Un cambio al vertice determinato da scelte personali del manager alla guida della divisione Android, che prelude tuttavia a una nuova direzione strategica, che potebbe puntare alla confluenza tra desktop e mobile.
Una svolta importante per Google, determinata, almeno stando a quanto si legge su post pubblicato da Larry Page (nella foto) sul blog ufficiale di Google, da una scelta personale del protagonista.
Andy Rubin, l’architetto di Android, l’uomo che in questi ultimi nove anni ha contribuito a fare del sistema operativo la piattaforma più utilizzata nel mondo mobile, ha deciso di lasciare il suo ruolo e, letteralmente, ”aprire un nuovo capitolo” in seno alla società.
Decisione personale, dunque, che impone tuttavia un cambio manageriale importante che Google sembra risolvere in modo ancor più radicale.
Il ruolo di Rubin, infatti, viene affidato a Sundar Pichai, il manager attualmente alla guida della divisione Chrome, al quale fanno capo dunque tutte le attività inerenti lo sviluppo del browser e le applicazioni come Google Drive e Gmail.
Non si tratta di una sostituzione, ma di una aggiunta alle responsabilità esistenti.
Questo significa, in sintesi estrema, che Chrome e Android finiscono per confluire sotto un’unica guida, lasciando in qualche modo presagire quelle che potrebbero essere le intenzioni della società di Mountain View in ottica di sviluppi futuri delle sue piattaforme.
La prima percezione, dunque, è che la strategia di Google cominci a virare in modo sempre più deciso verso una convergenza tra piattaforme desktop e mobile, cercando anche di eliminare quelle sovrapposizioni che, inevitabilmente, negli anni si sono create tra i prodotti sviluppati per l’uno o per l’altro mondo.
Del resto a Pichai, entrato in Google nel 2004, viene riconosciuto il merito non solo di aver portato Chrome a conquistare una quota del 35 per cento del mercato, non solo di essere stata la mente che ha guidato la nascita di Google Calendar, di Gmail o ancora di Google Drive, ma soprattutto di averlo fatto in un’ottica di ecosistema.
Che poi è la direzione verso la quale si stanno muovendo tutti i big player, Microsoft in primis.
Del resto di ”ecosistema” parla lo stesso Page nel suo post, mentre tra gli analisti Gartner sottolinea come l’interesse di Google non sia far vendere più telefoni a Samsung, ma lavorare sullo sviluppo a lungo termine di soluzioni come Google Docs, Google Voice, Google Books, e Current Analysis mette in evidenza il fatto che la scelta di Pichai potrebbe mettere fine alla concorrenza interna inevitabilmente creatasi tra i due mondi.
Niente invece si sa del futuro di Rubin.
Su questo Page è stato laconico nel so post e, secondo le fonti americane, resta silenziosa al momento Google.
Così, al posto loro, parlano le illazioni, che vorrebbero il manager al lavoro su uno dei progetti di punta in fase di sviluppo a Mountain View.
Qualcuno suggerisce i Google Glasses, qualcuno l’auto che si guida da sola.
Ma sono solo, per l’appunto, speculazioni.
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