Gli addetti ai lavori concordano: massima esperienza altrimenti…
Pare che la crisi che in questo momento attanaglia il comparto produttivo legato
al mondo del fashion sia molto simile a quella vissuta tra il 1997 e il 1998.
Gli addetti ai lavori risentono di una brusca caduta, ma lo stato d’animo è
quello di "reagire" a qualunque situazione di crisi. Perché
se è vero, come i dati recenti riportano, che in questo comparto vi è
una flessione della produzione (-7%), una stasi dei consumi (-1,5%) e una contrazione
delle esportazioni (-6%), è anche vero che il settore rappresenta uno
dei comparti più "brillanti" del made in Italy.
Da un giro di opinioni abbiamo cercato di capire come l’Ict si stia muovendo
presso le aziende del fashion o, meglio, come riesca a penetrare in aziende
che hanno innanzitutto bisogno di un immenso «adattamento ai ritmi
sempre più frenetici della loro produzione». A parlare così
è Giovanni Moriani, presidente di Computer Var, che
continua sottolineando come «a maggior ragione il fornitore di Ict deve
fornire il supporto adeguato con strumenti e soluzioni che riescano ad accompagnare
questi repentini "cambiamenti di fronte". Il vero punto di forza di
un’azienda del fashion è la propria creatività, o meglio la capacità
di innovare il prodotto, e proprio questa capacità di innovazione è
quello che viene richiesto maggiormente a un fornitore di informatica. Quest’ultimo
deve garantire soluzioni "flessibili", ma allo stesso tempo "dinamiche"
affinché la struttura possa far fronte alle nuove esigenze in modo sempre
più tempestivo».
Ma, sempre secondo Moriani «è importante sottolineare come
questa "tempestività" e "innovazione" nel gestire
le informazioni non debba mai andare a discapito della solidità delle
soluzioni proposte».
Alla base si denota una certa complessità non solo di comportamento,
ma anche di strategie che devono essere messe in campo quando si approcciano
i clienti del fashion. Ed è la complessità il perno attorno al
quale ruota l’intervento di Alessandro Burattin, business manager fashion di
Gruppo Pro che afferma: «A livello di processo la complessità
è dovuta alla natura del prodotto con una grande diversificazione per
uno stesso articolo venduto in taglie e colori diversi, varietà di modelli
e di materiali che cambiano di stagione in stagione. Si devono aggiungere le
problematiche di velocità e puntualità nella fase consegna (flash/
pronto/prontissimo) e la particolarità di un mercato in cui la delocalizzazione
geografica è sempre di più la scelta migliore per ridurre i costi
interni. Questo comporta la necessità di soluzioni altamente flessibili,
affidabili e verticalizzate in grado di soddisfare esigenze specifiche tra cui
quella di avere un sistema in grado di gestire la produzione sin dalle fasi
di prototipazione e campionario e di verificare poi l’avanzamento della produzione».
Quindi, entrare nella sfera di un’azienda di moda «presuppone da parte
del rivenditore – come afferma Michele Crivellaro, di
Centro Sistemi, un partner di Microarea che lavora nella zona di Treviso – la
conoscenza del mercato di riferimento e una formazione specifica sul prodotto,
nonché esperienza, profonda conoscenza delle problematiche del settore
e alta verticalizzazione delle procedure. Sono proprio questi gli elementi fondamentali,
in quanto il successo del prodotto è legato ai servizi che il rivenditore
è in grado di offrire». Questa la "ricetta" per
superare qualsiasi genere di crisi il comparto stia vivendo. Crivellaro specifica:
«Le aziende di moda stanno comprando tecnologia. La cosa più
importante è il continuo lavoro sul campo da parte del rivenditore. Per
acquisire un nuovo cliente è necessario essere sempre a stretto contatto
con le sue esigenze, un’attività costante permette di essere tempestivi
nel momento decisivo».
Ma cosa compera? A questa "secca" domanda Burattin risponde: «Se
in passato la domanda si rivolgeva sostanzialmente a gestionali puri, ora gli
operatori di questo mercato sono sempre più alla ricerca di soluzioni
specifiche – suite per il controllo dei costi di commessa, per la gestione degli
agenti dei distributori, portali B2b, a conferma del fatto che anche nel mondo
del fashion l’innovazione tecnologica è sempre più considerata
un fattore critico di successo».