Google fa marcia indietro. Questioni di immagine e di rischio economico. Jerry Young torna a guardare verso Redmond.
Era nell’aria, nonostante solo due giorni fa ancora si stesse ragionando su possibili aggiustamenti, correttivi, opzioni al ribasso.
Google ha rinunciato. L’accordo con Yahoo non si farà. Troppe le implicazioni, troppi gli ostacoli prevedibili, troppa, va detto, anche l’ostilità percepita.
Non è semplicemente una questione di costi e benefici. E’ anche una questione di immagine. Ben sa Google quanto sono costate in termini di percezione del brand le accuse di comportamenti monopolistici a carico di Microsoft. E non vuole entrare nello stesso circolo vizioso.
Ben sa quanto è costato, in termini monetari, difendersi (senza per altro mai pienamente riuscirci) da quelle stesse accuse.
E in tempi di terremoti finanziari, forse il denaro disponibile è meglio investirlo nell’azienda piuttosto che in parcelle di avvocati.
Meglio un passo indietro, allora. Anzi, due.
E chi resta al palo, in questo momento, è una Yahoo non certo in buona salute. Una Yahoo con un futuro sempre incerto, che sta licenziando, che ancora non sembra aver individuato una nuova strada da percorrere.
Resta comunque una vecchia strada, quella che non si era voluto solcare in precedenza.
E a dirlo non sono i soliti analisti disfattisti. No. La parola questa volta l’ha presa lo stesso Ceo Jerry Young. Do you remember Microsoft?
Già. Redmond sembra ora un’opzione percorribile. Purchè al giusto prezzo, si affretta a ricordare. Dipende qual è il giusto prezzo oggi.