Secondo Unioncamere, il 52% delle industrie ha segnato un aumento superiore al 5% nel secondo trimestre 2010
Il recupero è buono ma c’è ancora molto dislivello per riconquistare le vette produttive del 2008. Due anni fa, prima che iniziasse la crisi economica internazionale, l’indice della produzione industriale in Lombardia aveva raggiunto un livello di 106, mentre ora è risalito a 99,4 (l’anno di riferimento è il 2005 a quota cento). Il secondo trimestre 2010 ha visto così un aumento pari al 2,6% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, secondo l’ultima rilevazione di Unioncamere su un campione di 1.500 industrie manifatturiere lombarde, con almeno dieci dipendenti. Oltre la metà delle imprese (52% contro il 41% del trimestre precedente) ha registrato incrementi produttivi superiori al 5%; le aziende con perdite superiori al 5%, invece, sono scese dal 35 al 21 per cento. Rimane quindi una sacca d’imprenditori in difficoltà, confermata dalle incertezze sul mercato del lavoro e sulla ripresa dei consumi.
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
I dati di Unioncamere provano a sciogliere il dubbio del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La crescita della produzione industriale ha sfiorato il 6% nel secondo trimestre 2010, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il fatturato è salito di otto punti percentuali; anche gli ordini interni (+9%) ed esteri (+7,9%) hanno ripreso ossigeno in confronto al primo trimestre 2009. Il tasso di utilizzo degli impianti ha superato il 72 per cento. Paragonando, invece, il secondo trimestre 2010 con quello precedente, si nota un incremento degli ordini interni ed esteri (rispettivamente +1,9 e +1,7%), oltre alla crescita della produzione industriale (+2,6%) e del fatturato (+2,2%). È però calata di quasi un punto percentuale e mezzo, da 36,4 a 35, la quota del fatturato estero su quello complessivo. Continuano poi a salire i prezzi delle materie prime (+3,5%) e, in misura inferiore, dei prodotti finiti (+1,2%).
I settori e l’occupazione
La marea è risalita per tutti i settori manifatturieri, confrontando il secondo trimestre 2010 con lo stesso periodo dell’anno precedente. Al primo posto c’è la siderurgia: +11,9% per la produzione e +17,9% per il fatturato. In seconda posizione figura l’industria chimica, con aumenti superiori all’otto per cento in entrambe le variabili; meccanica, tessile, carta-editoria e gomma-plastica hanno registrato incrementi produttivi oltre il 6%, anche se il fatturato è salito in misura inferiore rispetto alla produzione. Fa eccezione la meccanica: +10,4% per il fatturato, secondo miglior risultato dopo la siderurgia. Sono le imprese di maggiori dimensioni, con oltre 200 addetti, ad aver ottenuto i maggiori aumenti della produzione da un anno all’altro (+9%); anche le aziende di minori dimensioni, tra dieci e 49 dipendenti, hanno ritrovato il segno più (+3,5%) contrariamente ai primi tre mesi del 2010, quando il bilancio rispetto al trimestre iniziale del 2009 era in rosso. Per quanto riguarda, infine, l’occupazione, Unioncamere ha rilevato una certa stabilità: la differenza tra entrate e uscite nel mercato del lavoro è pari a zero nel secondo trimestre 2010. Il 27,8% delle imprese ha utilizzato ore di Cassa integrazione nel periodo considerato (era il 33% nel primo trimestre dell’anno).