Spes@sottocasa: per i negozianti prove tecniche di ecommerce

L’esperimento è per ora limitato a Milano e provincia. Partecipano una cinquantina di punti vendita

Qualcuno è da tempo pessimista sul loro futuro, altri, come i tanti fedelissimi che li frequentano, non li sostituirebbero mai con i grandi, freddi, e massificati super/ipermercati. Certo è che i negozi sottocasa conservano un valore di qualità, non solo della merce che mettono a disposizione, ma anche di una certa capacità di evocazione giocata sul filo della nostalgia.

E i prezzi? “Stabilito che la qualità si paga e che nei piccoli negozi il prodotto non è solo venduto ma è anche qualificato, e premesso che alcuni prodotti di qualità presenti nei negozi non sono invece presenti sugli scaffali della Gdo – risponde Dino Abbascià, presidente Sindacato dettaglianti ortofrutticoli Unione commercio Milano e presidente nazionale Fida Confcommercio (Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione) – bisogna dire che a parità di qualità, i prezzi sono allineati”.

Come dire, sfatiamo un pregiudizio, anche perché nel negozio di prossimità ormai non è raro trovare un buon assortimento di prodotti per tutti i gusti e i portafogli. Oggi, questi negozietti sono ancor più facilmente raggiungibili su internet, grazie all’iniziativa “spes@casasottocasa”, promossa da Fida (Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione) con il concorso del Sindacato dettaglianti ortofrutticoli.

Basta collegarsi dal proprio Pc al sito www.consorziofia.it/spes@casasottocasa, scegliere il negozio di prossimità, vedere con una webcam i prodotti in esposizione, leggere le promozioni, fare la lista della spesa, spedirla al negoziante, pagare con carta di credito (in futuro, anche via telefono), indi farsi recapitare la spesa a casa (come servizio aggiuntivo a un tiro di schioppo, of course) o, se si preferisce, andare in negozio a prenderla. Facile no?

L’esperimento per adesso è limitato a Milano e provincia, i negozi che aderiscono all’iniziativa, “ancora nella fase sperimentale”, sono una cinquantina, tra alimentari, ortofrutta, erboristerie. Informatizzato, ceto medio e medio-alto, scolarità medio-alta, attento alla qualità, di tutte le età, e anche un po’ pigro: questo, per Abbascià, il profilo del navigatore a cui l’iniziativa si rivolge. “Tutti questi soggetti fanno da grancassa, col passaparola che corre. L’idea di fondo del progetto è far capire le vere funzioni del negozio di prossimità”.

Per Abbascià, conviene a tutti: al commerciante (“per lui, l’iniziativa è a costo zero”..), al consumatore (vuoi metter la comodità), alla produzione che ha la possibilità di interagire. E a tutto il comparto, che accetta un’altra sfida sulla strada dell’innovazione. Una funzione di grancassa è assegnata all’informazione a mezzo stampa, e a presentazioni ai commercianti.

Ovviamente, per fare ecommerce, alcuni commercianti che non erano dotati hanno installato in negozio il loro bel Pc, ma, un po’ a sorpresa, la gran parte di loro ne aveva già uno, c’era anche chi aveva un proprio sito web, e chi “guardava già avanti in fatto di tecnologie”.

Per il futuro, il progetto prevede un incremento del numero dei negozi, un ampliamento della gamma di prodotti, il possibile pagamento via telefono (oltre che via web con carta di credito), la creazione di un magazzino virtuale che, non avendo costi aggiuntivi di stoccaggio per il negoziante, permetterà di avere prezzi più competitivi.

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