Sun sta preparando il lancio della prossima major release del proprio Unix, seguendo la via di Microsoft. Così, nello stesso pacchetto, si potranno trovare anche un firewall e un directory server. Intanto, il costruttore sta riconsiderando la decisione di sospendere il supporto delle piattaforme Int
Ultimi ritocchi per Solaris 9, il nuovo ambiente operativo Unix di casa Sun, che sarà lanciato in maggio. Da un’analisi, da noi condotta in anteprima, del nuovo Os, appare chiaro come il costruttore abbia voluto emulare la rivale Microsoft, integrando nello stesso prodotto diverse applicazioni, fin qui commercializzate separatamente. Vi si potranno trovare, fra gli altri, il firewall SunScreen 3.2 (in versione completa) e SunOne Directory Server 5.1 (limitato a 200mila ingressi). E non è escluso che possano arrivare altre sorprese, come un application server (di origine iPlanet).
Il sistema operativo integra due importanti funzioni non presenti nelle precedenti versioni, ovvero Volume Manager (applicazione in passato nota con il nome di Solstice Disk Suite) e il gestore di risorse. La prima permette di gestire volumi di storage da un terabyte (grazie alla concatenazione degli hard disk), di creare migliaia di partizioni su uno stesso disco (contro le otto di prima), di assicurare la rilevazione dei blocchi e, soprattutto, di garantire la ridondanza, grazie alla tecnologia Raid (0, 1 e 5). Da parte propria, Resource Manager permette di ottimizzare le risorse del server, allocando, per esempio, una parte di esse (tempo della Cpu, memoria, spazio su disco) a un utente, un gruppo o anche un’applicazione. Inoltre, è possibile consolidare più server ed effettuare un’allocazione globale, senza riconfigurare ciascuna macchina.
Sun ha anche rafforzato la sicurezza del proprio ambiente, integrando una versione più potente di SecureShell (già presente su Trusted Solaris), il supporto della crittografia a 128 Kbit/s, il server Kerberos V5 e una funzione per impedire il buffer overflow. Quest’ultima caratteristica era già presente in Solaris 8, ma è stata potenziata con maggiore flessibilità, ovvero lasciando decidere al software se l’applicazione sia sicura o meno prima di eseguirla.
Anche la compatibilità con Linux è stata migliorata, poiché Sun ha integrato vari tool (compilatore, debugger e altro) e librerie (glib, libtif e simili), mentre prima occorreva installarle separamente dal Cd. Ora esiste compatibilità binaria fra Linux e Solaris x86, mentre per piattaforme Sparc occorre ricompilare l’applicazione per farla funzionare.
Ovviamente, Java recita un ruolo primario in Solaris 9, che integra la nuova versione della virtual machine HotSpot e migliora la corrispondenza tra i processi (thread) Java e quelli del sistema operativo.
Non esiste ancora, invece, una presa di posizione chiara sulla commercializzazione della versione x86 di Solaris 9. Sun, infatti, sta ancora valutando se offrire in quest’area il proprio Os o Linux. Dopo il feedback negativo ricevuto dai clienti, l’azienda sta comunque riconsiderando la decisione di bloccare lo sviluppo di versioni per l’architettura Intel a 32 bit, anche perché il codice è in buona parte già completato. Il problema risiede nel modello commerciale, visto che l’azienda aveva deciso di rilasciare gratuitamente la versione 8 di Solaris per Intel, ma non intende fare altrettanto con la nuova release. Meno speranze, almeno per ora, semvrano esserci invece per Itanium.
Dopo l’uscita di Solaris 9, Sun intende rilasciare ogni trimestre un insieme di patch, mentre per la versione 10 occorrerà attendere almeno altri due anni.