L’edge computing è la migliore risposta alle dinamiche post pandemiche. L’intervento di Benedetto Di Salvo, Head of Sirti Digital Solutions.
Quando è deflagrata – a inizio 2020 – l’emergenza sanitaria globale, le aziende hanno dovuto immediatamente introdurre misure urgenti per permettere ai propri collaboratori di lavorare da remoto e per riorganizzare buona parte della loro operatività.
Dopo la prima fase di aggiustamento tipica di eventi così dirompenti, abbiamo assistito a una progressiva accelerazione dei programmi di trasformazione digitale, con gli investimenti in tecnologia che hanno consolidato il proprio posizionamento come priorità del business.
Con il remote working che è qui per restare, al di là della fine della fase più o meno acuta della pandemia, il tema tecnologico dei prossimi anni è chiaro: come poter supportare la crescente decentralizzazione dell’operatività aziendale? Come assicurarsi che un’azienda possa continuare a essere efficiente e competitiva nonostante l’incremento delle proprie “periferie” e delle “sedi distribuite”?
In questo contesto, il “work and collaborate anywhere and anytime with any device”, spinto all’eccesso a seguito della pandemia, ha portato a parlare sempre di più di IT Edge(s), oltre che della categoria prevalente di architetture e servizi Intelligent Edge per l’IoT.
Un fenomeno che trova un riscontro concreto nel mercato, poiché osserviamo un numero crescente di vendor che investono nello sviluppo di tecnologie IT Edge, prima fra tutte l’edge computing.
Grazie all’edge computing è possibile, infatti, implementare un ripensamento della distribuzione dei data center per renderli fisicamente più prossimi agli utenti.
Ma non solo.
L’edge computing permette di portare la potenza di calcolo e le varie applicazioni più vicine al luogo in cui si generano le informazioni, garantendo la possibilità di gestire enormi masse di dati non strutturati velocemente e in modalità cloud nativa anche nelle posizioni periferiche.
C’è di più, man mano che lo scenario diventa più complesso.
Utenti, dispositivi e applicazioni richiedono ormai reti di accesso e interconnessioni cloud intelligenti, che siano sicure, capaci di adattarsi agli utenti, automatizzate e orchestrate dal cloud, ma anche adeguate alla fruizione di servizi evoluti, tipicamente erogati in modalità As a Service.
Qui entra in gioco l’Intelligent Edge, che si fonda sul concetto di Data Intelligence, inteso come la creazione di valore dal dato raccolto sul campo.
In questo momento, c’è una spinta enorme a portare le tecnologie di cloud computing e data analytics sull’edge, ma allo stesso tempo l’evoluzione delle architetture di computing dei principali cloud provider come Tensor Processing Unit (Tpu) e Quantum Processing Unit (Qpu) porterà sempre di più alla costruzione di servizi basati proprio sull’integrazione tra edge e cloud.
E il 5G è un ulteriore acceleratore di questo fenomeno.
Siamo molto convinti dell’importanza dell’interconnessione tra l’edge ed il cloud, ecco perché abbiamo portato le prime tecnologie Sd-Wan e Sdn nel nostro Sirti Digital Lab più di quattro anni fa per rispondere a una esigenza fortissima del mercato e migliorare la qualità dei servizi di interconnessione aziendali tra sedi e tra sedi e cloud.
Infine, la crescita esponenziale dell’IoT, sostenuta anche dal 5G, sta ponendo ulteriore enfasi alla convergenza tra tecnologie di accesso/interconnessione e i sistemi di computing (edge e cloud) e data analytics/machine learning/intelligenza artificiale.