Lo confermano gli operatori e i trend emersi dal primo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano sul tema.
Forte del sostegno dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e di Sogei, la School of Management del Politecnico di Milano ha presentato alcuni dei risultati inerenti il primo Rapporto dell’Osservatorio sul Gioco Online.
Un settore che, stando ai dati ufficializzati da Andrea Rangone, a giusto titolo definito da Umberto Bertelè l’anima di questo, come di tutti gli Osservatori promossi dalla scuola del Politecnico, oltre a rappresentare «uno dei mercati digitali più dinamici degli ultimi anni», introduce nuovi giochi – come Cash e Casinò games – e ulteriori operatori denotando uno sviluppo trainato «sia dalle novità prodotte dal recente contesto normativo, sia alle innovazioni implementabili in ambito tecnologico».
A colpire il nostro interesse sono soprattutto quest’ultime, anche se prima occorre contestualizzare il mercato in questione che – va detto – non è completamente nuovo, ma deriva, per buona parte, dalla conversione del gioco illegale già esistente da anni su siti stranieri. Ciò detto, nel 2009, con una crescita del 150% rispetto all’esercizio precedente, il valore della raccolta del gioco online è passata da 1,5 miliardi di euro a 3,8, con un livello di spesa che, al netto delle vincite, ha superato gli oltre 600 milioni di euro e che, nel settore dell’entertainment, è paragonabile per dimensioni solo alla spesa al botteghino del cinema, mentre risulta di due volte superiore rispetto a quella per il teatro e addirittura tripla se paragonata alla spesa degli italiani per andare a vedere una partita di calcio.
«Come per tutti i mondi digitali da noi analizzati – afferma Rangone – abbiamo misurato una serie di elementi. In questo contesto facciamo riferimento al mercato del gioco online nelle sue diverse articolazioni dopo aver censito e analizzato l’offerta dei principali operatori per comprenderne le diverse strategie». A livello metodologico, grazie alla preziosa partnership con le già citate Aams e la società del ministero dell’Economia e delle finanze, vale a dire quella stessa Sogei che presidia le tecnologie alla base del gioco digitale, parliamo di un’offerta costituita da 153 operatori, due terzi dei quali molto piccoli, mentre i primi dieci concentrano circa il 70% dell’intera raccolta.
In termini di strategie, all’interno di questo primo Rapporto gli attori in questione sono stati raggruppati in cinque categorie che riguardano Operatori nazionali multicanale (10 imprese in tutto in cui si concentra il 36% della raccolta), Operatori locali multicanale (114 realtà che generano il 21% della raccolta), Operatori nazionali pure player (anch’essi una decina, ma in rappresentanza del 16% del mercato), Operatori internazionali pure player (10 realtà fra cui bwin, Pokerstars e Partypoker, che generano il 15% della raccolta) e Operatori internazionali multicanale che, provenienti dal mondo del gioco tradizionale, sono 9 e rappresentano il 12% del mercato analizzato.
Così, se il quadro emerso evidenzia una tipologia di multi offerta, con poker e scommesse sportive proposte in primis dal 90% degli operatori censiti, seguiti da altri tipi di scommesse come Gratta e vinci, concorsi a premi, Bingo e i nuovi skill games, a palesarsi è anche un universo di operatori che permette principalmente ai propri giocatori il deposito sul conto di gioco attraverso strumenti come il bonifico e Postepay, mentre fra chi opera a livello nazionale e internazionale è molto diffusa anche la carta di credito, del tutto inutilizzabile, al contrario, come strumento di prelievo.
Nel quadro fin qui tratteggiato, seppur ancora del tutto marginale, l’adozione degli strumenti del Web 2.0 come social network, blog o forum online potrebbe presto diffondersi in termini di interazione, mentre a interessare di più i ricercatori della School of management del Politecnico è senz’altro l’uso di altri canali digitali in aggiunta a Internet.
Primo fra tutti, il canale cellulare e quello delle Tv digitali. Ma mentre, per il momento, quest’ultimo non viene utilizzato da nessuno degli operatori censiti per la propria offerta di gioco (fatta eccezione per una fugace esperienza di Sisal sul digitale terrestre e di Lottomatica e Snai sul satellite), le opportunità del canale mobile sembrano già palesarsi. «Sia in termini di erogazione dei giochi da piattaforma cellulare – è la conferma di Rangone -, sia per la gestione del cliente al fine di fornire un’elevata usability ed efficacia». A mostrarsi d’accordo con quanto affermato è Francesco Rodano, dirigente responsabile del gioco a distanza di Aams, branca indipendente del ministero delle Finanze, esclusivista di tutti i giochi in cui si vince denaro in Italia, a eccezione dei quattro Casinò presenti sul territorio nazionale, con 54 miliardi di euro di raccolta e 9 miliardi di euro in termini di gettito erariale prodotti.
Proprio Rodano, lettore e-book Kindle di Amazon alla mano, torna a ragionare sui trend in atto a livello tecnologico dove «con un device portatile sempre collegato a Internet e in cui la connettività è ormai pura commodity», il futuro dei giochi digitali pare segnata. «Lo stesso dicasi – è l’ulteriore precisazione – per gli smartphone che, anch’essi always on, con un’offerta flat di collegamento al Web e una dotazione di giochi si prestano perfettamente allo scopo». Ciò detto, «quando ci sono così tanti soldi in ballo», la regolamentazione di questo settore da parte dello Stato «è quanto mai doverosa». Fondamentale in tal senso, per Rodano, «è che il modello italiano si stia affermando a livello europeo a metà strada fra il proibizionismo tedesco e il libertismo inglese prevedendo una regolamentazione in cui, qualsiasi operatore interessato a raccogliere, offrire giochi online o fare pubblicità nel nostro Paese, deve prima ottenere una concessione italiana».
In questo scenario il punto fermo è rappresentato dall’approvazione della Legge comunitaria n. 88 del 2008 che, non solo semplifica l’assetto normativo prevedendo una sola concessione per offrire tutti i giochi regolamentati, ma è anche approvata a livello europeo. «In base a quest’ultima – conclude Rodano -, i veri punti di svolta raggiunti sono rappresentati dall’obbligatorietà per i concessionari di trasmettere i dati dei propri giocatori al nostro database centrale, ma soprattutto, e siamo l’unica giurisdizione a prevederla, l’obbligatorietà di fissare, prima di cominciare a giocare, il proprio limite di spesa mensile».
In questo modo, accanto alla tutela dei consumatori, al contrasto all’illegalità potenziato dal lancio di nuovi giochi e all’introduzione delle Video Lotterie, di cui si vedrà l’impatto solo nei prossimi anni, i trend di competizione e offerta annunciano l’ingresso di nuovi player sul mercato del gioco online, fra cui Media e Web company, operatori telco, mobile content e service provider italiani, ma anche stranieri. Il che, a ben guardare, non fa fare salti di gioia a chi in questo mercato c’è già. «Seppur interessante – conferma Gianluca Ballocci, direttore Internet e trade marketing di Lottomatica -, il mercato dei giochi online in cui siamo entrati solo di recente ha come negatività un payout molto alto per i giocatori e, di conseguenza, una marginalità bassa per gli operatori chiamati a sostenere costi di presenza decisamente elevati e che, in un prossimo futuro, dovranno anche scontare la possibilità prevista da parte dei Monopoli di Stato di prevedere fino a 200 nuove concessioni che abilitano l’offerta di tutti i tipi di gioco online».
«Per rimanere profittevoli sull’online – è il parere di Paolo Di Feo, direttore generale di bwin Italia – occorre una fortissima focalizzazione e la capacità di maneggiare con cura dettagli di business completamente diversi da quelli dell’offline. Ciò detto, dal punto di vista normativo, è indubbio che l’Italia sia percepita dal resto del mondo come un indubbio centro di eccellenza».
Con questo, secondo Guido Marino, amministratore unico di Mag Consulenti Associati: «Fra qualche anno assisteremo alla progressiva cannibalizzazione del gioco online ai danni del gioco fisico, al quale è stato finora proposto solo in forma aggiuntiva. Un fenomeno, quest’ultimo che già sta avvenendo nel comparto delle scommesse sportive che, per un terzo vengono effettuate in modalità digitale e solo per la rimanente parte in maniera fisica, tanto che molto presto le ricevitorie dovranno trovare altre vocazioni».
Un giudizio che trova conferma anche nelle parole di Richard Zoni, channel manager Italy di Vasco, fornitore di soluzioni per la sicurezza informatica e la prevenzione delle frodi, «presente nel mercato del banking da dieci anni con strumenti che hanno permesso di abbattere il fenomeno delle truffe online per mezzo del furto d’identità». Una realtà, quella di Vasco che, «attiva negli ultimi due anni anche nel mondo del gaming Entertainment e del gambling online», ha concentrato buona parte degli investimenti del 2009 nel canale mobile.
Un canale, quello della telefonia cellulare che, secondo Ballocci di Lottomatica, sarà in grado di fornire un grosso impulso al mercato «a patto che si progettino modalità di interazione in
grado di dare la giusta emozione ai giocatori».