servizi vocal Amazon

Gli assistenti e i servizi vocali stanno assumendo un ruolo sempre più importante sia nel mercato consumer e della casa connessa sia nelle soluzioni aziendali e nel mondo business. In entrambi gli ambiti, uno dei leader del settore è l’ecosistema Alexa di Amazon.

Non stupisce dunque trovare Amazon tra le aziende capofila (in senso alfabetico, ma plausibilmente non solo) della nuova Voice Interoperability Initiative, un’iniziativa volta a promuovere l’interoperabilità tra i servizi vocali e il supporto di servizi vocali multipli su un singolo device.

Amazon sarà senz’altro tra i principali brand protagonisti dell’iniziativa, ma anche per quel che riguarda le altre aziende coinvolte, stiamo parlando di società grandi e importanti del settore, e non solo.

Brand globali come, oltre all’azienda di Jeff Bezos, Baidu, BMW, Bose, Cerence, ecobee, Harman, Logitech, Microsoft, Salesforce, Sonos, Sound United, Sony Audio Group, Spotify e Tencent. Così come operatori di telecomunicazioni quali Free, Orange, SFR e Verizon, fornitori di soluzioni hardware come Amlogic, InnoMedia, Intel, MediaTek, NXP Semiconductors, Qualcomm Technologies, SGW Global e Tonly, nonché integratori di sistemi come CommScope, DiscVision, Libre, Linkplay, MyBox, Sagemcom, StreamUnlimited e Sugr.

Con un supporto molto ampio da parte di numerose aziende di diverse industrie, la Voice Interoperability Initiative intende inaugurare un nuovo programma con un fine ambizioso: garantire che i prodotti abilitati alla voce offrano ai consumatori possibilità di scelta e flessibilità, attraverso servizi vocali multipli e interoperabili.

La convinzione condivisa dalle aziende sostenitrici della Voice Interoperability Initiative è che i servizi vocali dovrebbero funzionare perfettamente uno accanto all’altro su un singolo dispositivo e che i prodotti abilitati alla voce dovrebbero essere progettati per supportare simultaneamente più parole di attivazione, in modo che l’utente sia libero di scegliere quale usare per una specifica operazione o interazione.

Sono più di 30 le aziende che supportano l’iniziativa ma, come è facile intuire, nella lista non troviamo l’altro nome principale del settore degli assistenti vocali, Google, né quello di Apple, il cui assistente virtuale Siri ha un ruolo numericamente minoritario ma che offre comunque interessanti integrazioni tecnologiche.

La Voice Interoperability Initiative, spiegano le aziende promotrici, si basa su quattro priorità.

  1. Lo sviluppo di servizi vocali in grado di funzionare senza problemi con gli altri, proteggendo al contempo la privacy e la sicurezza dei clienti.
  2. La creazione di dispositivi abilitati al controllo vocale che promuovano la scelta e la flessibilità attraverso più parole di riattivazione.
  3. Il rilascio di tecnologie e soluzioni che semplifichino l’integrazione di più servizi vocali su un singolo prodotto.
  4. Accelerare la ricerca sul machine learning e sull’intelligenza artificiale conversazionale per migliorare l’estensione, la qualità e l’interoperabilità dei servizi vocali.

Maggiori informazioni sul programma, e possibilità di aderire alla Voice Interoperability Initiative, sono disponibili sul sito della Voice Interoperability Initiative.

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