La medicina ha fatto passi da gigante, anche grazie alla tecnologia. L’azione degli staff medici è però spesso limitata alle competenze di un luminare, al più ampliate da consulti con altri specialisti, e ad un’analisi temporale ridotta.
Avere a disposizione una visualizzazione immediata dell’intera storia del paziente permetterebbe agli staff clinici di consultarsi nel modo più efficiente e collaborativo possibile.
Finora questo tipo di soluzione non c’era, mentre adesso c’è. Il progetto di ricerca Hana Oncolyzer nasce nel 2012 tra l’ospedale Charité, l’Università di Berlino e Sap, per trovare soluzioni innovative, trattamenti personalizzati e una migliore terapia.
Presso il Nationales Centrum für Tumorerkrankungen (Nct) di Heidelberg, Harald Aamot ha sviluppato una piattaforma che raccoglie e visualizza l’intera storia clinica d’un paziente, estraendo dai salienti anche dalle cartelle cliniche, piene di dati non strutturati, permettendo agli staff medici di valutare immediatamente la strategia migliore. La piattaforma è basata su Sap Hana e sulle sue capacità di analisi in-memory.
“Prendiamo dati da tutte le fonti disponibili e le usiamo come base per correlare fenotipo e genotipo”, puntualizza Aamot; “combinando quindi dati medici e dati genetici”. L’obiettivo è sviluppare un modello di dati centrato sul paziente. I dati a disposizione sono moltissimi: esami del sangue, tutto l’imaging, endoscopia, esami funzionali, operazioni chirurgiche, patologie e dati bioinformatici. Inoltre grandi moli di dati sono di tipo non strutturatop, ovvero anagrafica ed altri testi inseriti nella cartella che il dottore compila sul paziente.
L’avvio del genome project, avvenuto intorno al 2000, ha modificato l’approccio alla memorizzazione e all’analisi dei dati. Avere a disposizione big data in campo medico è diventato lo standard.
L’Nct ha implementato un sistema altamente innovativo basato su Sap Hana che abilita l’analisi di differenti dati molecolari e medici che accelera la ricerca per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione dei tumori.
“All’Nct abbiamo una grande fabbrica di dati di Dna sequencing”, spiega Harald; “non è ampia come quella di Google, si tratta ma pur sempre di petabyte”.
I dottori non amano sprecare tempo con riunioni, e spesso si trovano ad imporre la visione di uno solo degli specialisti coinvolti nella diagnosi. Se fosse possibile visualizzare l’intera storia del paziente, le cose cambierebbero.
“Noi estraiamo dai dati non strutturati le informazioni necessarie a visualizzare la storia del paziente”, dice Haradl, “con tutti i dati necessari a tutti gli specialisti: chirurgo, internista, oncologo, radiologo e via dicendo”. In questo modo, una breve riunione permette di confrontare le competenze per trovare una soluzione condivisa.
E’ centrale l’esistenza d’una unica piattaforma dati, che permette il riuso dei dati in maniera spesso imprevedibile. L’esempio ideale è la radiologia degli ultimi dieci anni, che ha fornito immagini molto diverse, che ora possono essere usate tutte insieme. In modo analogo, una piattaforma può permettere di riusare dati esistenti, magari analizzandoli con nuovi algoritmi o a partire da punti di vista diversi. Non è facile, ma certo è più semplice che non nel passato.
Inoltre si possono mettere insieme dati su dove trovare le molecole necessarie alla terapia, attraverso una registrazione internazionale i cui dati sono oggi disponibili.
Esistono altre installazioni di questa piattaforma, ovviamente ognuna con le sue specificità.
“Riceviamo visite da altri ospedali d’Europa”, racconta Aamodt, “che in genera apprezzano il nostro approccio”. E anche Sap ha in corso altri contatti con strutture di altre regioni del Mondo.