Per l’anno in corso, la società d’analisi prevede per l’Italia una crescita complessiva del settore del 3,7%, grazie anche al ritorno in attivo dell’area It (+1,1%). Il consuntivo del 2004 vede ancora l’informatica chiudere in negativo, mentre le Tlc corrono con un +4,1%.
Usando una terminologia tipicamente meteorologica, Maurizio Cuzari, amministratore delegato di Sirmi, ha definito "sereno variabile" il clima che caratterizzerà nel 2005 il mercato Ict. "Ci sono ancora delle nuvole – ha detto – ma allorizzonte si vedono delle schiarite. Ora la capacità degli operatori del settore sarà quella di andare a cercare il business là dove cè il bel tempo". Per il 2005, infatti, prevede una crescita dellIct del 3,7% grazie al ritorno allattivo dellIt (+1,1%).
Durante il convegno organizzato da Sirmi "Ict 2005, Italia digitale, Italia gaudente. Appuntamento annuale con numeri, tendenze e sentiment" Cuzari ha come di consueto presentato unanalisi dettagliata del settore Ict, che nel 2004 è cresciuto del 3,5%, caratterizzato da due dinamiche opposte: le Tlc che aumentano del 4,1% mentre lIt rimane ancora di poco negativa (-0,3%). Cresce decisamente la digital technology, visto che il consumer electronics e positioning ha realizzato un aumento del 13,8%, a conferma di unItalia consumer gaudente, che nel 2004 ha speso per le novità di device elettronici 6,105 miliardi di euro.
Allinterno del mercato It (21,659 miliardi), lhardware ha pesato per 8,031 miliardi (+2,8%), grazie soprattutto ai pc e nello specifico ai notebook, la cui vendita aumenta con lo stesso ritmo (+15%) sia presso il consumer che larea business. Tra tutte le componenti dellhardware, anche i dispositivi del networking stanno conoscendo crescite sostanziose a due cifre (+16%). Il software, con un valore di 3,544 miliardi si è tenuto a galla (+0,3%): allinterno del comparto, però, solo middleware e tool hanno avuto un trend decisamente positivo (4,5%).
Permangono, invece, in un profondo rosso i servizi di sviluppo (-4,7%), a conferma che non solo i progetti non aumentano, ma che anche i prezzi continuano a scendere, a causa dellaumento della competitività tra operatori, mentre i servizi di gestione si assestano su un -1,3%. In ambito servizi, le componenti Asp più Web si mantengono a galla (+0,3%), meglio va invece per lapplication management (+3%), mentre tutto il resto è negativo, compreso loutsourcing (-0,7%).
Le Tlc, con un valore complessivo di 43,608 miliardi, hanno messo a segno le fisse un aumento dell1,1% (pari a 20,789 miliardi) e le mobili del 7% (22,819 miliardi). In questultimo comparto, i servizi voce sono aumentati del 5% mentre quelli dati di ben il 34%. Le comunicazioni a banda larga crescono e se sommiamo tutte le componenti della digital technology, troviamo un mercato sempre più vasto ed eterogeneo. Il Sistema Italia digitale continua, dunque, ad allargarsi, come pure le Tlc mobili, grazie al contributo del consumer che rappresenta il 75% del totale di questarea di mercato. Anche per i prossimi anni, il settore dovrebbe conoscere trend positivi, in quanto le Tlc hanno la capacità di fare innovazione, contrariamente allIt. Con larrivo del triple play (voce, banda larga, Tv e contenuti) le Tlc rappresentano il vero driver della convergenza. Gli operatori telco, quindi, secondo Cuzari, sono molto più bravi degli informatici a fare marketing e a offrire politiche tariffarie interessanti. "LIt non cresce, le Tlc sì, per cui è chiaro che ci sono componenti che gli informatici non hanno metabolizzato – ha sottolineato lanalista di Sirmi -. NellIt domina ancora la tradizione, ci sono pochi pionieri. Quando abbiamo recitato il de profundis della new economy non abbiamo realizzato che in realtà molti oggetti nati allora sono oggi tra noi. Infatti, in Italia abbiamo 57 milioni di Sim, 1,7 milioni di cellulari Umts, 1,5 milioni di decoder, a fine anno saranno oltre 4 milioni, 1,5 milioni di accessi alla banda larga, oltre 4 milioni di accessi attivi, 1,5 milioni di pc portatili, 1,5 milioni di fotocamere digitali" e la lista continua. Il mercato, dunque, cè, le Tlc crescono, e il consumer è arrivato a pesare per il 48% sul totale dellIct. Alla fine il quadro che ne emerge è quello di unItalia gaudente, che spende quattrini per soddisfare esigenze elettroniche emergenti. Inoltre il popolo delle tastiere (cellulari, pc e videogiochi) aumenta in continuazione, per cui i vendor devono rendersi conto che sta cambiando la propensione alla spesa da parte dei consumatori. In concreto, ha suggerito Cuzari, gli operatori dellIt devono darsi una mossa: purtroppo, però, sono pochi quelli che presentano uno scenario evolutivo, condivisibile e chiaro, ma la digital economy richiede interventi strutturati più di quanto si sia fatto finora.