ThinkPad, Netvista, sicurezza e mobilità: ecco le chiavi dello Smau di Ibm che ha anche allestito nel proprio stand un piccolo museo che ripercorre la storia dei suoi prodotti dal 1992 ad oggi
25 ottobre 2002 Chi l’ha detto che non c’è convinzione a Smau? Non Ibm, che, nelle parole di Paolo Degl’Innocenti, direttore della divisione Psg, è convinta che la manifestazione milanese sia ancora un punto di incontro importante per chi voglia “fare business”. “E’ un momento relazionale molto forte e noi vogliamo esserci. E non solo noi, visto che c’è un nutrito numero di Business Partner che vengono a Smau per parlare con noi al di fuori dei normali schemi. In ogni caso, quest’anno abbiamo una ragione importante in più: il decennale dei ThinkPad. Credo che sia la prima volta nella storia dell’informatica che un’azienda investa così a lungo su una linea di prodotto. E per i nostri clienti un impegno di così lungo periodo è un messaggio forte. In questi 10 anni sono stati venduti oltre 15 milioni di pezzi e la linea è stata sottoposta a un refresh continuo, tanto che gli ultimi modelli sono giocati in un’ottica di ultraleggerezza e ultraportatilità. Il nostro impegno su ThinkPad è almeno per altri 10 anni”.
L’impegno di Ibm sul ThinkPad è senza dubbio strategico in un mercato che si muove deciso in direzione del mobile, tanto da compensare, con un 30% di quote, la relativa staticità del comparto desktop. Ma è anche strategico in una nuova vision nella proposizione del prodotto pc.
“Non voglio sembrare utopista, ma non credo sia davvero un momento di crisi – spiega Degl’Innocenti -. Preferisco definirlo un momento di transizione. Non ha più senso vendere o comprare un pc come un pezzo di ferro. Lo ha se lo si propone come elemento di una infrastruttura It. La grande utenza è in risveglio: ci sono progetti importanti in partenza, a patto di saper dare i messaggi e le risposte giuste” .
In primo luogo, secondo Degl’Innocenti, bisogna tranquillizzare le aziende rispetto alla gestione delle spese di migrazione del parco. Secondo studi recenti, infatti, in una fase di migrazione il 20% dei costi è ascrivibile all’acquisto delle macchine, mentre il restante 80% si ascrive alle attività stesse di migrazione. “Ibm ha dimostrato di essere in grado di ridurre i costi e i tempi di migrazione, in particolare con la soluzione Image Ultra, con la quale è possibile effettuare l’immagine sftware per ciascun utente, replicandola non appena questi si ri-qualifica con la nuova macchina”.
L’altro tema caldo per Ibm – e come potrebbe essere diversamente – è il wireless, ma anche in questo caso Degl’Innocenti non si risparmia una battuta forse un po’ polemica: “Tutti ne parlano, ma pochi sanno come passare da wireless ready a wireless effective, ovvero da un wireless teorico a un wirelss veramente funzionante. Wireless per Ibm non è solo uno schema di marketing, ma è un impegno concreto anche e soprattuto sul fronte ricerca e sviluppo, che coinvolge tutti gli aspetti, incluso, ad esempio, il posizionamento ottimale ed efficace delle antenne sui portatili. Naturalmente non trascuriamo la sicurezza, che per noi si declina in un chip Ees (Embedded Security Subsystem) che gestisce gli algoritmi di sicurezza nella trasmissione dei file”.
Ma non di soli ThinkPad vive Ibm. Strategica è anche l’area desktop, considerata tutt’altro che morta e che viene rivitalizzata con i nuovi nati della linea NetVista con small form factor.
“Tutto questo conferma il nostro impegno sul fronte della grande utenza, ma è anche declinato in chiave TopSeller, ovvero la linea di prodotti veicolati attraverso la distribuzione e indirizzati alle piccole e medie imprese. Ci eravamo riproposti una forte crescita di questa linea e i dati ci dicono che ce la stiamo facendo: oggi il 75% dei volumi desktop nella distribuzione è fatto sui prodotti TopSeller, mentre per l’area notebook siamo ormai al 50%”.