Roberto Pasetti, amministratore delegato di Sap Italia, illustra i contenuti di una manifestazione ormai divenuta appuntamento di riflessione sui principali trend dell’enterprise management.
Assai più che in passato, SAPFORUM ’05 si presenta all’attenzione del pubblico con contenuti da evento culturale. Non è un caso, probabilmente, visto che la manifestazione, quest’anno in programma il 23 e 24 febbraio in Fiera Milano, taglia il traguardo del decennale e probabilmente intende capitalizzare sull’alta media di pubblico che ne ha caratterizzato le edizioni precedenti, per offrire spunti di riflessioni utili ai propri mercati di riferimento. Dalla sessione plenaria di apertura, dedicata a un tema di ampio respiro come “Percorsi per l’innovazione, la competitività e lo sviluppo“, ai convegni tematici del secondo giorno, che spaziano fra Basilea II, Rfid e le Pmi, appare chiaro come il leader mondiale degli Erp voglia, oggi più che mai, andare oltre il semplice appuntamento di vetrina per sé e i propri partner. Ne abbiamo chiesto una conferma all’amministratore delegato della filiale italiana, Roberto Pasetti.
Come sta cambiando il ruolo di Sap in un contesto come quello attuale, dove le aziende hanno bisogno di capire quali investimenti effettuare e quali reali guadagni economici o di produttività ne possono ricavare già nel breve termine?
In questi dieci anni di SapForum, la sensazione che abbiamo ricavato è che i rappresentanti delle aziende che vi prendono parte si siano convinti di venire in un luogo di confronto, aggiornamento e discussione sulle soluzioni gestionali estese per le imprese. Una riprova è che una quota fra il 10 e il 15% dei partecipanti annuali non sono nostri clienti o partner, bensì consulenti e operatori interessati non solo allo specifico Sap, ma più in generale all’aggiornamento sulle tematiche che fanno parte del nostro raggio d’azione. L’edizione del 2005, in effetti, vuole essere, più che in passato, terreno di confronto su questioni che riguardano il sistema Paese e le scadenze ravvicinate che coinvolgono l’uso di tecnologie avanzate. Il claim della manifestazione parla di innovazione, esperienza e visione. Il panel della sessione d’apertura è aperto ad aziende industriali significative o a istituzioni, non necessariamente legate a Sap, con l’intento di dare spazio a un coro eterogeneo di voci sui principali temi prescelti.
Quale sarà il contributo di idee per un Paese che, si rileva da più parti, innova poco e rischia di restare fuori dai giochi competitivi ad alto livello nello scenario economico internazionale che si sta costruendo in questo periodo?
SAPFORUM ’05 vuole proporsi come osservatorio privilegiato per le aziende italiane, che potranno trarre le dovute indicazioni dalla presentazione di esperienze internazionali, accanto a casi d’eccellenza strettamente italiani. Attraverso queste voci, cercheremo di far capire quali benefici derivano da determinati investimenti. Va notato, in particolare, come quest’anno a SapForum sia più estesa la presenza di istituzioni e associazioni di categoria, con le quali lavoreremo per produrre workshop e testimonianze, in grado di far comprendere come si può innovare, attraverso esperienze concrete. L’altro aspetto da evidenziare è quello delle best practice, qui più strettamente legato all’ambiente Sap e, dunque, con un nostro coinvolgimento più diretto.
Venendo agli approfondimenti specifici, un certo spazio sarà dedicato all’Rfid. È già possibile parlarne in termini di concreta area di investimenti o siamo ancora al livello delle potenzialità tutte da verificare?
Il nostro è quello di calare un elemento del tutto tecnologico per natura nel contesto dei processi di business. Come capita spesso con le novità, a una fase inevitabile di aspettative e tensioni, ne segue una di appropriazione, che precede il vero inizio dell’utilizzo. Sull’Rfid ora siamo in una fase di riflessione, ancora legata alle perplessità sugli standard o sui vincoli, che però in realtà sono alibi alle mancate decisioni di investimento. Stiamo parlando di una tecnologia con numerosi ambiti di impiego, non solo nella logistica o nella distribuzione, ma anche per la tracciabilità dei prodotti o il monitoraggio di processi di business. Dal SapForum non emergerà un giudizio netto su questa tecnologia, perché probabilmente prematuro, ma sarà l’occasione per capire quali possono essere le reali aspettative. Le aziende devono avere chiaro nella testa quali processi possono essere migliorati in funzione del business, altrimenti nessuna tecnologia, anche la migliore, dà risultati concreti. La possibilità di confrontarsi con esempi concreti e replicabili, in campi differenziati dovrebbe servire a limitare i freni all’investimento.
Visto che si affronterà anche il tema di Basilea II, scadenza ormai vicina per le banche, in quale misura questo può essere uno stimolo a un rinnovamento più complessivo dei sistemi informativi in questo settore, quindi con un orizzonte che vada al di là dell’appuntamento specifico?
Noi vorremmo affrontare la tematica più dal punto di vista delle ricadute sulle imprese che sul settore finanziario, dove ci sono scadenze imposte e poco da aggiungere. I cambiamenti collegati a Basilea II avranno notevoli ricadute soprattutto sulle Pmi, che vorranno accedere a forme di credito. Questa può essere l’occasione per rivedere le procedure, sia per avere la trasparenza richiesta dalla normativa che per adattarsi in modo più flessibile alle richieste.
Un occhio di riguardo verrà posto sul settore della Pubblica amministrazione. Vi interessa più affrontare questo settore come semplice utente o come potenziale volano di innovazione per il Paese?
Ci interessa inquadrarlo più come fornitore di soluzioni. In questo senso sono stati fatti passi avanti e si è un po’ colmato il gap con il resto d’Europa, ma siamo ancora a metà del guado. Si sono fatti investimenti soprattutto dal lato front end, in particolare per i servizi al cittadino. Meno, invece, è stato prodotto per alimentare il dialogo fra imprese e Pa. Inoltre, c’è da intervenire nel back end, ovvero per la trasparenza dei rapporti, per l’accesso alle informazioni o per la gestione dei capitoli di spesa. Un buon motore di avviamento può essere l’integrazione dei processi trasversali che interessano in qualcuna delle direzioni citate.