Solo il pagamento in tempi brevi di una quota rilevante dei debiti permetterebbe di far ripartire i progetti di investimento accantonati e far risalire i rating aziendali, favorendo l’erogazione di credito a tassi più bassi con effetti positivi anche sul contenimento della mortalità di impresa.
“Il saldo di
48 miliardi di debiti commerciali della Pubblica amministrazione farebbe
aumentare il Pil dell’1,4% e gli occupati di 243mila unità nell´arco di 5
anni. Mentre l’impatto su deficit e debito pubblico è già scontato dai
mercati e sarà comunque contenuto dagli effetti positivi sul Pil“. Lo sositene
il Centro studi di Confindustria sottolineando che le pubbliche amministrazioni
italiane sono le più indebitate verso le imprese: circa 91 miliardi nel
2011, quasi il 6% del Pil.
Per Bankitalia,
lo sblocco dei debiti della Pa “potrebbe contribuire alla crescita del Pil
nei due anni (2013-2014) per un ammontare complessivo compreso tra cinque e
sette decimi di punto percentuale. Il pagamento dei debiti non potrebbe quindi che
restituire ossigeno finanziario al sistema produttivo facendo ripartire i
progetti di investimento accantonati e risalire i rating aziendali, favorendo
l’erogazione di credito a tassi più bassi“.
Tra le conseguenze positive
del saldo dei debiti della Pubblica Amministrazione c’è anche un recupero di
gettito, nell’ordine di 600 milioni nel 2013. Mentre il nuovo meccanismo di compensazione tra crediti
vantati verso la Pa e quanto dovuto all’erario a seguito di accertamento consentirà ai contribuenti da un lato di allineare la propria posizione
con il fisco e dall’altro di presentarsi competitivi ed affidabili per nuovi
lavori e forniture nei rapporti commerciali con la Pubblica amministrazione.
Il pagamento in tempi brevi di una quota rilevante dei
debiti permetterebbe anche di contenere la
dinamica della mortalità di impresa, con un impatto considerevole sull’attività economica.