Le organizzazioni italiane sono convinte che il software moderno costituisca un fattore chiave per la crescita del business. Emerge dalla nuova ricerca intitolata “What Business Executives are Learning about Software Development and How it is Helping Achieve KPIs”, promossa da CA Technologies e condotta da Frost & Sullivan, coinvolgendo 1.087 responsabili IT e di business nel mondo (di cui 410 in Europa).
Abbiamo sentito al riguardo Fabrizio Tittarelli, Senior Director Services e CTO di CA Technologies.
La ricerca internazionale condotta online intervistando 1.087 dirigenti aziendali e responsabili IT di alto livello in 11 Paesi è stata sponsorizzata da CA Technologies e condotta dalla società Frost & Sullivan nei mesi di giugno-luglio 2018. Nel corso dell’indagine sono stati intervistati top manager che conoscevano molto bene le applicazioni delle proprie aziende nelle grandi imprese (con un fatturato annuo di almeno 1 miliardo di dollari nel caso di aziende USA). Circa il 62 per cento dei dirigenti aziendali convolti svolgeva un ruolo di responsabilità elevata come C-level, vicepresidente o direttore.
La ricerca rivela che le realtà italiane che adottano architetture applicative moderne (API, microservizi e container, insieme a metodologie di sviluppo allo stato dell’arte quali DevOps, DevSecOps e Agile) hanno maggiori possibilità di migliorare i Key Performance Indicator (KPI), connettere tra loro sistemi differenti e generare insight a supporto dei processi decisionali.
Secondo lo studio, il 75% dei top manager italiani ritiene il livello delle applicazioni software “buono” o “ottimo” ai fini del raggiungimento dei KPI aziendali. Circa il 79% delle organizzazioni italiane intervistate valuta la propria capacità di collegare applicazioni e dati per generare insight “leggermente/nettamente migliore” rispetto alla concorrenza. Inoltre, l’81% ritiene che le proprie applicazioni software siano “abbastanza/completamente” integrate dal punto di vista della funzionalità, della condivisione dei dati, dell’autenticazione e della sicurezza – anche in questo caso il dato è il più basso in Europa.
Frost & Sullivan ha anche messo a confronto la performance delle organizzazioni europee maggiormente progredite nell’adozione di architetture applicative e pratiche di sviluppo moderne con quelle più arretrate. Il confronto ha preso in esame diverse metriche che valutano alcuni fattori chiave relativi all’utilizzo di API, microservizi e container, insieme a best practice di sviluppo moderne quali DevOps, DevSecOps e Agile. Le organizzazioni italiane risultano indietro rispetto al resto d’Europa dal punto di vista di un utilizzo avanzato delle architetture applicative moderne: solo il 63% mostra architetture applicative avanzate con caratteristiche “medio/alte”, collocandosi dietro al Regno Unito (77%), alla Francia (66%) e alla Germania (64%).
Circa il 39% delle realtà italiane sostiene che le problematiche software possono incidere negativamente sul raggiungimento dei KPI (seppure con una percentuale nettamente inferiore alla media europea del 65%). Per il 54% degli intervistati nel nostro Paese, l’essere sottoposti a pressioni per rilasciare nuove applicazioni o aggiornamenti incide negativamente su qualità e sicurezza (punteggio più basso d’Europa). Inoltre, il 59% ritiene che la propria organizzazione privilegi a volte la velocità a scapito della sicurezza.
Le aziende che guardano al successo a lungo termine ritengono sia necessario ricorrere all’implementazione di pratiche di sviluppo DevOps, Security e Agile: l’80% dei manager italiani consultati “è convinto” o “assolutamente convinto” che le pratiche Agile li aiutino a realizzare ciò che i clienti hanno realmente bisogno. Inoltre, l’88% dei soggetti intervistati ritiene che il testing continuo della sicurezza delle applicazioni e il DevSecOps siano componenti critiche per l’implementazione di un’architettura applicativa moderna, percentuale più alta di qualsiasi altro Paese europeo.
Chiediamo dunque a Fabrizio Tittarelli, Senior Director Services e CTO di CA Technologies, di chiarirci la dimensione italiana del fenomeno.
Dopo tanto parlare di Agile e DevOps i responsabili di business italiani riconoscono il valore e la funzione del software sviluppato in chiave moderna. Ma stentano ad applicarne le metodologie. Quali sono gli ostacoli in Italia?
Gli ostacoli all’adozione e all’applicazione delle nuove metodologie sono maggiormente legati all’impatto culturale e operativo sui processi interni e sui modelli organizzativi esistenti, più che all’adozione stessa di nuove soluzioni.
Se da una parte le aziende italiane si dicono convinte che ci si debba dotare di un’architettura applicativa moderna, in grado di fornire una piattaforma per uno sviluppo flessibile e agile del software, dall’altra sono spesso impreparate ad apportare i cambiamenti necessari, specie dal punto di vista della cultura aziendale.
Tra gli ulteriori ostacoli all’adozione sicuramente rileviamo: la capacità di adattamento del personale, l’impatto operativo trasversale su diversi dipartimenti aziendali, anche al di fuori del mondo dello sviluppo applicativo, la salvaguardia degli investimenti fatti, la scarsa predisposizione ad affrontare le nuove sfide, la penuria di investimenti legati all’innovazione, la scarsa capacità di misurare l’impatto del DevOps sulle prestazioni aziendali.
Quello che conforta è che la stragrande maggioranza dei manager italiani coinvolti nella nostra ricerca abbia dimostrato di avere maturato la consapevolezza che le pratiche Agile e DevOps siano in grado di aiutarli a realizzare concretamente ciò che vogliono i clienti. E che quindi investiranno in tal senso, cercando di superare gli ostacoli sinora trovati sul cammino.
Esiste un problema di competenze, da riqualificare o da assumere? Quale parte del management lo può indirizzare?
Esiste sicuramente un problema di competenze e di adattabilità da parte del personale esistente. Certamente, è difficile trovare persone con abilità DevOps; in particolare con riferimento non solo alle competenze tecnologiche bensì a quelle organizzative e di processo. Le soluzioni tecnologiche che ruotano intorno ai temi dell’Agile e del DevOps, infatti, non sono difficili da imparare in sé; sono i modelli organizzativi e i nuovi modi operandi a costituire il vero gap di competenze da colmare. Nella ricerca realizzata insieme a Frost & Sullivan emerge infatti che i manager europei, e non solo, sanno che le loro aziende otterrebbero indubbi benefici dalle pratiche Agile, ma trovano nella mancanza di cultura e skill un ostacolo forte alla piena implementazione.
Esiste anche un tema di ROI delle nuove architetture? Come si può misurare l’apporto business di Api e container?
Precedentemente abbiamo asserito che esiste una scarsa capacità di misurare l’impatto del DevOps sulle prestazioni aziendali. Ne consegue che è altrettanto difficile ottenere una misurazione del ROI delle nuove architetture. Ma dalla ricerca emerge chiaramente che le aziende con programmi più maturi sono ben propense a dichiarare di supportare in modo molto efficace il raggiungimento dei KPI correlati agli obiettivi di business. Inoltre, mostrano con una chiara consapevolezza che l’adozione di architetture applicative moderne, basate su API e container, portano ad applicazioni aziendali altamente integrate in termini di funzionalità, condivisione dei dati, autenticazione e sicurezza. A riprova di ciò, dal sondaggio emerge anche che due terzi delle grandi aziende prevedono di aumentare il budget dedicato all’acquisto e allo sviluppo di software, con incrementi di spesa superiori rispetto alla crescita del budget IT generale.
Il percorso in atto verso un’infrastruttura di big data, alimentata da IoT e da 5G, come influenza le scelte tecnologiche a livello di software?
Sicuramente questi trend tecnologici influenzano molte delle scelte a livello del software. Da un punto di vista business, Big data, IoT e da 5G significano, ad esempio, sviluppo veloce di nuovi prodotti/servizi, maggiore disponibilità delle applicazioni, efficienza e qualità della customer experience e raggiungimento di tanti altri KPI di business, che sono intimamente legati alle architetture applicative moderne e alle practice di sviluppo.
Più un’azienda è avanzata rispetto a questi due punti, più è probabile che abbia un vantaggio competitivo sul mercato. Un’azienda che abbia largamente adottato practice come DevOps, Agile e DevSecOps e componenti dell’architettura applicativa moderna, come API, microservizi o container, ha la capacità di sfruttare il potenziale di business offerto da questi trend tecnologici ed è in grado di integrare o connettere applicazioni e dati. Al contrario le aziende con stack softwae costituiti da applicazioni monolitiche e che non hanno adottato queste practice si troveranno a fronteggiare ostacoli consistenti, ad esempio, rispetto allo sviluppo di app mobile, al cloud o all’IoT.