Salta all’occhio l’inversione di tendenza rispetto a un anno fa, con una chiusura di secondo trimestre in utile. Ma la divisione software, che gestisce le licenze, mostra un fatturato in calo, anche se in parte ciò è dovuto alla forza dell’euro.
18 luglio 2003 Anche Sap risente del calo degli investimenti in informatica, ma si consola pensando il distacco accumulato sul mercato davanti ai suoi principali concorrenti. La politica di contenimento della spesa spinge verso il rosso i bilanci dei fornitori di soluzioni per il business e il Ceo di Sap, Henning Kagermann, ritiene che le condizioni di mercato resteranno difficili anche nel corso dell’anno. L’azienda non ha ritenuto opportuno effettuare una stima di fatturato per il futuro. Nella sua seconda trimestrale, chiusa il 30 giugno, l’utile netto di Sap è di 219 milioni di euro, contro la perdita di 232 milioni di un anno fa, con un fatturato che perde quasi l’8% (1,6 miliardi di euro contro 1,8).
A metà 2003, il bilancio si chiude dunque con un utile di 405 milioni su un fatturato di 3,2, con una contrazione dell’8,1% rispetto a un anno fa. I fatturati della divisione software subiscono un calo del 13% a 431 milioni di euro, contro i 462 stimati dagli analisti. La contrazione è stata segnata dalla forza relativa dell’euro, ma anche il dato normalizzato a valuta comune misura un declino pari al 5%.
Come tutti i concorrenti Sap deve faticare per mantenere i propri livelli di fatturato.
Chi compra preferisce acquistare pacchetti di dimensioni ridotte, tanto che nel secondo quarto la quota di contratti inferiori al milione di euro di valore rappresentano il 44% del business, contro il 33% di un anno fa. Secondo l’azienda tedesca i principali concorrenti sono i2 Technologies, Jd Edwards, Oracle, PeopleSoft e Siebel. Considerando il loro volume d’affari, afferma Sap, quest’ultima arriverebbe a una quota di mercato globale pari al 55%, in crescita dai 44 dello scorso anno. Nonostante la crescita media degli stipendi, Sap ha confermato di essere in grado a rafforzare il proprio margine operativo nella parte rimanente dell’anno, ribadendo anche le stime di un utile per azione compreso tra i 3,45 e i 3,60 euro prima degli oneri straordinari.