Progress Software suggerisce un decalogo per l’implementazione di un’architettura orientata ai servizi.
Le Service oriented architecture promettono integrazione e riutilizzo di componenti, forniscono alle imprese la capacità di godere di uno sviluppo più rapido e continuativo e la possibilità di condividere i processi aziendali con terze parti. Senza contare che aiutano ad affrontare i cambiamenti in maniera immediata e accurata.
Tuttavia, la progettazione di una tale architettura non è facile. Progress Software, con una nota, suggerisce un decalogo per implementare con successo questo modello.
In primo luogo, prima di adottare un modello Soa, la società invita a valutare le esigenze, le proprie priorità, analizzando in dettaglio costi, risparmi e investimenti necessari.
Come secondo passo l’esortazione è quella di affidarsi a una strategia globale. L’implementazione della Soa è un processo progressivo; si può iniziare aggiungendo servizi Web ad applicazioni già esistenti e solo in un secondo tempo trasferirli anche ad altre applicazioni, facendo sempre affidamento su una strategia aziendale a livello globale.
Terzo: basarsi su standard e non ricorrere a estensioni proprietarie. La Soa, secondo Progress, è dotata di un linguaggio aperto che non va mai modificato, così da poter usufruire del riutilizzo. Pertanto, non è necessario ricorrere a un unico provider o a un’unica tecnologia It.
Quarta regola: sebbene la clonazione e la riconfigurazione delle applicazioni potrebbe rappresentare una buona soluzione, l’ideale è di concentrarsi sul riutilizzo e non sulla riconfigurazione. Il valore della Soa va valutato sulla base dell’effettivo riutilizzo dei servizi Web e non attraverso il numero di quelli implementati.
Quinto: vanno tenuti sempre in considerazione il rapporto tra i processi e le applicazioni aziendali e quelli dei partner e fornitori.
Come sesta cosa, va prestata attenzione ai rischi legati alla sicurezza e alla certezza di poterli superare. Per proteggere le applicazioni, la convalida delle linee guida deve basarsi su principi posti dall’organizzazione e da terze parti.
Settimo: bisogna progettare una completa infrastruttura middleware, non solo applicazioni Web, collegando le esistenti e singole applicazioni alla nuova piattaforma attraverso la tecnologia Esb (Enterprise Service Bus).
L’ottava regola riguarda la governance It, che non va mai dimenticata. È necessario definire con attenzione tutte le fasi e sfruttare al massimo le sinergie tra il personale It e i manager, migliorando le prestazioni della piattaforma.
Nono: vanno allineati i carichi di lavoro delle diverse risorse, al fine di garantire la scalabilità attraverso un modello di Soa distribuita.
Infine, è bene scegliere il partner giusto confrontando le diverse offerte sul mercato, assicurandosi della solvibilità e della competenza del provider, anche chiedendo referenze o case study.
- C’è il SaaS nel futuro di Progress
- Perché Progress ha comprato Iona
- Progress Software compra Iona
- 12 senior It hanno imparato le Soa
- Progress con Mindreef per migliorare le Soa
- Iona, più interoperabilità per le Soa
- Dove mancano dati arriva la Soa
- Ubi Banca fa una Soa per il credito al consumo
- Ibm fa le Soa preveggenti
- Pronto il libro bianco delle Soa
- Simulare la Soa