Gianluca Colombo di Dell Compellent spiega come si superano antiche limitazioni. Con virtualizzazione, thin provisioning e tiered storage automatizzato.
Per lungo tempo gli It manager hanno sentito il peso imposto dai limiti dei propri sistemi di storage in termini di scalabilità, limitazioni di prodotto, sprechi di capacità, complessità di sistema e costi elevati.
In risposta a questa situazione anni fa Compellent (oggi Dell Compellent) decise di proporre una soluzione pensata diversamente.
«Mi riferisco alla soluzione Fluid Data – spiega Gianluca Colombo, Business Development Manager per l’Italia di Dell Compellent – che ha rappresentato l’anima di Compellent sin dalla fondazione. Mentre altri sistemi di storage trattavano e trattano i dati come un’entità statica, noi li consideriamo vivi e dinamici e perciò riteniamo che debbano essere gestiti e spostati in maniera attiva e intelligente, dove e quando serve per il business. Nella sostanza, affinché i dati forniscano un vantaggio reale e competitivo per l’utente finale, essi devono essere fluidi».
La crescita esponenziale dei dati da archiviare risolta con una maggiore capacità per Colombo ha portato le aziende a implementare sistemi di storage costosi, non utilizzati al pieno delle loro capacità, inefficienti e complessi da gestire.
Dal momento che tali piattaforme hanno una capacità finita, una volta che i dati da archiviare aumentano continuamente, l’azienda deve affrontare aggiornamenti costosi e dispendiosi di tempo, per migrare su una piattaforma più grande ma che presenta ancora le stesse lacune e limitazioni di quella appena abbandonata.
Fino a quando non verrà interrotto questo circolo vizioso, il problema è destinato a crescere, ad essere sempre più difficile da gestire e costoso da mantenere.
Oggi per Colombo esistono tre tecnologie che consentono di interrompere questo ciclo: virtualizzazione, il thin provisioning e il tiered storage automatizzato.
Con la virtualizzazione dello storage le aziende hanno consolidato le risorse e ridotto i costi legati ai dischi, mentre hanno incrementato notevolmente la flessibilità del sistema creando un supporto di memorizzazione che include e condivide tutti i dischi del sistema.
La virtualizzazione dello storage ha amplificato i vantaggi della virtualizzazione dei server e in molti casi ne è il fondamento.
Il thin provisioning aiuta a migliorare lo storage e il flusso dei dati all’interno di un’organizzazione. Gli amministratori possono configurare in anticipo la dimensione del volume virtuale ma utilizzare lo spazio fisico solo quando i dati vengono effettivamente scritti su disco.
In molti casi, le aziende possono così recuperare fino al 60% di spazio su disco, che di solito andava sprecato a causa della pre-allocazione di capacità solitamente mai utilizzata.
Con il tiered storage automatizzato i dati sono gestiti in modo attivo e intelligente a livello di blocco, venendo così classificati e spostati in maniera dinamica tra i tier (dischi veloci/dischi capacitivi) in base al loro reale utilizzo. Tutto ciò ha reso obsoleta la necessità di gestire manualmente i dati tra i tier storage.
I dati sono infatti scritti sul Tier 1 su dischi a stato solido (Sdd) a elevate prestazioni e poi migrati su dischi 15,000 Rpm Fc o Sas ossia su un altro livello di storage (Tier 2) mano mano che si riduce la frequenza di accesso.
I dati inattivi sono automaticamente spostati sul livello di storage Tier 3, su dischi Sas o Sata più lenti ma ad alta capacità.
Dato che la maggior parte dei dati sono inattivi, le aziende possono ridurre dell’80% la spesa per i dischi grazie al tiered storage automatizzato. Indipendentemente dal tier in cui è stato archiviato il dato è sempre disponibile in modo rapido ed efficiente.
Altri elementi legati alla gestione Fluid Data sono gli snapshot, la thin replication e la gestione unificata su unica interfaccia grafica delle risorse storage, che risiedono tutte su una piattaforma hardware aperta e flessibile.
L’essenza del Fluid Data è rendere l’archiviazione, la gestione e l’accesso ai dati più semplice, efficiente e flessibile.
La soluzione evita che dati incontrollati intasino le arterie dell’infrastruttura It aziendale, consentendo invece il flusso libero degli stessi in maniera tale che risiedano dove necessario e che dunque siano archiviati nel modo più adatto in base all’uso che ne viene fatto.
In conclusione, per Colombo, la fluidità dei dati porta alla più rapida implementazione delle applicazioni, alla più veloce diffusione delle nuove tecnologie, alla costante disponibilità delle informazioni necessarie per prendere decisioni e alla protezione continua dei dati in un’ottica di disaster recovery e business continuity.
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