Le voci di una possibile connessione tra le due minacce, utilizzate dalle intelligence nazionali per minare il programma nucleare iraniano, continuano a inseguirsi negli Stati Uniti. Ora sembrano arrivare le prime conferme ufficiali.
All’epoca qualcuno l’ipotesi la fece, tanto da evocare scenari da wargames quasi realistici.
Oggi cominciano a circolare voci ufficiali che confermerebbero lo scenario.
Secondo quanto riporta la stampa americana, un ex ufficiale dell’intelligence americana, John Bumgarner, avrebbe rilevato una stretta connessione tra Stuxnet e Conficker, tanto da attribuire proprio a questa correlazione il fallimento della politica nucleare iraniana.
Conficker, in buona sostanza, sarebbe stato utilizzato per aprire delle backdoor nei computer in Iran, per poi infettarli con Stuxnet.
Una strategia di attacco dietro la quale si celano di sicuro una o piu intelligence nazionali, anche se Bumgarner si rifiuta di avanzare ipotesi, considerando la questione troppio delicata e rischiosa.
Casa Bianca, FBI e anche l’ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu non hanno rilasciato commenti, pur essendo, se non esplicitamente, sicuramente implicitamente coinvolti.
Di certo, se le ipotesi avanzate da Bumgarner fossero confermate, diverrebbe palese che tanto gli Stati Uniti tanto Israele hanno ormai in essere programmi di cyber-warfare decisamente più avanzati di quanto finora ipotizzato, e questa consapevolezza potrebbe mettere in discussione equilibri già fragili.
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