La disponibilità di infrastrutture affidabili e prestazioni elevate portate dalla tecnologia alimenta l’interesse verso il mercato wireless. Resta da definire meglio l’effettivo valore aggiunto con cui erogare i nuovi servizi, presto disponibili.
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Quello della mobilità è uno scenario in costante e rapida evoluzione che si trova in questo momento ad attraversare una fase di passaggio, determinata da una sufficiente maturità e dalla convergenza tra affidabilità tecnologica, diffusione di dispositivi, prestazioni elevate e disponibilità infrastrutturale. In questa particolare condizione cominciano ad affacciarsi nuovi servizi evoluti, che vanno oltre la telefonia e puntano ad associare il parametro mobilità ad applicazioni finora relegate ai terminali connessi a reti fisse. Il wireless, nel suo complesso, è un settore che tutti gli analisti prevedono in forte crescita in tutti i suoi aspetti e in cui l’aspettativa generata dalle applicazioni legate alla mobilità è alta. Tuttavia, la parte voce resta ancora l’elemento essenziale, mentre l’evoluzione dei servizi mobili orientati ai dati, in realtà, non appare ancora ben definita, tanto che diversi analisti invitano alla cautela, sottolineando la necessità di abbandonare la pura focalizzazione tecnologica per concentrarsi di più sull’effettivo valore aggiunto da apportare. Prevedere in quali direzioni avverrà lo sviluppo non è, quindi, scontato e ci si possono aspettare sorprese. Vanno, poi, opportunamente distinti gli ambiti della comunicazione mobile basati sull’uso dei telefonini (e le loro evoluzioni) e quelli delle reti mobili locali aziendali (Wlan) e pubbliche (public Wlan).
Il mercato italiano
Non sorprende certo scoprire che il mercato della telefonia mobile in Italia è in crescita, anche se la saturazione raggiunta rende lontani i tassi di crescita a cui si è assistito in passato. Secondo dati Idc, il numero di linee attive in Italia, che era di 49,2 milioni nel 2002, dovrebbe attestarsi a 50,2 milioni per quest’anno e raggiungere i 51,9 milioni nel 2005, in un Paese che oggi conta 57,6 milioni di abitanti. Nel 2003 il valore complessivo del mercato di telefonia mobile italiano si attesterà a 15,7 miliardi di euro e, in esso, la componente voce resta ancora l’elemento predominante (13,6 miliardi di euro) rispetto a quello legato alla trasmissione di dati, Sms e altri servizi (2,1 miliardi di euro). Percentualmente, tuttavia, l’equilibrio tra valore associato ai servizi voce e dati sta cambiando favorendo questi ultimi. Infatti, la componente vocale pesava per l’87,6% nel 2002 mentre nel 2003 genererà l’86,6% del valore e nel 2004 l’84,24%. Le previsioni per il 2005, rispetto a un mercato complessivo del valore di 17,9 miliardi di euro, indicano che il 79,9% sarà determinato dalla parte voce. A questa evoluzione contribuiranno le soluzioni legate alle tecnologia di terza generazione. In Italia l’offerta Umts è partita solo pochi mesi fa e fare valutazioni sui numeri non è facile.
Alla ricerca di isole Wi-Fi
Le prime analisi di Idc stimano che il numero di utenti italiani Umts per il 2003 oscillerà tra 400mila e un milione, mentre le previsioni di crescita in termini di utenti per il 2005 restano comprese in un’ampia forbice, tra 6,3 e 11,2 milioni. Si tratta già di numeri importanti, che testimoniano una buona reattività del mercato verso proposte di nuove modalità di utilizzo dei telefonini. Non è però semplice identificare, all’interno dei nuovi utenti, quale sarà la percentuale di quelli che utilizzeranno i nuovi servizi e quale quella di chi, alla fine, farà un uso ancora principalmente “classico” dei terminali 3G. Inoltre, va sottolineato che un’altra variabile è legata al fatto che le condizioni di mercato per la telefonia mobile 3G stanno cambiando in funzione della progressiva pacchettizzazione dei servizi e della disponibilità di dispositivi sempre più sofisticati; non da ultimi, vanno considerati gli effetti che produrrà la competizione, che diventa sempre più forte. Altro tema molto dibattuto è quello del Wi-Fi (contrazione di Wireless fidelity), termine con cui vengono indicate le soluzioni wireless basate sullo standard tecnologico Ieee 802.11 nelle varie versioni 11a, 11b, 11g, che si caratterizzano per la differente frequenza di comunicazione e velocità (da 11 fino a 108 Mbps). Gli standard 11b e 11g prevedono l’utilizzo della frequenza a 2,4 GHz per la comunicazione, mentre nell’undicesima viene utilizzata la banda a 5 GHz. La velocità massima teorica può variare da 11 fino a 108 Mbps. Il grande fermento che si sta sviluppando in questo momento attorno al Wi-Fi è alimentato da una serie di fattori di carattere tecnologico e non solo. L’aspetto più immediato è quello di offrire una risposta all’esigenza di “nomadismo”, che diventa sempre più sentita sulla spinta della progressiva dipendenza, per l’attività lavorativa, dalla posta elettronica, dal messaging tra membri di un team di lavoro e dalla necessità di accedere in continuazione ai dati aziendali in processi di business che inducono, sempre più, verso una mobilità sul territorio. Il Wi-Fi, inoltre, promette una notevole ampiezza di banda per l’utente finale, tale da consentire di svolgere le attività appena enunciate con un’efficienza e versatilità confrontabile con quella disponibile presso la rete fissa. A livello di infrastruttura, il Wi-Fi si presenta flessibile e scalabile; mantiene la compatibilità con le reti cablate esistenti ed è facile da installare, grazie all’assenza di cavi e a procedure automatiche di configurazione. Infine, non va trascurato il fattore costo, in considerazione del fatto che gli apparati di connessione sono piuttosto economici. Uno dei fenomeni che stanno generando interesse attorno alla tecnologia Wi-Fi è legato alla progressiva disponibilità di connettività Internet da hot spot pubblici, ovvero di aree cablate distribuite sul territorio, in cui trovare una copertura di rete wireless.
Le Wlan aziendali
Un hot spot Wi-Fi è, di fatto, un luogo pubblico in cui un access point collegato a Internet (attraverso una connessione xDsl, in fibra ottica o cavo), fornisce copertura entro un raggio d’azione di circa 100 metri, mettendo a disposizione di un utente dotato, generalmente, di un proprio terminale, una connessione wireless a larga banda. È quello che gli americani chiamano accesso “stop and go” ad alta velocità. Un utilizzatore che si sta spostando ha, quindi, la possibilità di fermarsi presso l’hot spot e da qui accedere a Internet o alla rete intranet aziendale. Tipicamente gli hot spot sono presso aeroporti, hotel, centri congressi e gli utenti potenziali vanno identificati, per ora, soprattutto nei manager in transito. I fattori che sono in grado di influenzare lo sviluppo di queste Wlan pubbliche sono molteplici, ma quello fondamentale resta la crescente esigenza da parte degli utenti di accedere e manipolare le informazioni lontano dai tradizionali terminali di accesso collegati alla rete fissa. Un altro fattore da tenere in considerazione è la crescente proporzione di computer portatili, dotata di schede Wlan, che viene venduta e che rende i servizi pubblici wireless più facilmente accessibili. Gartner individua un bacino di utenti potenziali degli hot spot che corrisponde al 7-8% dei lavoratori mobili. Secondo Idc, gli utenti potenziali di questo mercato possono essere quantificati in 741mila nel 2003 per arrivare a 863mila nel 2005. Nel 2003 la differenza tra utenti potenziali e aggredibili resta elevata (circa il 60% è aggredibile) mentre i due numeri dovrebbero ricongiungersi già nel 2005. L’elemento fondamentale attorno al quale si stanno arrovellando vendor, analisti e service provider riguarda dove possa risiedere il valore aggiunto in grado di alimentare il mercato. Una delle prossime evoluzioni di più facile previsione è legata alla gestione in mobilità delle e-mail e delle funzioni più evolute di unified messaging, nell’ottica di una maggiore integrazione tra voce, dati e multimedia. Lo step successivo dovrebbe sfruttare l’affermazione di un accesso a Internet pieno e ad alta velocità (ricordiamo che l’Umts garantisce, potenzialmente, un transfer rate fino a 384 Kbps) per gestire allegati di posta e arrivare a offrire opzioni di streaming video. In realtà è di questi giorni l’annuncio da parte di Tim del primo servizio di diffusione televisiva su telefono cellulare, distribuito mediante rete Gprs. In termini di infrastruttura è interessante osservare che, in base a un recente sondaggio di Idc, risulta che il 39% delle aziende italiane dispone di una rete Gprs e il 25% di una Wi-Fi. Resta, però, ancora un percentuale vicina al 45% di aziende che non hanno neppure in previsione (almeno entro i prossimi 10 mesi) di abilitare una rete wireless.
Il mercato degli Sms
Come già rimarcato, il telefonino è ancora uno strumento essenzialmente di comunicazione vocale e il mercato dei servizi associati alla trasmissione dei dati attraverso terminali mobili è ancora in buona parte confinato allo straordinario e, per certi aspetti, sorprendente successo avuto dal sistema di messaggistica Sms. In base a una ricerca di Gartner, pubblicata lo scorso giugno, relativa al mercato dell’Europa occidentale, in Italia il numero medio dei messaggi Sms inviati mensilmente per utente è stato di 39,9 nel 2002; questo numero è previsto in crescita per arrivare a 49,6 nel 2003 e a 48,2 nel 2007. Insomma, gli italiani inviano quasi 600 messaggi a testa all’anno. Rispetto agli altri Paesi europei, questo dato posiziona l’Italia prima della Francia, allo stesso livello del Regno Unito ma dietro Spagna e Germania in cui ogni utente, mensilmente, invia circa 60 “messaggini”.
Anche il fatturato del mercato del “mobile data” è stimato dalla società di analisi americana in continuo aumento nell’Europa occidentale; nel 2002 valeva 12,6 miliardi di dollari, che dovrebbero diventare 16,4 miliardi nel 2003 per arrivare a 39,7 nel 2007. Attualmente, il 90% di questo mercato è generato dagli Sms e, nonostante sia gli utenti sia il fatturato associato a questo tipo di messaggi crescano, il suo peso percentuale sul giro d’affari complessivo è previsto in riduzione: nel 2007 peserà solo per il 35%.
Il volume di Sms è, invece, previsto in crescita fino al 2006 e poi in diminuzione, da quando cioè si ritiene che la disponibilità di servizi su reti di capacità superiore comincerà ad attirare il mercato di massa.
Le previsioni di Gartner sono un po’ sorprendenti per il fatto che evidenziano che la tecnologia Gprs, progettata come soluzione di passaggio tra le tecnologie di seconda e terza generazione (non a caso indicata come 2,5 G) è previsto che nel 2007 non solo sarà ancora presente, ma rappresenterà la fonte principale di fatturato legato ai dati, generando il 47% di quello totale. Le tecnologie di terza generazione, a causa anche dei ritardi nel loro lancio, dovrebbero contribuire nel 2007 per poco più dell’11% al fatturato complessivo europeo dei dati mobili.
La diffusione della tecnologia wireless nelle Lan aziendali è alimentata dalle già citate e crescenti esigenze di mobilità anche all’interno dell’azienda e dall’innovazione in termini di prestazioni e standard (di cui si parlerà più a fondo nelle pagine successive dello Speciale). L’arrivo dei sistemi a velocità di 108 Mbps e la compatibilità tra sistemi di diversa velocità all’interno della stessa rete garantita dalle specifiche 802.11b e 11g, contribuirà certamente a un ulteriore sviluppo.
Inoltre, va evidenziato che un numero crescente di laptop viene commercializzato dotato di scheda Wlan. A tale riguardo, Datamonitor prevede che, globalmente, il numero di computer portatili abilitati per le reti locali senza fili utilizzato aumenterà dai 5,8 milioni di unità del 2002 a 32,86 milioni nel 2006.