Crescono gli utenti mobili, ma la sicurezza rimane al palo. Solo il 27% delle imprese mondiali usa la cifratura per proteggere i dati. I risultati di un’indagine di Check Point.
Crescono gli utenti mobili, ma non cresce la sicurezza.
È questo il poco rassicurante risultato di una indagine condotta da Check Point Software su un campione di 224 amministratori It e di sicurezza in tutto il mondo.
L’indagine, che aveva l’obiettivo di valutare la sicurezza degli endpoint, ha evidenziato in prima battuta come oltre il 40% delle imprese ha registrato nell’ultimo anno un aumento nel numero di utenti remoti che si connettono alla rete aziendale da casa o in viaggio.
Non solo: per il 77% delle imprese oggi fino a un quarto della forza vendita è rappresentato da utenti mobili abituali.
Nonostante le cifre dunque indichino una tendenza indiscutibile, poco si fa per aumentare il livello di sicurezza.
Solo il 27% dei rispondenti utilizza la cifratura degli hard disk per proteggere dati sensibili presenti sugli endpoint aziendali e addirittura solo il 9% applica la cifratura ai dispositivi rimovibili, come le chiavette Usb.
Tradotto in termini semplici: l’esposizione dei dati sensibili ai rischi di furto, smarrimento o intercettazioni non sembra essere contemplata nelle valutazioni dei rischi, così che le soluzioni di sicurezza più diffuse sugli endpoint restano gli antivirus, gli antispyware, i personal firewall e i client Vpn.
Qualcosa, tuttavia, sembra cominciare a muoversi, soprattutto in termini di consapevolezza, se è vero che quasi la metà degli interpellati conta di acquistare nel corso dell’anno soluzioni di sicurezza specifiche che vanno dalla cifratura dei dischi alla cifratura dei supporti.