Dopo esserne stata una strenua sostenitrice, la societa ha abbandonato il protocollo per sposare la causa 802.11. Ma, nonostante questa decisione, la definizione di uno standard all’interno delle reti senza fili sembra essere ancora ben lontana
L’affermazione è perentoria: “Bluetooth ha già perso la battaglia per
imporsi come lo standard nelle reti wireless“. Ma dato cha
ancora non si è stabilito quale sarà il trionfatore nella disputa della
comunicazione a radiofrequenza, dichiarazione di questo tipo si sentono spesso,
soprattutto da chi ha sposato la causa del protocollo 802.11.
Tuttavia stupisce e merita una certa attenzione quando a farla è una persona
come Sean Maloney, vice president e general manager dell’Intel Communication
Group, ossia uno dei più importanti esponenti dell’azienda che è da sempre al
più strenua sostenitrice proprio di Bluetooth.
D’altra parte, Maloney ha rincarato la dose
sostenendo che “il protocollo 802.11 ha vinto nettamente e Bluetooth è
destinato a diventare una tecnologia per prodotti di nicchia “.
Come detto, il manager di Intel non è il primo, ma non sarà nemmeno l’ultimo,
a sostenere con un certo anticipo rispetto alla realtà dei fatti la fine della
diatriba nel settore della radiofrequenza a favore di uno dei due antagonisti.
Quello che però fa pensare è che la parole di Maloney sembrano riflettere la
precisa scelta strategica da parte della società guidata da Craig Barrett di
volere seguire la strada del protocollo 802.11 a 360 gradi. Prova ne è il
recente annuncio di AnyPoint Wireless II Network, una gamma completa di prodotti
home che possono colloquiare in una rete senza fili basata su Wi-Fi, ossia
proprio 802.11 (nella versione “b”), il protocollo contro il quale Intel si è
battuta a lungo.
Il supporto di Intel non è certo cosa da sottovalutare. Infatti, riguardo
l’ambiente domestico gli analisti hanno già detto che la scelta della società di
Santa Clara farà sicuramente pendere l’ago della bilancia a favore di Wi-Fi che
sembra essere quindi destinato a diventare uno standard di fatto. E ciò
comporterebbe un’importante sconfitta su un terreno in cui Bluetooth sembrava
poter essere il favorito.
Nonostante ciò, in ambito aziendale i giochi sono ancora aperti. Uno studio
di Frost & Sullivan condotto nel mese di giugno a livello mondiale, e che ha
avuto come campione i manager di 120 grandi aziende, sembra dare pienamente
ragione a Maloney. Infatti tale indagine metteva in luce che solo tre delle
società intervistate stavano testando prodotti Bluetooth e queste tre società
erano europee (non dimentichiamo che il Vecchio Continente ha dato i natali a
Bluetooth). La carenza di attenzione verso il protocollo di comunicazione, hanno
detto i manager intervistati, era dovuta a una serie di problemi inerenti
l’interoperabilità, l’interfaccia e la sicurezza.
Una più recente ricerca di Evans Data Study (è stata pubblicata una decina di
giorni fa) condotta presso gli sviluppatori di applicazioni ha invece
evidenziato un grosso interesse a favore di Bluetooth. Degli intervistati, il
14,2% lavora con Bluetooth e il 18,8% con 802.11; il 22,5% sta valutando
Bluetooth e il 14,6% sta facendo lo stesso con 802.11; il 32,3% valuterà il
possibile impiego di Bluetooth in progetti futuri, mentre questa possibile
valutazione, nel caso di 802.11, vale per il 26,4% del campione.
Ottimista nei confronti di Bluetooth è anche la società di analisi Pyramid
Research. Questa, a fronte di una propria indagine pubblicata all’inizio di
agosto, ha affermato che, dopo un’accoglienza freddina, l’impiego di Bluetooth
decollerà sino a portare ad avere 175 milioni di utenti in Europa occidentale
nel 2006. E ciò dovrebbe generare un giro d’affari di circa 2,1 miliardi di
dollari.
Un’analisi simile a
quella di Maloney viene da un concorrente di Intel e cioè Transmeta. Il suo
fondatore, David Ditzel, ha sostenuto che “è stato fatto un ottimo lavoro
attorno al protocollo 802.11, che ha portato, in tempi molto più brevi del
previsto, a una consistente riduzione dei prezzi. Ed è per questo che 802.11 è
divento molto popolare. Sicuramente sarà sempre più utilizzato laddove c’è fame
di ampiezza di banda “.
Riguardo invece Bluetooth,
Ditzel ha sostenuto: “C’è stato un certo ritardo nella disponibilità ma le
sue caratteristiche gli permetteranno lo stesso di avere un certo successo nel
breve termine e in quegli impieghi in cui si usa una banda più limitata. È
l’ideale per gli ambienti low-end “.
Quello che appare chiaro è che, nonostante le ecaltanti affermazioni, non è
ancora stato stabilito quale sarà lo standard definitivo. Ognuno perora la
propria causa e questo crea una grossa confusione presso gli utenti. Confusione
che è ancor più accentuata da ricerche spesso in disaccordo. Il problema che
tutto questo scompiglio è egenerato dal fatto che si parla molto di protocolli
ma ancora non si sa bene come e quando si potrà parlare realmente di grande
diffusione delle Lan wireless.
In ambito domestico è prevedibile un certo successo delle reti senza fili:
nelle case solitamente non è presente nessun tipo di network e quindi, partendo
da zero, si può puntare direttamente sul wireless. D’altra parte tra le mura
casalinghe non ci sono nemmeno grossi problemi di sicurezza né di distanza.
L’unico grosso ostacolo per la diffusione è il costo.
Nelle aziende il discorso è
diametralmente opposto: adottare una Lan wireless significa spesso cambiare in
toto la struttura di rete, con tutti i problemi che ne conseguono. In più,
sicurezza, affidabilità e distanze da coprire sono aspetti di importanza
basilare da cui non si può prescindere. E attualmente non sono ancora molti
quelli che affidano, senza alcun patema d’animo, i propri dati a una rete
wireless.
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