È una crescita che accomuna tutte le principali metriche quella registrata, a livello globale, da Akamai Technologies nel corso del 2014.
A conti fatti, anche nel quarto e ultimo trimestre dello scorso anno, il rapporto sullo Stato di Internet basato sui dati raccolti attraverso l’Akamai Intelligent Platform ha rilevato numeri in aumento in termini di connettività, adozione della banda larga e preparazione al 4K.
Andando con ordine, un primo dato di fatto è il proseguimento del trend positivo registrato in Europa dove, per il terzo trimestre consecutivo, la velocità media globale di connessione è risultata sopra la “soglia broadband” di 4 Mbps, e ha raggiunto i 4,5 Mbps riportando una crescita dello 0,7% rispetto al trimestre precedente.
Nel Vecchio Continente, per la prima volta, con una velocità media di 14,6 Mbps (+3,5%), la Svezia ha superato la Svizzera, posizionandosi al primo posto tra i Paesi europei considerati nel rapporto.
Sempre nel quarto trimestre, l’adozione di high broadband (>10 Mbps) è aumentata del 2,9% registrando per tutti i Paesi europei una crescita di almeno l’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se Italia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa rimangono gli unici Paesi a non registrare tassi di adozione dell’high broadband al di sopra del 10 per cento.
A loro volta, negli ultimi tre mesi del 2014, i tassi globali di adozione della banda larga (>4 Mbps) sono scesi leggermente, assestandosi a quota 59% (-0,7%). A favorirne la ripresa dovrebbero intervenire le nuove iniziative broadband annunciate per i prossimi anni dall’Unione europea. Tra queste, un piano di investimenti per un valore di 586 milioni di euro che il Governo ungherese ha messo sul piatto a copertura dell’intero Paese con la banda larga entro il 2018 e il piano da 315 miliardi di euro annunciato dalla Commissione europea per il miglioramento dell’infrastruttura e la diffusione della banda larga.
Intanto, l’ulteriore buona notizia dal rapporto sullo Stato di Internet relativo al Q4 2014 è che a soli tre trimestri dall’introduzione della misurazione dell’adozione 4K nel rapporto, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Romania, Norvegia, Regno Unito, Danimarca, Finlandia e Repubblica Ceca hanno già almeno un indirizzo Ip su cinque connesso alla rete Akamai a velocità medie superiori a 15 Mbps, segno che, in Europa, crescono disponibilità e adozione di connettività ultraveloce.
Con in testa Regno Unito (+8,1%) e Sud Corea (+6,6%), il numero di indirizzi IPv4 unici visti globalmente da Akamai è, invece, aumentato di circa 12 milioni rispetto al trimestre precedente, mentre i fornitori di connettività cablata e wireless si confermano i principali responsabili dell’incremento registrato nel numero di richieste IPv6 giunte ad Akamai. Ancora una volta, in quest’ambito, i Paesi europei continuano a dominare la top ten globale, con il Belgio che mantiene la prima posizione con un 32% delle richieste di contenuti su IPv6, una percentuale più che doppia rispetto alla Germania, che rappresenta la seconda piazza.
A sua volta, nella sezione dedicata alla connettività mobile, con 16 Mbps, il Regno Unito registra la più alta velocità media di connessione nel quarto trimestre 2014 e si conferma anche l’unico Paese, in Europa, ad aver raggiunto una velocità media di connessione superiore a 50 Mbps.
Dal canto loro, da reti mobili a velocità broadband (più di 4 Mbps), Danimarca e Svezia hanno registrato un livello del 97% di velocità broadband, raggiungendo Venezuela e Arabia Saudita ai vertici della classifica.
Infine, per quanto riguarda i tentativi di connessione classificati come attacchi, con il 41%, anche nel quarto trimestre 2014 la Cina resta saldamente al primo posto della classifica, mentre la porta 23 (Telnet) continua ad essere il target preferito (32% del totale degli attacchi) con una crescita di circa 2,5 volte rispetto al periodo precedente.
In Europa, gli attacchi DDoS sono, però, cresciuti del 18% trimestre su trimestre mostrando un tasso di crescita più alto rispetto alle Americhe e alla regione Asia Pacifico, con una crescita del 28% tra il 2013 (167 attacchi) e il 2014 (214 attacchi).
Ancora deludente lo spaccato italiano
Per quanto concerne la penetrazione di Internet, nel quarto trimestre 2014 l’Italia è scesa di una posizione, attestandosi per ultima nella top ten globale, nonostante un lieve aumento dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, causato da una pesante diminuzione del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
Da noi la velocità media di connessione registrata nel quarto trimestre 2014 è di 5,6 Mbps, in lieve aumento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e in aumento del 7,2% rispetto al Q4 2013, mentre il picco di velocità media di connessione raggiunto è pari a 26,9 Mbps, in aumento del 22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e di 6,5% rispetto al trimestre precedente.
Lenta ma in lieve progressione anche l’adozione della banda larga (>4 Mbps) che, aumentata in un anno del 4,6%, ha raggiunto il 61%, mentre sempre nel trimestre in esame, l’adozione dell’high broadband ha registrato un interessante aumento del 8,6% rispetto al Q3 2014 e una crescita del 23% rispetto allo stesso periodo del 2013, tanto da sancire che, a oggi, un non certo entusiasmante 5,7% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps.
In riferimento alla connettività mobile, nel Bel Paese la velocità media di connessione mobile raggiunge i 5,2 Mbps, con picchi medi poco oltre i 41Mbps, ma sono attesi sostanziali mutamenti, vista l’intenzione di Telecom Italia di avviare un progetto che prevede l’implementazione di tecnologia Lte Advanced in 60 città italiane, con velocità di connessioni fino a 180 Megabit al secondo.
Intanto, però, scesa al 45esimo posto a livello mondiale, l’Italia registra solo il 2,2% delle connessioni superiori ai 15 Mbps, nonostante un aumento del 39% rispetto allo stesso periodo del 2013 e del 5% rispetto al terzo trimestre 2014.
Infine, per quanto concerne il traffico legato agli attacchi, la percentuale a noi ascritta risulta leggermente in aumento rispetto al terzo trimestre 2014, con l’Italia è responsabile dell’1,1% degli attacchi generati a livello globale.