Dal punto di vista del monitoraggio IT ormai il lavoro remoto deve fare parte del DNA e il tipo di monitoraggio adottato dipende esclusivamente dal ruolo: i lavoratori remoti non sono più una minoranza e le aziende devono adeguarsi a questo cambiamento.
Lo dichiara Chiara Ornigotti, Senior Sales Manager Southern Europe di Paessler Ag, azienda specializzata nel monitoraggio di rete, per la quale nel 2020 la tecnologia è stata un’ancora di salvezza per le aziende e nel 2021 proseguirà il trend di sviluppo della tecnologia e delle soluzioni digitalizzate per il posto di lavoro, ovunque questo si trovi.
Per dare una panoramica e comprendere che direzione prenderanno gli sviluppi tecnologici Paessler ha fatto alcune previsioni su come cambierà la gestione IT nel 2021.
Per iniziare tutti i tool per il lavoro da remoto, per continuare a funzionare efficacemente, hanno bisogno di un monitoraggio continuo e un approccio proattivo al monitoraggio può aiutare a riconoscere rapidamente i problemi e risolverli sul nascere.
Formare i lavoratori a individuare i problemi IT
Considerando che il lavoro da remoto sarà la norma anche per buona parte dell’anno, secondo Paessler vedremo crescere la proattività dal lato utente per quanto concerne il troubleshooting dei problemi IT.
Le aziende inizieranno a formare i lavoratori per aiutarli a costruire le proprie conoscenze e scoprire, almeno a un livello base, dove possono essere i problemi e come risolverli in autonomia anche quando lavorano da remoto.
Le aziende devono mettere i lavoratori nelle condizioni di fare le proprie valutazioni e quando possibile risolvere i problemi con gli strumenti a loro disposizione anche da remoto.
Gli utenti potrebbero ad esempio usare un portale web per accedere ai sistemi aziendali per verificare se questi sono pienamente operativi: ciascuno può acquisire in breve tempo le nozioni base del monitoraggio.
Secondo Ornigotti quest’anno vedremo probabilmente perpetuarsi le frustrazioni per quanto riguarda i problemi del lavoro da remoto, tra tutti i problemi di connettività e l’accesso alle tecnologie di videoconferenza.
I lavoratori da remoto probabilmente incontrano difficoltà anche perché evitano di adottare le buone pratiche a vantaggio della velocità. Gli utenti spesso non installano gli aggiornamenti tempestivamente e non investono in amplificatori di segnale che aiuterebbero ad avere una connessione migliore nel caso in cui si trovino a distanza dal router. Se è vero che è difficile convincere gli utenti ad abbandonare le cattive abitudini è però altrettanto vero che solamente instaurando delle buone pratiche si possono eliminare i problemi più ricorrenti del lavoro da remoto.
Monitoraggio avanzato e migrazione cloud
Secondo Ornigotti nel 2021 crescerà il bisogno di strumenti di monitoraggio avanzati, dato che sta aumentando il ventaglio di software utilizzati.
Un software appena installato richiederà un nuovo set di monitoraggio per garantire che vengano evitati problemi come il downtime.
Gli amministratori IT dovranno formare gli utenti a gestire in autonomia questi problemi: gli amministratori già usano una serie di strumenti per il monitoraggio di base della connettività e potrebbero condividere con gli utenti una vista della disponibilità del servizio sotto forma di semaforo. Ciò aiuterebbe gli utenti a capire se il problema è dell’IT aziendale o del loro ISP.
Secondo Paessler i IT leader dovranno iniziare a dare priorità alla virtualizzazione cloud e il passaggio al cloud non dovrà più essere un processo one-time.
La virtualizzazione cloud è il processo in cui l’IT configura server e storage virtuali e sistemi operativi per gli utenti.
Così l’IT può costruire app e servizi per coloro che lavorano da remoto in modo adatto alle piattaforme cloud virtuali. Si tratta di un miglioramento rispetto alla tradizionale relazione hardware-software: il cloud è l’ambiente della collaborazione dato che permette facilmente ai lavoratori remoti distribuiti di connettersi online senza dover fare affidamento sull’hardware fisico dell’ufficio.
Inoltre, con il software cloud proseguirà la convergenza tra IT, OT (Operational Technology), IoT e Industrial IoT (IIoT).
Qui è dove la potenza e la flessibilità dell’IT può davvero fare la differenza per le aziende che si affidano a vecchi sistemi tra loro isolati, in particolare nello spazio del monitoraggio. I benefici di questa convergenza sono talmente tanti che la direzione può essere una sola.
Sono pochi i sistemi OT che non fanno in qualche misura affidamento sull’IT: un esempio sono i sistemi CCTV. Tipicamente sono ritenuti un presidio di sicurezza ma nell’industria sono spesso considerati OT.
A parte questo, il monitoraggio di processi e macchine da una singola piattaforma accessibile presenta molti vantaggi, nonché potenziali risparmi significativi per molte organizzazioni.
E se il fenomeno operations anywhere è stato la norma nel 2020, il trend proseguirà nel 2021, dato che gli utenti chiederanno sempre più funzionalità di portabilità.
Le aziende tech le offriranno presto come standard. Le persone vorranno connettersi nelle modalità che preferiscono, ad esempio gli amministratori IT potrebbero desiderare aggiornamenti live sul monitoraggio software su un dispositivo smart da polso.