Sirmi: affaticata l’Ict italiana

I dati relativi al primo trimestre dell’anno mostrano una crescita esigua, fortemente penalizzata dalla congiuntura economica e dal downpricing.

Una crescita lenta per il mercato Ict italiano, che mostra segnali incoraggianti solo quando si tratta di Consumer Electronics.
E’ questo, in sintesi estrema, il quadro che emerge dai dati sull’andamento del mercato Ict nel primo trimestre dell’anno, presentati da Sirmi.

Un quadro che conferma una serie di indicatori già evidenziati dal Centro Studi Confindustria e da Confcommercio: da un lato l’ampliamento del divario esistente tra Italia ed Eurolandia quando si parla di crescita e inflazione, dall’altro la propensione alla spesa in beni e servizi per la comunicazione nelle famiglie italiane.

Secondo Sirmi, nei primi tre mesi dell’anno il mercato Ict nazionale riesce a mettere a segno un +2,1% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, sfiorando un valore complessivo di 16,4 milioni di euro. Lo scorso anno, va segnalato, l’incremento aveva raggiunto il 3%.

In questa congiuntura, migliore è lo stato di salute della sola It, che cresce del 3,1% a 5,9 miliardi di euro.
Risicata la crescita del comparto Tlc, che arriva a 10,4 miliardi, con un incremento dell’1,5%.
Per l’hardware si parla di un +3,8% a 2,332 miliardi, mentre il software, con un +3,4% supera il miliardo di euro.
Per quanto riguarda i soli pc, lo scenario è decisamente piatto: un modestissimo +0,6% a 1,026 miliardi di euro, in netta controtendenza rispetto al +9,9% del pari periodo dello scorso anno.

Secondo Sirmi, per quanto riguarda l’hardware preoccupa la diminuzione costante del valore medio dei sistemi, che genera margini sempre più ridotti per i canali di vendita. Per quanto riguarda invece il software, si registra un rallentamento sui servizi di gestione, e in particolare sul mercato dell’Outsourcing, frenati da una parte dalla mancanza di nuovi grandi contratti e dall’altra dal rallentamento dei rinnovi della PA: gli investimenti da parte del sistema pubblico restano inferiori alle attese sia per quantità che, soprattutto, per qualità sull’efficienza dell’intero sistema dei servizi pubblici (PA, sanità e istruzione).

Più positiva la valutazione dell’andamento degli investimenti IT nei settori economici e professionali, mentre preoccupa il calo della spesa It nelle famiglie, causata da una maggiore saturazione di questo mercato e dalla situazione economica congiunturale.

Nelle Tlc si registra un +2,6% nel comparto mobile, grazie alla crescita della della spesa sia per gli apparati che per i servizi.
Il palmares spetta alla Consumer Electronics, che registra un +7 %, grazie alle crescite dei volumi sul fronte TV LCD e contenuti digitali multimediali. La congiuntura economica, tuttavia, spegne i moti di ottimismo in chi opera in questo comparto: la crescita nei trimestri precedenti è sempre stata a due cifre e solo i prossimi campionati europei di calcio potrebbero in questa congiuntura fungere da volano per gli acquisti.

Un’analisi dell’andamento del comparto pc evidenzia come nel primo trimestre dell’anno si sia registrato un incremento dell’11,1% in termini di volumi, accompagnato tuttavia da un calo dell1,1% nel fatturato. Il mercato consumer risente in modo assai marcato dell’effetto downpricing, tanto che per quanto riguarda i notebook, si parla di un +6,2% in termini di unità e di un -3,3% in termini di giro d’affari.

Sul mercato business, sebbene più modeste, i segni restano positivi. L’area Sistemi, Workstation e PC Server registra un +7,8% in termini di valore, che corrispondono a un +20,4% in volumi. Particolarmente positivi i PC Server, che mettono a segno un +21,3% in volumi e un +13% in valore, mentre si segnala un flat per i Sistemi Unix con un -0,4% in termini di volumi.

Infine lo storage: il trimestre si chiude appena sotto i 100 milioni di euro, con una crescita dell’1,7% rispetto all’anno precedente.

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