Scatenata come non mai, l’azienda californiana ha alzato il tiro della sua sfida legale nei confronti della Numero Uno mondiale.
17 giugno 2003 A marzo, Sco ha sorpreso il mondo con una causa di oltre un miliardo di dollari contro Ibm. Un caso emendato, registrato lo scorso lunedì nella Corte Distrettuale dello Utah, al quale si sono aggiunti ulteriori reclami, sempre contro Ibm, che hanno visto triplicare la richiesta dei danni, fino a tre miliardi di dollari cercando un’ingiunzione che proibisse a Ibm di vendere Unix e dettagliando alcune accuse di mosse tecnologiche nei confronti di Linux.
Secondo Sco, i tre miliardi sarebbero da suddividersi in un miliardo di danni per la rottura, dichiarata da Ibm, del relativo contratto con Sco; un altro miliardo per la rottura del contratto di Unix firmato da Sequent, che Ibm ha acquistato nel 1999; e l’ultimo miliardo per concorrenza sleale. Sco sta andando anche oltre, cercando di denunciare Ibm per appropriazione indebita dei segreti commerciali e di danni punitivi. La società non ha fatto segreto di aver impiegato negli ultimi mesi uno dei maggiori legali, David Boies, per affrontare il relativo argomento contro Ibm, ma è anche notevole la rappresentanza legale della società nel resto delle corti dello Utah. Novell, che ha posseduto la proprietà intellettuale di Unix prima di venderla al predecessore di Sco, aveva anch’essa inizialmente disputato la proprietà di Unix, ma poi ha lasciato perdere.
Ma tornando alla causa tra Sco e Ibm, la prima ha reso in dettaglio un elemento della tecnologia, che asserisce la stessa Sco, Ibm avrebbe copiato. Si tratta del sistema Rcu (Remote Copy Update) per il rilevamento dei colli di bottiglia della memoria sui server multiprocessori. Un copyright Ibm sulla tecnologia Rcu nomina l’ingegnere, come l’autore che lavora “basandosi su un’implementazione di Dynix/ptx di Paul Mckenney”. Ricordiamo che Dynix/ptx era la versione Unix di Sequent per i server con processori multipli Intel.
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