Lo pensa Roberto Benedetti di Extreme Networks, che ci spiega il contenuto di valore delle reti per le applicazioni multi utente. Fra cloud, Byod e performance wireless.
Per quanto riguarda le Software Defined Network in Italia siamo all’inizio della più grande trasformazione e rivoluzione nel disegnare e concepire l’infrastruttura dati a supporto delle applicazioni cloud multi-utente.
A sostenerlo è Roberto Benedetti, Systems Engineer Director Southern Europe di Extreme Networks, per il quale è una trasformazione paragonabile a quanto accaduto nel datacenter negli ultimi anni, con il consolidamento e la virtualizzazione dei server e che ora vuole introdurre la stessa flessibilità, in termini di gestione semplificata, centralizzata e virtuale nell’allocazione delle risorse, anche lato rete.
Sviluppato nel 2007 dalla Stanford University e dalla University of Berkeley, ricorda Benedetti, il protocollo OpenFlow è alla base delle reti Sdn e «prevede l’utilizzo di una Controller dedicata, a standard aperto, per la gestione delle politiche di instradamente degli switch di rete; in quest’ottica Extreme Networks annuncia il supporto delle applicazioni Software Defined Networking di Big Switch Networks, in particolare Big Tap, che fornisce il monitoraggio del traffico e la visualizzazione dinamica della rete grazie al filtraggio dei flussi, e Big Virtual Switch, che virtualizza l’infrastruttura segmentando la rete fisica in più reti logiche attraverso tutto lo stack, dal Livello 2 al Livello 7».
Il requisito principale di una rete Sdn, per Benedetti, «è la scalabilità delle risorse di rete in quanto non ci si limita più a trattare le informazioni di livello 2e, Mac address e Ip, per l’instradamento dei dati, ma si sale fino a coprire tutti i 7 livelli della pila Iso/Osi e dover trattare politiche di instradamento basate sul singolo flusso applicativo che richiede un fattore di scalabilità enormemente più alto. Per far fronte a questa necessità Extreme annuncia i nuovi moduli ad altissima densità 40GbE e 100GbE per il proprio core switch Open Fabric BlackDiamond X8, che offrono la massima scalabilità disponibile sul mercato con un milione di connessioni, macchine virtuali e flussi dati».
D- Per nuovi moduli del Black Diamond si parla di un milione di connessioni. A chi interessa tanta potenza in Italia?
B: A tutti quei cloud service provider che dispongono di qualche centinaia di server fisici e che stanno e/o prevedono di convergere verso il mondo Data Center Bridging, per il consolidamento della rete storage con quella dati tradizionale, e che vedono nell’Sdn la soluzione ideale per abbattere i costi operativi del cloud sono sicuramente gli utilizzatori ideali dei nuovi moduli 40GbE del BlackDiamond X8. Il supporto di milioni di connessioni da parte del nuovo hardware del BlackDiamond X8 è il requisito del nuovo modo di concepire le reti secondo la trasformazione Sdn.
D : Come si connotano le differenze fra 100 e 40 GbE? A livello di portata di fuoco e di costo.
B : Considerando l’evoluzione della tecnologia Ethernet negli ultimi 20 anni, vi è sempre stata la necessità, all’aumentare della richiesta di banda da parte degli utenti e applicazioni, di mantenere un fattore 10 tra la banda disponibile alla periferia della rete, rispetto a quella del livello di aggregazione e dorsale principale.
Il 40GbE e il 100GbE rappresentano la naturale evoluzione, all’interno dei datacenter, dei grandi Service Provider e degli Ixp, del livello di aggregazione e di dorsale nel momento in cui la connettività verso i Server è di tipo 10GbE. In particolare, l’adozione ormai definitiva dell’interfaccia 10GbE Converged Network Adapter a bordo delle schede madre Intel, rappresenta un passaggio obbligato verso il 40/100GbE.
I nuovi moduli Extreme 100GbE con 4 porte e 40GbE con 12 porte offrono prestazioni avanzate e ampie opzioni per i data center virtualizzati, dove la densità, l’efficienza energetica e le prestazioni hanno un’importanza strategica. I
due moduli supportano velocità di 100GbE & 40GbE con prestazioni wire-speed. Il costo per porta 40GbE è nell’ordine dei 5.000 euro, mentre quello per porta 100GbE è di circa 6 volte tanto.
D: Come e quanto incide il Byod sulle reti che vedete sul campo?
B: Il fenomeno Byod ha accelerato la tendenza della mobilità in azienda, con un numero crescente di imprese che inizia a consentire ai dipendenti di accedere ai dati corporate attraverso i loro dispositivi personali.
La consumerizzazione dell’It pone però non poche sfide agli amministratori di rete, sia dal punto di vista della sicurezza che della ottimizzazione dell’infrastruttura di rete.
Infatti è difficile associare gli opportuni profili di sicurezza e di qualità del servizio a ciascun dipendente o visitatore che si colleghi alla rete aziendale.
È necessario quindi che le organizzazioni adottino switch con funzionalità software di Identity Management, che permettano di visualizzare in tempo reale l’identità dell’utente collegato sia in modalità cablata che wireless, e di associare a ognuno i profili di rete più adatti.
Inoltre, per ottimizzare la ricezione del segnale di tablet e smartphone è essenziale rivedere la rete a livello periferico optando per Access Point a portata estesa, e infine, per migliorare l’esperienza dell’utente mobile, è indispensabile abilitare un data plane convergente per eliminare i colli di bottiglia a livello di bandwidth, alleggerendo così il traffico di dati fra il core e la periferia.
Extreme a questo proposito, offre la soluzione Intelligent Mobile Edge, che prevede controllo di accessi granulari, sicurezza migliorata e gestione semplificata dei dispositivi che permette inoltre di rendere mobili le reti aziendali con un unico data plane convergente, sia per le reti cablate che per quelle wireless.
D. Qual è secondo voi il rapporto wired/wireless in Italia?
B: Extreme è focalizzata principalmente sul datacenter, con le soluzioni Sdn e Open Fabric, ma propone anche soluzioni di Intelligent Mobile Edge per la rete di accesso wired e wireless. Non conosco ad oggi i dati sulla contrapposizione tra wired e wireless in Italia, ma a livello mondiale la tendenza riportata dai report dei vari analisti di questo mercato evidenzia una costante ascesa del wireless che sta superando per la trasmissione dei dati la modalità via cavo in quasi tutti i settori, dovuta a una sempre più diffusa enterprise mobilty.
- 2013: più Sdn, più utenti sempre online
- Dall’m2m all’Internet delle cose: Telit evolve così
- 10Gbase-T: come il cablaggio in rame cambierà i datacenter
- Si allargano gli orizzonti di Riverbed
- Enterasys mette il Wi-Fi al servizio del Byod
- Quando il Byod pesa troppo sulle reti
- Citrix porta l’intelligenza delle app alle reti Sdn
- Per Cisco il Byod richiede un approccio globale
- Byod: l’alternativa di Axway per condividere i file
- Come capire tutti gli scenari del Byod
- Ipswitch: c’è il Byod, la rete non è più quella di una volta
- Trend Micro: come ridefinire il Byod
- Per 100 Gbps in più: Infinera fa fare Instant Bandwidth
- Il cloud chiama reti migliori, per dieci buoni motivi
- Riverbed compra Opnet per un miliardo di dollari
- Prevenire il contagio: collaborare per combattere il malware
- Alpha Telecom arriva in Italia
- 120 MHz in più per il 4G europeo
- Brocade si potenzia con Vyatta
- Siemens Ec, Ardemagni: il Byod è dirompente
- Crif, dove la sicurezza virtuale funziona
- Per Ibm la sicurezza olistica è asset decisivo
- Interoute fa servizi paneuropei 100 Gigabit Ethernet