“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”: il buon Tancredi de Il Gattopardo, capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, non avrebbe mai immaginato che la sua sentenza sarebbe stata pronunciata in futuro in ogni contesto.
E che avrebbe potuto essere impiegata a buon diritto anche al tempo dell’e-commerce, dell’organizzato caos del formicaio dei corrieri e delle acrobazie che a volte bisogna fare per conciliare la comodità di una consegna a domicilio con la necessità di esserci al momento giusto.
Non ritirare un pacco costa
Tutto deve rimanere com’è, naturalmente, con 400 e passa milioni di pacchi consegnati all’anno in Italia e un trend di crescita senza soste.
Ma tutto, nello stesso tempo, deve cambiare, perché dover ritentare una consegna perché non c’era nessuno a ricevere un pacco incide anche sull’ambiente, oltre che su portafoglio.
Direte che non vi costa di più, visto che due o tre tentativi di consegna gratuiti non li si nega a nessuno. Ma non è vero: anche se sul sito c’è scritto “consegna gratuita”, è una spesa occulta che incide sul prezzo di vendita.
Che dire poi dei pacchi, soprattutto negli uffici e nelle comunità, consegnati alla persona sbagliata o che non si possono andare a prendere fuori orario?
Due parole per un cambiamento epocale
Le due parole del cambiamento in corso, smart locker, hanno un sapore inglese. Un prestito linguistico destinato ad essere naturalizzato in italiano, come smartphone o email.
È probabile che abbiate già intravisto gli smart locker in giro per città e paesi, anche se non li avete ancora utilizzati e magari il nome vi è ancora nuovo.
Sono quei grandi armadi, simili alle cassette di sicurezza di una banca, con tanti sportelli di dimensioni diverse e un pannello centrale simile a un Bancomat, con schermo e tastierino numerico.
La loro funzione è geniale e semplice nello stesso tempo: si ordina il pacco, si sceglie la posizione di uno smart locker, il corriere consegna senza problemi, vi manda un codice e voi, quando volete e potete, andate a prendere la vostra roba.
Probabilmente li avete già visti nei piazzali di un supermercato o di un benzinaio. E se non li avete visti per strada, magari sono all’interno di una scuola, di un club sportivo o di un ospedale.
Ma come possono cambiare la vostra vita, e incidentalmente quella dei corrieri, questi smart locker? Vediamo in cinque situazioni differenti come possono cambiare le cose con o senza smart locker.
1 Lo smart locker nel centro direzionale
Roma: un centro direzionale occupato da una decina di società e da due spazi per coworking. Duecento persone mediamente presenti nell’edificio, un terzo delle quali in rapida rotazione perché lavorano in uffici affittati a mese o a settimana.
Nella portineria comune c’è Giacomo. «Giacomo, sono Andrea Giovani della Spline del terzo piano. Aspetto un pacco… mi avvisi quando arriva?».
«Giacomo, sono Giovanni Andreoli. Ho un ufficio questa settimana al coworking a fianco. Aspetto molta corrispondenza in questi giorni: me la puoi portare per favore qui da noi?».
«Giacomo, il corriere dice che il pacco è stato ritirato da Giacomo. Dov’è finito il mio pacco? Perché lo hai dato a quelli del secondo piano?»
Giacomo è stressato.
La decisione della società proprietaria facility di installare uno smart locker di dimensioni generose ha salvato Giacomo da un esaurimento nervoso e ha semplificato la vita degli impiegati delle aziende che la popolano e dei coworker. Quando ricevono un messaggio dal corriere devono semplicemente scendere in portineria, aprire uno sportello e ritirare il pacco. E Giacomo ha più tempo per fare il resto.
2 Smart locker per supermercati in concorrenza
Media periferia di Bologna. Un grosso parcheggio pubblico attorniato da uffici, negozietti e palazzi residenziali. Per chi lavora e abita lì c’è un solo supermercato nella zona. Molto fornito, ma con prezzi alti, vista la poca concorrenza.
Non resta che andare lì per fare la spesa da portare successivamente a casa o per prendere cibo e bevande per il pranzo in ufficio, perché il supermercato più conveniente è a un chilometro di distanza.
Poi il “colpo di genio” della catena del supermercato più lontano: installare uno smart locker refrigerato in quella piazza e indirizzare lì le consegne “a domicilio”.
Dal momento che è una struttura refrigerata, può essere usata anche per consegnare prodotti deperibili. Al mattino gli impiegati ordinano il pranzo, che vanno a ritirare a pochi passi di distanza appena prima di mangiare.
O passano dallo smart locker appena usciti dall’ufficio, se è la spesa per la casa. E lo stesso fanno i residenti.
3 Anche in ospedale uno smart locker è utile
Se c’è un posto dove sarebbe proprio utile ricevere i pacchi ordinati online è proprio una clinica.
Indispensabile per medici e infermieri che spesso passano più tempo lì che a casa e anche per i pazienti.
Ed è proprio il posto dove è molto difficile organizzare un ritiro, soprattutto per chi è ricoverato visto che il personale ha altro da fare che occuparsi di questo.
Anche in questo caso uno smart locker installato in una parte comune, ad esempio dove c’è una sala d’attesa e sono presenti come di consueto i distributori automatici di bevande merendine, è la soluzione perfetta per il cardiologo che tornerà a casa con i suoi pacchi e il paziente che sta facendo la riabilitazione per una gamba rotta che andrà con la sua sedia a rotelle al piano terra a ritirare una tuta che gli serve subito.
4 La logistica interna con uno smart locker
Nel pieno distretto della carta toscano c’era, e c’è ancora, una cartiera governata da una logistica perfetta, in grado di gestire senza intoppi l’arrivo di centinaia di grossi camion con la cellulosa e la carta da macero e di far partire altrettanti mezzi con le bobine di carta pronta.
Quello che non riuscivano a fare in maniera ottimale era la gestione dei piccoli acquisti, da un cacciavite elettrico per il reparto manutenzione alla cucitrice per l’amministrazione.
La grandezza dello stabilimento e la dislocazione frammentata delle varie responsabilità rendeva difficoltoso per il personale della reception smistare i vari pacchi o semplicemente avvisare la persona giusta del loro arrivo.
L’installazione di uno smart locker risolverebbe il problema: si imposta una procedura in modo che ogni persona abilitata a fare ordini riceva un avviso personale per ogni prodotto consegnato, in modo che possa ritirarlo personalmente presso la reception.
5 Lo smart locker a casa
Silvia abita in un palazzo di medie dimensioni di Milano. Come tante abitazioni di questo genere, i condomini hanno rinunciato alla portineria per i costi troppo elevati.
L’ingresso è spazioso e c’è posto anche per un locale hobby, dove i residenti possono fare feste o giocare a ping pong.
Ogni volta che deve ricevere un pacco deve organizzarsi in modo che ci sia qualcuno a casa nell’orario previsto di consegna, ma basta una logistica mal apparecchiata del corriere perché la consegna avvenga il giorno prima o il giorno dopo mandando tutte le sue manovre in fumo. E se il corriere chiama al telefono, deve pregarlo di lasciare la consegna a qualche vicino.
Dal momento che erano in tanti nelle sue stesse condizioni, i condomini hanno deciso di installare uno smart locker di piccole dimensioni nell’atrio, vicino alla sala hobby.
Occupa poco spazio e il costo è accettabile. Ora può ritirare i pacchi quando rientra a casa e il corriere va a colpo sicuro.
Un caso pratico in più
Per saperne di più sul funzionamento degli smart locker, su come si sceglie il modello più adatto per la propria realtà, sui costi di installazione e gestione e su come lo si implementa, vi consigliamo di scaricare un documento che descrive il caso pratico di una università.