Si può fare una scarpa sportiva cercando di ridurre al minimo l’utilizzo di materie plastiche? Le Vivobarefoot Ultra 3 vogliono essere la dimostrazione che sì, effettivamente è possibile.
L’azienda nota per le sue scarpe sportive minimaliste ha deciso di avviare per questo una collaborazione con Bloom, società statunitense che (in estrema sintesi) converte le alghe in un materiale ecologico – la Bloom Foam – che ha caratteristiche fisiche analoghe a quelle di alcune plastiche.
La scarpa Vivobarefoot Ultra 3 arriverà a luglio e avrà lo stesso design e una struttura molto simile alla linea Ultra convenzionale.
La differenza sta solo nel materiale usato per produrle, che è molto più eco-friendly della plastica classica: realizzare un paio di Ultra 3 permette di riportare circa 215 litri d’acqua filtrata negli ambienti da cui sono state estratte le alghe necessarie ed elimina le emissioni di CO2 nell’atmosfera che queste avrebbero generato.
La Bloom Foam delle Vivobarefoot Ultra 3 viene infatti prodotta estraendo alghe da laghi e corsi d’acqua dove stanno crescendo in maniera eccessiva.
Le alghe, cioè, non vengono coltivate ma ricavate da dove sono “infestanti” a causa della presenza nell’acqua di sostanze chimiche (soprattutto i residui dei fertilizzanti) che ne favoriscono lo sviluppo. Eliminare le alghe da questi ambienti ha varie conseguenze positive, dato che esse rilasciano tossine e consumano l’ossigeno contenuto nell’acqua, a danno del resto dell’ecosistema.
Le alghe estratte vengono sottoposte a vari trattamenti e combinate con un polimero – l’etilene vinil acetato o EVA – perche il materiale risultante abbia le caratteristiche fisiche necessarie alla produzione di oggetti di largo consumo, di solito in campo calzaturiero. Bloom sta però lavorando anche allo sviluppo di materiali che possano sostituire poliuretano, PVC e TPE.
Per la necessità di combinare le alghe con l’EVA, la Bloom Foam non è del tutto a impatto zero: a seconda dei prodotti che si devono realizzare la percentuale di materiale naturale (le alghe) varia tra il 15 e il 60 percento e il resto – l’EVA – non è biodegradabile.
Quando i requisiti fisici da soddisfare non sono stringenti, comunque, è possibile realizzare eco-plastica quasi totalmente fatta da alghe. Non è il caso delle Vivobarefoot Ultra 3.