l’estero e successivamente quali strumenti di pagamento
possano esserle adattati.
Senza ricorrere a formule troppo complicate e astratte, ma per
adattarci molto pragmaticamente alla realtà di una Pmi,
riteniamo che si possa proporre uno schema di questo genere:
- stabilire una differenziazione, a livello di rischio
sovrano, fra paesi a rischio basso, intermedio ed elevato. Per i primi
non si considerano necessarie coperture del rischio politico; per i
secondi esse vanno valutate caso per caso; per i terzi sono
indispensabili per la chiusura dell’operazione commerciale.
Un termine di riferimento per questa scelta possono essere i rating di
rischio paese attribuiti dalla Sace, che sono continuamente aggiornati; - stabilire, con analoghi criteri (rischio basso, intermedio
ed elevato) tre categorie, all’interno delle precedenti,
relative al rischio commerciale con la singola contropartita; - definire, per ciascuna delle 9 categorie così
determinate, quali siano gli strumenti di pagamento e di copertura del
rischio di credito più opportuni per il regolamento del
prezzo di compravendita, a seconda delle scadenze (breve termine fino a
24 mesi meno un giorno, medio termine da 24 mesi in su).
Nella Tavola seguente è riportato un esempio molto
schematico di come può essere effettuata tale scelta (per
semplicità si sono considerate solo polizze del gruppo
Sace). Naturalmente esso va adattato alla singola realtà
aziendale, alla sua attitudine al rischio ed anche alla tipologia di
merci vendute all’estero da ciascuna impresa.
Strumenti di pagamento ed assicurazione a fronte
di determinati livelli di rischio politico e commerciale
Rischio |
Copertura |
Rischio |
Strumenti |
|
Breve |
Medio |
|||
Basso |
Nessuna |
Basso |
Bonifico bancario |
Bonifico bancario |
Intermedio |
Rimessa documentata |
Rimessa documentata |
||
Elevato |
|
|
||
Intermedio |
caso per caso |
Basso |
|
titoli di credito +
oppure
|
Intermedio |
|
titoli di credito con
oppure
|
||
Elevato |
|
titoli di credito con
oppure
|
||
Elevato |
Indispensabile |
Basso |
Sempre credito documentario |
Sempre titoli di credito
oppure
|
Intermedio |
||||
Elevato |
(per maggiori approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento
Media)
*Consulente di finanza e internazionalizzazione, professore a contratto di Finanza Aziendale Internazionale all’Università di Padova e docente del Master in Commercio Internazionale