Direttamente connessi alle evoluzioni tecnologiche e alle trasformazioni demografiche della forza lavoro, i trend che impatteranno il settore manifatturiero a livello globale sono sostanzialmente cinque.
A individuarli ci ha pensato Alfonso Correale, group sales manager, Southern Europe di Verizon, secondo cui, nei prossimi 12 mesi, un nuovo modello di business condizionato da aspettative dei consumatori, time-to-market e forte concorrenza globale guidata dalla crescita di Internet e dalla mobile economy, è destinato a stravolgere l’intero ecosistema della supply chain.
In un vero e proprio effetto domino, affinché i retailer vendano più velocemente e a prezzi competitivi la merce che hanno in negozio, i produttori e i distributori dovranno, rispettivamente, accelerare i cicli di produzione e ridurre i tempi di consegna. Pena una domanda insoddisfatta di consumatori, sempre più avvezzi a una multicanalità che con le dinamiche del negozio tradizionale oggigiorno ha davvero poco a che fare.
Ecco che, allora, per l’intero ecosistema della supply chain restare economicamente profittevoli significa trasformare profondamente il proprio modo di fare business.
Il primo passo per riuscirci, suggerisce Correale, è far proprio quel kit di strumenti tecnologici racchiusi nell’acronimo Smac, ossia Social, mobile, analytics e cloud, che, per Verizon, rappresenta la prossima ondata da seguire per incrementare l’engagement dei clienti e cogliere nuove opportunità di crescita.
Introdurre i social media per innovare ulteriormente il proprio modello di business diventa, a questo punto, fondamentale per offrire un approccio customer centric a consumatori sempre più connessi, informati e avvezzi ad acquistare quel che desiderano dal proprio smartphone o tablet condividendo contenuti e giudizi con l’universo connesso.
Accanto all’affermarsi del modello B2B2C, sempre secondo Verizon, l’Internet of Things porterà maggiore automazione e nuove opportunità di lavoro nel settore manifatturiero consentendo una manutenzione condition-based destinata a promuovere nuove efficienze, dal momento che le aziende risparmiano sul costo di lavoro e servizi.
Infine, nonostante la ripresa economica lenta ostacoli ancora le opportunità di espansione e crescita, i dati del settore manifatturiero mostrano un incremento nella richiesta di finanziamenti per investimenti di capitale finalizzati a rinnovare impianti, attrezzature e tecnologie utili a innovare processi e prodotti e a migliorare i tempi di risposta in base alle mutate esigenze dei consumatori.
Quest’ultimo aspetto, combinato con la disponibilità globale di una forza lavoro più tecnica per la gestione delle operazioni di supply chain, con l’aumento dei salari nella parte asiatica dell’emisfero e dei costi di trasporto, sta portando numerose aziende a ripensare le proprie strategie di produzione.
L’outsourcing in Paesi esteri starebbe, infatti, lasciando il posto al next shoring, ossia allo sviluppo di una produzione più vicina al luogo di vendita per velocizzare il time to market in generale.
Il qui e adesso non è mai stato così prioritario.
[…] In un universo aziendale sempre più connesso e in tempo reale, cambiare il proprio modello di business per votarlo alla digitalizzazione significa, per prima cosa, trasformare la propria supply chain. […]