BassBox vince, Fattura Sprint arriva seconda di un’incollatura: premiate innovazione e continuità nella ricerca di sinergie. L’esperienza di Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb .
E’ terminato Cloud Seed by Seeweb, il contest dedicato alle start-up in grado di esprimersi nella Cloud Intensity. Sono stati assegnati tre premi in denaro e uno in servizi: il primo posto, un grant da 15 mila euro, è stato assegnato a Baas Box, il backend as a service per le app mobili proposto da Claudio Tesoriero e Federico Pacilli. Secondo, ma sempre con in mano un grant da 15 mila euro, è arrivato Fattura Sprint di Alessandro Berbenni e Luigi Zanderighi.
Ne abbiamo parlato con Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb.
Seeweb continua ad investire nelle start-up. Volete fare un nuovo mestiere?
No, assolutamente. Anche se abbiamo preso in prestito alcuni termini, noi non siamo business angel né venture capitalist, né lo diventeremo. Investiamo in idee che rientrano nel nostro piano industriale e siamo disponibili a sinergie con iniziative di BA o VC.
Avete contribuito al successo di Docebo, Heyware ed altre idee: se non siete BA, cosa siete?
Noi offriamo una partnership e un sostegno alla creazione di un’azienda: banalmente mettiamo a disposizione una certa conoscenza della tecnologia, del mercato e della clientela, un asset essenziale per chi vuole accelerare l’entrata sul mercato.
Stavolta avete promosso un contest: con quali regole?
Seeweb non è entrata nel processo di selezione, né nelle votazioni, affidate alla giuria con Antonio Leonforte (Ceo Fhoster), Claudio Erba (Ceo Docebo), Giuseppe di Battista (Università di Roma Tre) e Massimo Chiriatti (giornalista).
La giuria ha pescato non solo in business innovativi e tradizionali, ma anche in belle speranze, premiando con il grant da diecimila euro i ragazzi di Way4Spot, Alessandro Ingala e Michele Preziosi, che già avevano ben figurato ad Innovaction Lab. A StructsLab di Marco Rinelli, Federico Ardito e Alessandro Nanni, è stato dato il premio in servizi cloud, immaginando che sia utile allo sviluppo del loro portale per il supporto all’intero ciclo di realizzazione di strutture.
Com’è andata questa prima esperienza?
Abbiamo trovato sette-otto idee dal tradizionale all’innovativo, con un occhio al cloud, che hanno già un senso, o potrebbero averlo a breve. Con alcuni, ad esempio Mapo, The Open Project & Asset Manager for the CGI industry, ci ripromettiamo d’incontrarci nuovamente per verificare i punti della loro proposta, che non rientrava nella nostra griglia ma che è comunque interessante.
Avete trovato qualcosa di imprevisto?
Sì. La qualità media italiana di cosiddette start-up nate per diventare aziende è estremamente bassa. L’approccio italiano non è volto a far fatturato reale, ma ad acquisire valutazioni sfruttando l’hype; sembra più di vedere piccoli spettacoli (i pitch) alcuni anche ben curati ma l’attenzione alla sostanza sia tecnologica, sia di business è veramente modesta. E’ un deficit strutturale che sinceramente non ci aspettavamo in queste proporzioni. in un Paese come l’Italia molto predisposto all’imprenditoria.
Anche per il nostro specifico del cloud la maggior parte delle start-up che lo citano non ne hanno una vera conoscenza ma questo è sicuramente un deficit facilmente colmabile.