In seguito all’azione legale avviata da Sun nel 2001, la società di Redmond sta ritirando dal canale tutta l’offerta con Jvm integrata.
15 dicembre 2003 Il supporto Microsoft alla Java Virtual Machine è giunto al capolinea. In seguito all’azione legale avviata da Sun nel 2001, in questi giorni la società di Redmond sta ritirando dal canale tutta l’offerta con Jvm integrata, vale a dire tutte le versioni di Windows 98 tranne la Second Edition, Windows Nt 4.0 Terminal Server Edition, tutte le edizioni Office 2000, Office Xp Developer Edition, Sql Server 7 e tanti altri prodotti.
“Va detto – ha tenuto a sottolineare Pierluigi Mazzuca, direttore divisione Developers, Platform and Evangelism di Microsoft Italia -, che chi già dispone della Java Virtual Machine potrà continuare a usarla, anche se il suo supporto non sarà più garantito”. Aspetto non di poco conto, tanto da spingere il manager Microsoft ad alcune doverose puntualizzazioni. “Di fatto, gli scenari che si aprono agli utenti sono tre – ha continuato Mazzuca -. Il primo è non intervenire sulla tecnologia, correndo, però, il pericolo di non essere più protetti da possibili bug fix. Il secondo è limitare in zone Intranet sicure le applicazioni che usano la Jvm. La terza, infine, è rappresentata dalla rimozione della Jvm dopo aver effettuato un assessment sull’impatto, operando una rivisitazione delle applicazioni”. In quest’ultimo caso il suggerimento è di reingegnerizzare il software su piattaforma .Net o usare Jvm di terze parti. “Sul sito www.microsoft.com/java è riportata l’intera lista delle Java Virtual Machine disponibili e una guida alla transizione, inclusiva di strumenti per l’analisi d’impatto”. Non c’è dubbio che per quanto concerne il canale, gli Isv rappresentano la parte maggiormente toccata dalla conclusione del supporto alla Jvm. “A loro disposizione Microsoft ha messo da tempo strumenti come J++ o C#, in grado di portare le applicazioni all’interno di ambienti in cui la Jvm non è richiesta – ha continuato Mazzuca -. Un discorso a parte meritano i system integrator, per i quali sono, invece, disponibili strumenti per il deployment delle nuove versioni di prodotto e per la rimozione della Jvm sul parco installato”. Secondo Mazzuca, in Italia la conclusione del supporto alla Jvm sembra tutto sommato un problema poco sentito, viste le scarse segnalazioni. “Questo è dovuto forse al fatto che chi doveva sviluppare soluzioni multipiattaforma, già usava una Jvm diversa dalla nostra” ha concluso il direttore di divisione.