Tra i settori della tecnologia IT per così dire in attesa di maggiori fortune, gli smart glasses occupano sicuramente un posto in prima fila. Strumenti molto promettenti, per quanto perfezionati non ha ancora raccolto anche solo una parte del successo sperato.
In tanti ci hanno provato, quasi sempre ridimensionando le attese. A partire dal caso più significativo di Google, la cui rivoluzione prevista è finita praticamente nel dimenticatoio, a chi come Intel si è presto chiamata fuori dai giochi.
Gli smart glasses tuttavia non si possono considerare morti. In attesa di individuare la strada giusta e perfezionare una tecnologia spesso ancora troppo invasiva, esiste un settore di nicchia nel quale i risultati sono già interessanti. Quando si parla di assistenza a distanza, o in alcuni casi anche formazione, la realtà aumentata si rivela un prezioso alleato nei tempi di intervento e nella qualità del servizio. Anche i prezzi d’altronde, sono di livello professionale.
Dai Moverio, Epson ha messo a fuoco la direzione giusta
Prima a crederci per impegno è Epson, i cui Moverio nelle versioni più recenti BT-2000 e BT-2200 senza troppo clamore stanno guadagnando consensi. Rigorosamente strumento a uso professionale, da indossare quindi solo per il tempo di un intervento tecnico, possono contare su un buon numero di applicazioni, grazie anche alla collaborazione con gli ISV (Independent Software Vendor), insieme ai quali vengono sviluppate soluzioni preconfigurate per l’assistenza remota in più settori.
In questo modo infatti, tecnici e ingegneri sul campo possono entrare in contatto diretto con il personale interno di un’azienda. Informazioni e istruzioni vengono trasmesse a voce e visivamente attraverso un sistema di comunicazione bidirezionale in tempo reale, supportando in questo modo la risoluzione dei problemi.
La telecamera ad alta risoluzione di Moverio trasmette immagini video che possono essere riviste o integrate con note in tempo reale nel campo visivo dell’utente. I tecnici in remoto possono anche inviare documenti e manuali direttamente agli smartglasses.
Il supporto concreto all’assistenza tecnica è uno degli aspetti più rilevanti dei Moverio in combinazione con i software dedicati. Invece di chiedere assistenza telefonica o consultare un manuale, il tecnico può essere guidato in un’operazione direttamente sul macchinario, a mani libere e con la visione guidata sovrapposta alla realtà.
Inoltre, in combinazione con software come Acty, si può interagire attraverso l’invio di documenti, immagini o video. Le immagini supportate possono essere statiche o in movimento. Utilizzando appositi tag, è per esempio possibile segnalare le azioni da svolgere, i componenti di una macchina su cui intervenire o le istruzioni da seguire.
In qualità di soluzione molto articolata, anche il costo è di una certa importanza, sui 1.200 euro.
La visuale Microsoft è già nella giusta direzione
Nonostante gli sforzi progettuali, dimensioni, design, costi e applicazioni disponibili rendono praticamente impossibile pensare agli smart glasses come prodotto consumer diffuso. Non a caso, anche chi come Microsoft era partita decisa in questa direzione, ha presto corretto la rotta, salvando almeno per il momento gli investimenti.
La scommessa Microsoft ha scelto la tecnologia Hololens. Anche se probabilmente non abbastanza diffusa secondo le attese, capace comunque di vantare un buon numero di applicazioni professionali. Nella versione più recente, gli Holoens 2 infatti, l’attenzione è stata rivolta soprattutto alle applicazioni, mettendo da parte almeno per il momento la vestibilità.
L’ergonomia non è comunque stata ignorata. Per favorire il comfort durante sessioni progettuali o di assistenza prolungate, è stato aggiunto un sistema di regolazione. In più, aspetto non scontato, è possibile usarli insieme agli occhiali da vista, indossando il visore VR al di sopra.
L’attenzione Microsoft è rivolta al mondo progettuale. Il sistema è studiato per visualizzare più ologrammi contemporaneamente in una sola volta. Nella scena, anche testo dettagli 3D in alta risoluzione.
Le telecamere integrate nella montatura, quattro per tracciare i movimenti della testa e due per quelle degli occhi, permettono anche di simulare le interazioni con la scena, aspetto utile in fase di discussione e modifica dei dettagli di un progetto. Da non sottovalutare anche la praticità di una soluzione totalmente wireless.
La destinazione più ambiziosa dell’intrattenimento al momento dovrà quasi certamente aspettare. Tuttavia, sono già diversi le situazioni dove gli Holoens si sono già rivelati alleati preziosi. Per esempio, Thyssenkrupp riesce a mostrate i clienti il risultato di installare un montascale in un’abitazione, mentre Natuzzi li usa per mostrare l’anteprima di un intervento di arredamento.
Ford e Volvo invece ne hanno sperimentato i vantaggi rispettivamente nella progettazione e come supporto nella configurazione dell’autovettura da parte dei clienti. L’ampiezza del potenziale applicativo, porta anche i prezzi a lievitare in modo importante, arrivando a parlare di 3.500 euro.
Google e smart glasses, discorso ancora aperto
Un discorso a parte lo merita Google. Come tanti progetti hardware, dopo una presentazione in grande stile anche Glass si è ritrovato lentamente messo da parte. Dimenticata almeno per il momento l’ambizione di renderli oggetto di uso comune, anche in questo caso il presente è legato al mondo aziendale. La versione attuale infatti è stata ribattezzata Glass Enterprise Edition 2, fugando ogni possibile dubbio sul mercato di riferimento.
A vantaggio di Google, l’attenzione alla progettazione. L’origine nel mondo consumer porta infatti in dote una certa leggerezza nelle linee, anche se l’adattamento al mondo professionale ha prodotto una asimmetria fin tropo accentuata dalla parte del proiettore.
Giustificata però dal dover sovrapporre immagini in alta risoluzione per assolvere allo scopo, accompagnate da audio senza lasciare spazio a malintesi. Con in più tutti i benefici dell’interazione vocale natia, uno degli aspetti più importanti in questo settore.
L’obiettivo Google al momento sono gli ambienti industriali dove si opera su operazioni in serie ripetute e la cui sincronia è fondamentale. Dotare il personale di Glass li aiuta nello svolgere le mansioni, abbassando i fermi produttivi legati a errori di montaggio o indecisione sul da farsi.
Oppure, come supporto nella gestione di un magazzino, andando oltre i palmari e permettendo al personale di lavorare affettivamente a mani libere. In questo settore, DHL dichiara un miglioramento del 15% nell’efficienza.
A breve però, non è da scartare una mossa a sorpresa di Google. A fine luglio, l’azienda ha infatti acquisito North, progetto molto più di design e mirato al mondo consumer.
La buona esperienza accumulata consente di proporre anche prezzi più contenuti rispetto alla media, sui 1.200 euro per i soli smart glasses senza software.
Lo specialista Vuzix pronto al confronto
Agli smart glasses si può arrivare anche seguendo un cammino più regolare e non solo come progetto nuovo. È il caso interessate di Vuzix, tra i protagonisti del settore, a differenza dei diretti rivali, partita da lontano. Già da tempo l’azienda ha infatti sviluppato supporti al mondo della produzione, della logistica e dell’assistenza, sotto forma di visori parziali, arrivando a veri e propri smartglasses più di recente.
In un’offerta tra le più ampie in assoluto, si distinguono i recenti Blade, ultima versione di una serie ormai con una storia importante. Tra i punti di forza, oltre a un prezzo nettamente inferiore, intorno ai 600 euro, un aspetto decisamente più vicino a forme standard.
La montatura risente certamente dell’elettronica integrata. Tuttavia, molto ben distribuita in modo da non appesantire l’insieme più di tanti normali occhiali di tendenza.
Tanti i dettagli curati, dalla presenza di un microfono per la riduzione del rumore, importante in tanti contesti di intervento professionale, a un insolito slot per scheda MicroSD.
In pratica, una grande attenzione alle reali esigenze di chi opera sul campo, frutto proprio della lunga esperienza diretta.
Un settore pronto alla competizione
Vuzix però, non nasconde la vera grande ambizione, sfondare anche nel mercato consumer. In particolare, seguendo alcuni casi di discreto successo come Everysight o Solos, guardando al mondo dello sport.
La frontiera dell’utente finale resta infatti il vero obiettivo degli smart glasses. Per arrivarci però serve sviluppare meglio la tecnologia, lavorando ancora molto su dimensione, peso e design, per avvicinarsi di più a dei comuni occhiali, prezzo compreso.
Al momento la strada passa per scelte precise. Rinunciare cioè ad alcune funzioni audio o video in favore della vestibilità. Un certo favore stanno per esempio riscontrando gli Spectacles, le cui due fotocamere ai lati delle lenti e i quattro microfoni permettono di registrare foto e video in 3D.
Più discreti invece i Vue Glasses, pensati però solo per l’ascolto di musica e le chiamate. Sfruttando in questo caso la conduzione ossea, le dimensioni possono essere effettivamente ridotte al punto da renderli oggetto anche alla moda.
Particolare invece la scelta di Level, affidando in pratica agli smart glasses le funzioni tipiche di uno smartband. La montatura sarà quindi in grado di registrare passi, distanza e calorie consumate nel corso della giornata.
I grandi stanno a guardare, ma non tanto
Non si può completare una panoramica senza cercare di capire come si stiano muovendo i grandi nomi del mondo IT.
Su tutti, Apple ha più volte lasciato intendere di avere gli smart glasses tra gli obiettivi, senza tuttavia dare l’idea di essere veramente prossima a un rilascio. Se un certo impegno anche in termini di risorse appare quasi certo, si parla di una squadra di un centinaio di ricercatori all’opera, i dettagli del progetto restano invece ancora avvolti nel mistero. Anche la data rimane tuttora incerta, con la maggior parte delle previsioni concentrate sul 2021.
Discorso non molto diverso per Facebook. L’interesse c’è tutto e in questo caso è anche ufficiale. Anzi, l’ambizione è addirittura andare oltre gli smartphone entrando in diretta concorrenza. Parole importanti, non del tutto prive di fondamento. Sul tema, Facebook è al lavoro ufficialmente insieme a Ray-Ban, marchio non solo storico del settore, ma anche di proprietà dell’italiana Luxottica.
Sicuramente l’attenzione è rivolta al supporto per le attività social. Quindi, un display orientato a mostrare notifiche, visualizzare contenuti e gestire chiamate.
Chi invece un prodotto ufficialmente l’ha già presentato è Amazon. Tuttavia al momento Echo frames resta solo una vetrina o poco più. Pensato probabilmente per saggiare il terreno, lavora praticamente in simbiosi con Alexa. Quindi, attenzione totale alle funzioni audio, con comandi vocali in prima linea e interazioni via smartphone. Funzioni al momento ancora limitate, al punto da indurre a definirli come categoria a parte Eyeglasses.
ALO è una efficace soluzione innovativa per i non vedenti e gli ipo-vedenti che trova applicazioni in molti ambiti
dei normo-vedenti.
L’idea è semplice: se non puoi vederlo, fatti raccontare cosa c’è davanti ai tuoi occhi. La sua realizzazione è frutto di un lavoro sofisticato di integrazione di tecnologie esistenti e sviluppo di nuove.
Il risultato è un sistema occhiali dove alle usuali lenti, che possono essere oscurate o passanti, viene aggiunto
dell’hardware e relativo software che rileva le immagini di tre telecamere frontali, le processa per riconoscere gli oggetti di interesse, inclusi testi scritti, e li descrive all’utente localizzandoli nell’ambiente circostante.
Versioni beta del prodotto sono già in fase di avanzata sperimentazione di laboratorio con la collaborazone di non vedenti.
ALO-Italy è una startup che commercializzerà e customizzerà il prodotto in Europa